Piumonia, mon amour – Quattro chiacchiere con Diari di Brodo

Ha il nome che sembra quello di un blog di cucina, ma non è una cuoca, bensì una delle illustratrici più seguite e amate di Instagram. Abbiamo intervistato per voi Martina Filippella, alias Diari di Brodo, con cui abbiamo parlato di fumetti, serie TV, superpoteri, piumoni e scelte di vita. E brodi, ovviamente.

copertina intervista diari di brodo

Ciao Martina, sono contentissima di averti qui su MegaNerd, grazie per aver accettato. Io ti ho conosciuta tramite Instagram, e la prima domanda è proprio su questo: hai scelto un nome che sembra quello di un blog di cucina, ma tu sai cucinare?

No. [ridiamo entrambe] Ogni tanto ci provo, tipo una volta al mese… cioè, allora… cucinarmi per sopravvivere, lo so fare. I surgelati, la frittata, quelle tre o quattro ricette a rotazione. Quando voglio fare qualcosa di un po’ più elaborato, cioè appunto una volta al mese, a volte va bene, a volte è un disastro.

Sul tuo blog dici che la tua pagina si chiama così perché “dentro ci sono le mie personali considerazioni sulla vita di ogni giorno, in ordine sparso e caotico proprio come un brodo”. Che tipo di brodo sei?

Bella domanda. Ti stupirà sapere che ci ho anche già pensato: direi un brodo vegetale. Con i funghi, perché mi piacciono tanto i funghi. Anche il brodino di pollo, che è sempre confortevole, ma mi immagino più un brodo vegetale con tanti ortaggi. Un brodo ricco di cose.

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E quand’è che hai deciso di far confluire queste cose nella carriera di fumettista? Perché, soprattutto?

È capitato per caso, in realtà. Facevo già l’illustratrice, che può sembrare uguale come professione, ma in realtà è differente. E infatti non mi definisco propriamente una fumettista, perché non ho una formazione da fumettista ma più da illustratrice, quindi ragionavo più per immagini singole. Poi ho sentito l’esigenza di coniugare le mie due grandi passioni, l’illustrazione e la scrittura, e alla fine il mio lavoro è diventato di scrittura. Anche perché il mio stile è piuttosto semplice, quindi quello che mi richiede più tempo è strutturarlo, scrivere. Se guardi il mio sketchbook, più che disegni trovi ragionamenti e parole a caso, che poi rileggo il giorno dopo chiedendomi “Ma che cavolo ho scritto?”.

Ti penti mai di aver scelto questo lavoro?

No, assolutamente. Ci sono dei giorni in cui mi chiedo chi me l’abbia fatto fare, perché ovviamente non è tutto rose e fiori e i clienti non sono tutti meravigliosi, però no, sono contenta.

Qui siamo in una fiera di supereroi, supereroine, supercose. Tu ce l’hai un superpotere inutile?

Ne ho tantissimi, e ogni tanto mi dico “ecco il mio superpotere inutile!”. Potrebbe essere andare nel panico per la minima cosa, che oltre che inutile è anche deleterio… Fino a ieri pensavo di essere bravissima ad attirare i gatti e parlare con i gatti… cioè parlare, nel senso di comunicare, se no sembra una cosa assurda quando la dici, e invece sono stata morsa da un gatto ieri sera.

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Immaginiamo che domani l’ONU ti conceda il permesso di creare il tuo regno, Piumonia (come il titolo del suo libro, ndr), dove lo piazzeresti?

Bellissimo! Be’ allora, sicuramente lo piazzerei al freddo, perché ha più senso di esistere. Mi immagino un paesaggio un po’ stile Lapponia, di quelli da cartolina con la neve e Babbo Natale. Non troppo esposto alle intemperie, se no poi non ci va nessuno. In un clima freddo ma accettabile. Se fossimo in Italia sarebbe in Alto Adige.

Se fosse socialmente accettabile, usciresti mai in piumone?

Sempre. Me lo porterei anche dietro tipo mantello, così sembrerei un supereroe, per restare in tema, o qualche reale – un re o una regina – per sentirmi anche un po’ aristocratica.

Hai fatto delle vignette meravigliose che prendono in giro la serie Emily in Paris, Sbrodoly in Paris, in cui succedono cose a caso. Ti piacerebbe fare qualche altra cosa su quella falsariga?

Vedo che sei preparata [ride]. Comunque sì, ho anche lanciato un box domande su Instagram in cui chiedevo quale serie immaginassero rivisitata da Diari di Brodo e sono usciti spunti interessanti. In passato ho fatto anche Bridgerton, che è diventata Diari di Brodgerton. Di solito prendo spunto dalle serie più trash, perché se sono troppo belle o fatte bene non c’è gusto, per quello sto ancora meditando: non ho ancora visto, negli ultimi tempi, una serie che mi abbia fatto dire “questa è perfetta per una parodia”. Ah, stavo pensando a Una mamma per amica, che sto riguardando in questi giorni, serie TV piumonica al cento per cento, non tanto perché sia trash ma perché ha degli spunti secondo me perfetti per farci una parodia. Non è trash però si presta bene.

