Papà Gambalunga: un romanzo, un musical e una serie animata memorabile

copertina pillole nerd papà gambalunga

Ogni corpo sappiamo che proietta un’ombra. Da bambini ci insegnano un sacco di giochi da fare creando ombre: ci divertivamo a fare il cane, il coniglio o l’aquila; almeno io mi fermavo a queste tre, poi ci sono quei talenti che creano ombre di ogni genere, Dio solo sa come! Le ombre hanno sempre generato un fascino tutto loro, forse perché il termine stesso è sinonimo di qualcosa di nascosto, di poco chiaro, qualcosa su cui bisogna far luce per capirne i dettagli.

Oltre l’ombra di Peter Pan, che si era misteriosamente staccata dai suoi piedi, nella nostra infanzia ce n’è stata un’altra che ha generato tanto successo, un’ombra che non è facile da replicare: il sole deve stare molto basso per crearne l’angolazione e quindi a volte salta fuori inaspettatamente.

È un’ombra che fa sembrare snelli, altissimi e con delle gambe molto, molto lunghe! Sì, stiamo parlando proprio di lui, Papà Gambalunga!

papà gambalunga

Indubbiamente sono stati l’anime e la sigla della mitica Cristina D’avena a renderne celebre la storia, sono sicura che molti leggendo quest’articolo la staranno canticchiando (oppure vi è venuta irrimediabilmente in testa)!

Prodotto dalla Nippon Animation e dalla Fuji Television nel 1990, viene trasmesso in Italia un anno dopo, contando ben 40 episodi.

La protagonista è un’orfana, Judy Abbot, cresciuta per 14 anni nell’orfanotrofio “John Grier”, abbandonata in fasce davanti ad una chiesa di New York. Non sa nulla dei suoi genitori, né delle sue origini.

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Il suo cognome è preso dall’elenco del telefono (il primo in ordine alfabetico), mentre il nome da una tomba del vicino cimitero. Finite le medie, Judy ha davanti un futuro davvero incerto: come la maggior parte degli orfani dovrebbe essere avviata direttamente al lavoro, ma il preside del comitato dell’istituto resta affascinato dal suo talento per la scrittura. Desiderando di restare anonimo con lo pseudonimo di John Smith, si offre di pagarle gli studi superiori, a patto che la ragazza gli scriva periodicamente per aggiornarlo sui suoi progressi nello studio.

Judy non sa minimamente chi sia questo misterioso benefattore, né tantomeno che aspetto abbia, l’unica immagine che ha lasciato vedere di sé è la sua ombra dalle gambe lunghe e sottili, proiettata su una parete mentre l’uomo era abbagliato dai fari di un’automobile.

Da qui (nella serie animata) il soprannome affibbiatogli “Papà Gambalunga”!

Le treccette rosse, un po’ alla Pippi Calzelunghe e le disavventure di Judy ci sono entrate nel cuore, quello che forse non sapete è che la sua storia risale a molto tempo prima del 1990. Nessuno di noi era nato quando nel 1912 Jean Webster la fece vivere per la prima volta nelle pagine del suo romanzo! Questa giovane scrittrice statunitense, di cui il vero nome è Alice Jane Chandler Webster,  creò una storia destinata a vivere nel tempo, purtroppo morì solo due anni dopo per delle complicazioni post parto, non assistendo al successo del suo “Daddy Long Legs”, diventato un classico della letteratura.

Jerusha è il nome completo della ragazzina nel romanzo, ma visto che da lei era tanto odiato, al punto da definirlo “un nome sciocchino, adatto ad una ragazza viziata dalla famiglia” si fa chiamare come la conosciamo tutti. La storia è stata tradotta in Italia da Paola Fontana e distribuita da varie case editrici tra cui la DeAgostini e la Giunti, è facilmente reperibile per chi volesse recuperarlo!

Nel corso degli anni, fu fonte d’ispirazione per numerosi adattamenti, a partire dal 1919 vi furono tratti 6 film in vari paesi del mondo fino al settimo, di creazione coreana del 2005. Inoltre ci sono due musical e due anime (quello noto di cui abbiamo parlato sopra e un altro lungometraggio)! La prima ad interpretare Judy è stata Mary Pickford e successivamente il ruolo è stato ricoperto anche da Shirley Temple.

A renderlo ancora più celebre è stato il film-musical americano del 1955, diretto da Jean Negulesco, con niente di meno che Fred Astaire e Leslie Caron come protagonisti.

Pensate che il finale di Candy Candy, in cui la biondina sposa Albert, è ispirato proprio al finale di questo musical!

Mentre qui in Italia il titolo sembra essere riferito unicamente all’ombra vista dall’orfanella,  in America quella specie di ragni dalle zampe lunghe e finissime sono chiamati proprio Daddy long legs! Infatti Judy, vedendo l’ombra del suo benefattore, associa le zampe lunghe ed esili dei ragni alle gambe del suo “papà”. In una lettera scrive divertita «Ho trovato un vero papà gambalunga nella mia stanza!» soprannome davvero azzeccato!

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Saki

Saki

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Cuore giapponese in un corpo italiano, leggo manga dalla più tenera età e sogno ancora di cavalcare Falcor! Curiosa fino allo sfinimento, sono pronta a parlarvi delle mie scoperte!

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