Nei mitici anni 90 era davvero tutto possibile, persino che Robocop (l’originale) facesse irruzione nel mondo del wrestling
Da sempre, nel folle mondo del wrestling, sul ring o in ruoli di contorno, abbiamo ammirato non solo lottatori variopinti, di taglie e abilità tecniche fra le più svariate, ma anche personalità appartenenti ad altri “mondi”. Sportivi di altre discipline (il più recente è il giocatore di football Rob Gronkowski che è pure diventato campione 24/7 delle WWE), personaggi della televisione e del cinema (vi ricordate di Mr. T compagno di coppia di Hulk Hogan a Wrestlemania?), musicisti (i Motörhead, autori della canzone di entrata di Triple H, o Alice Cooper che accompagna Jake “The Snake” Roberts e il suo serpente sul ring a Wrestlemania III, tanto per citarne due che adoro). Persino il (futuro, a quel tempo) Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, impegnato nella “battaglia dei miliardari” con Vince McMahon.
(Il fatto che poi un personaggio del genere sia diventato il leader della nazione più potente del mondo non è una storyline, no. Anche se lo sembra…)
In un tale carnevale non potevamo certo farci mancare i robot. Niente paura: a questo pensò nel 1990 la World Championship Wrestling, la rivale della federazione che veniva trasmessa da noi in quegli anni, cioè la World Wrestling Federation. Ed è un vero peccato aver visto la WCW sui nostri teleschermi solo a fine anni Novanta, poco prima di fallire, perché ne avremmo visto davvero delle belle.
Come quella volta che a bordo ring si presentò Robocop…
Ma andiamo con ordine. Nel 1990 il campione del mondo è il “Nature Boy” Ric Flair e lui e la sua squadra, i mitici Four Horsemen, la fanno da padroni. Il suo principale rivale è un giovane Sting dalla chioma corta biondo platino (il look stile Il Corvo sarebbe arrivato solo nella seconda metà di quella stessa decade). In realtà, fino a febbraio di quell’anno, Sting aveva fatto parte degli Horsemen ma i tre membri originali Ric Flair, Arn Anderson e Ole Anderson lo avevano cacciato via in occasione dell’evento Clash the Champions X perché il ragazzo si era macchiato di lesa maestà (in pratica si era permesso di accettare un incontro per il titolo proprio contro il capo Ric Flair).
Lo scontro sembra imminente, ma Sting purtroppo si infortuna. Pertanto, il suo posto nella sfida al campione viene preso dall’amico Lex Luger, ai tempi campione degli Stati Uniti. Durante l’incontro, Sting è in stampelle a bordo ring e fa ovviamente il tifo per Luger. Agli Horsemen, però, questa cosa non va giù e, ad un certo punto, si avvicinano minacciosamente al convalescente wrestler. Luger se ne accorge, non ci pensa due volte e abbandona il match per accorrere in soccorso dell’amico, perdendo conseguentemente per contout.
Per fortuna, visto l’accaduto, i bravi dirigenti della federazione decidono che Lex lotterà nuovamente per la cintura di campione del mondo, stavolta in una gabbia d’acciaio per evitare le probabili interferenze degli scorretti Horsemen, nel mese di maggio al pay-per-view Capital Combat.
E sapete come venne sottotitolato l’evento Capitol Combat? Ve lo dico io con grande entusiasmo: Return of Robocop! Proprio così. Nel 1990 la WCW e i produttori del film Robocop 2 ebbero la “geniale” idea di fare una campagna di cross-promotion per pubblicizzare l’uscita della pellicola. Incredibile ma vero: il poliziotto robot sarebbe stato presente allo show per far rispettare la legge ai “cattivi” e dare una mano al suo amico Sting (a quanto pare i due dovevano conoscersi sin da bambini…).
La straordinaria partecipazione di Robocop al pay-per-view diviene, quindi, l’argomento principale di tutte le trasmissioni della WCW. Veri e propri notiziari con aggiornamenti costanti vengono inseriti regolarmente nella programmazione
La notizia della presenza di Robocop nel wrestling supera persino i confini americani. Insomma, se ne parla davvero dappertutto…
Il giorno dell’evento, l’intervistatore Gordon Solie si reca nel backstage per cercare di ottenere le prime immagini esclusive del robot ma riesce solo a riprendere una porta chiusa e poi, quando l’androide esce dal suo camerino per recarsi a bordo ring, una strana interferenza permette all’operatore di riprendere poco più che il piede d’acciaio del super-poliziotto. L’attesa è quasi insostenibile. Cosa farà mai Robocop nella WCW?
Dal canto loro, i “cattivi”, in quanto tali, se ne infischiano delle regole, anche se c’è un super androide a controllarli. E quindi, ancor prima che Robocop metta piede nell’arena, hanno già chiuso Sting in una piccola gabbia, posizionata vicino a quella più grande dove si sarebbe disputato l’incontro per il titolo.
Ma nessun problema. Eccolo, finalmente! Per il poliziotto robot è un gioco da ragazzi accorrere (lentamente, a dire il vero), in difesa del suo amico e staccare con la sola forza delle mani bioniche la porta della gabbia (che, però, appena viene toccata e ancor prima di essere sganciata, in realtà si è già aperta da sola…si vede che avevano risparmiato troppo sugli effetti speciali…). Il beniamino del pubblico è di nuovo libero e in salvo. Ora il super-poliziotto può tornare con lui nel backstage. La missione di Robocop in WCW è finita!
Cioè, è davvero finita qui??
Sì, amici miei, dopo mesi e mesi di promozione, dopo aver creato una spasmodica attesa, il ruolo di Robocop a Capitol Combat e in WCW è un’apparizione di circa tre minuti per liberare Sting da una gabbia già aperta. Letteralmente indimenticabile.
Dopo quella volta, nient’altro. Sparito nel nulla.
Mi ricorda quel divertentissimo meme di qualche anno fa sull’ex proprietario del Milan, il cinese Li Yonghong. Vestito da supereroe, diceva: “il mio compito qui è finito!”. E nel riquadro successivo qualcuno, molto perplesso, gli rispondeva: “ma se non hai fatto niente!”.