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A livello di film, invece, cosa vorresti aggiungere al tuo Brodo?

Forse qualche saga fantasy. Mi verrebbe da dire Harry Potter, così, per sognare in grande, ma ho paura dei fan che sono troppo accaniti. Io lo adoro, ci sono cresciuta, ma non sono così sfegatata. Però ecco, una di quelle ci potrebbe stare.

Hai mai pensato a un film di Natale di quelli Hallmark? Sai, storia classica: ragazza che lavora nella grande città, decide di tornare al paesello natìo, in cui incontra un uomo perfetto che aggiusta cose…

…con la camicia alla boscaiola. Guarda che è uno spunto fantastico, c’è materiale, ora me lo segno [ride].

Se per un giorno potessi rubare lo stile di un altro autore, chi deruberesti?

Ah, sai che non lo so? Mi verrebbe da dire Gemma Correll, a cui mi ispiro moltissimo; si vede che c’è tanto del suo lavoro nel mio. Certe volte mi viene da dire “voglio fare questa cosa qui”, poi cerco e vedo che lei l’ha già fatta. Se avessi il suo stile per un giorno, potrei fare ciò che voglio e arrivare prima. [ride]

Ti immagini mai a fare altro nella vita?

Proprio poco fa stavo dicendo a un amico che è venuto a chiedermi una dedica che… scusa, ogni tanto mi perdo… allora, il mio lavoro è molto incostante, quindi ci sono periodi in cui lavoro tanto e altri che sono più morti. Nonostante in cuor tuo tu sappia che fa parte della vita da freelancer, sei in ansia. E in quei periodi inizio a chiedermi cosa potrei fare, se tutto dovesse andare a rotoli. Penso che finirei a fare grafica, che è il mio secondo lavoro, anche se in questo momento l’ho accantonato per fare illustrazione. Sempre un po’ nell’ambito; altri ambiti boh.

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Qui a Lucca siamo nella roccaforte dei nerd. Tu ti definiresti nerd?

Mah… nerd secondo me ha tante sfaccettature: mi piacciono tanti aspetti della cultura pop, tante serie TV e film. Sono una consumatrice di prodotti TV, ma anche nei periodi in cui vado in fissa e magari leggo solo una cosa, vedo solo una cosa, e finisco una serie in tre giorni, sono in grado di mantenere un certo distacco, ecco. E poi, appunto, come dicevamo prima per Harry Potter, non divento mai quella che va a bacchettare gli altri perché hanno sbagliato questa o quell’altra cosa. Diciamo che sono una nerd libera, moderata.

Avevo tante domande da farti, ma ora sembra difficile sceglierne una: dopo tanti giorni di fiera, a sgomitare per spostarsi, diventa difficile anche pensare.

Ti capisco, infatti a volte, presa dalla disperazione inizio a sgomitare e urlare “Sono in ritardo, fatemi passare, sono una del mestiere!” sventolando il cartellino.

Confesso di averlo fatto anch’io, per arrivare in tempo a qualche intervista. Ma torniamo a parlare di te: ti sei definita un brodo di ortaggi ma tu, che ortaggio sei?

Non c’entra nulla col brodo perché non si mette, ma la melanzana mi piace tantissimo, quindi… però assomiglio anche a un broccolo. Mi sono sempre sentita con questa chioma stile broccolo. Anzi, ogni tanto mi sveglio la mattina e c’ho sti capelli in aria, totalmente broccolosi, e quindi…

Qualche volta mi sembra tu ti sia anche disegnata, come broccolo!

Sì, mi disegno spesso così. Quindi sì, direi broccolo, anche se ciao melanzana, ti voglio bene.

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Ti faccio una domanda alla Fagnani e ti chiedo: tu che belva ti senti?

Mi sento totalmente un animaletto carino e coccoloso, senza difese. Mi sento in balìa del mondo, totalmente: direi un gattino o un coniglietto.

Ultimissima domanda: progetti futuri su cui stai lavorando o ti piacerebbe lavorare?

Sto valutando un terzo libro, che però è ancora nella mia testa, e stavolta il target potrebbe essere diverso dal solito. Non voglio fare spoiler ma sì, l’idea è quella.


Ringraziamo Martina per la disponibilità, la simpatia e l’allegria, BeccoGiallo per la cura che sempre ci dedica, e la signora dello staff che continuava a farci spostare perché “non potete stare vicino alla statua”.


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Claire Bender

Vive con un dodo immaginario e un Jack Russell reale, che di recente si è scoperto essere Sith. Grifondoro suo malgrado, non è mai guarita dagli anni '80. Accumula libri che non riesce a leggere, compra ancora i dvd e non guarda horror perché c'ha paura. MacGyver e Nonna Papera sono i suoi maestri di vita.

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