Ci sono cose che non passano mai di moda. Alcune restano lì, sospese e accompagnano le generazioni che si succedono (e non ripetono) con lo scorrere del tempo. I bambini, sia che siano nati negli anni settanta che negli anni duemila, da soli, nella loro cameretta, sognano a occhi aperti. E tutti almeno una volta hanno sognato di avere poteri magici.
Dall’intuizione della Toei Animation, che nel lontano 1966 produsse Sally la maga (Mahōtsukai Sarī), sino all’epoca d’oro dello studio Pierrot, che in pochissimi anni monopolizzò il mercato grazie a Il magico mondo di Gigì (Mahō no Princess Minky Momo), L’incantevole Creamy (Mahō no tenshi Kurīmi Mami), Magica, magica Emi (Mahō no sutā majikaru Emi), solo per citare i primi tre di una lista lunghissima, ne è passato di tempo.
Ora, facciamo con un pizzico di nostalgia un salto indietro di qualche decennio: Aki Irie è un’autrice che regala nuovo splendore al genere majokko e lo fa con Il Mondo di Ran (Ran to haiiro no sekai) pubblicato in Italia da J-Pop e giunto alla conclusione con il settimo volume.
Questo manga per me è stato una vera rivelazione. Raramente il tema della magia è stato trattato con tanta maestria da un autore e provo a spiegarvi perché. Verremo letteralmente trascinati nella quotidianità di Ran Uruma, una bimba deliziosa che combina un guaio dietro l’altro perché non ha ancora il pieno controllo del suo potere magico.
Ciò che convince rispetto a tanti manga su questo genere, è la capacità dell’autrice di trovare una perfetta sintonia tra lo scorrere delle giornate di Ran (alle prese con la sua famiglia, la scuola, le amicizie, il primo grande amore) e una potente carica magica che accompagna la storia principale. Anche gli eventi secondari, e questa è una delle caratteristiche più apprezzabili dell’opera, sono parte integrante e sostanziale della storia (insomma, niente inutili “extra” onnipresenti nei manga per ragazze ma approfondimenti veri e propri). Anche gli elementi ricorrenti del maho shojo vengono ripresi con intelligenza e guidati verso la maturità (tanto del lettore quanto del genere, visto che l’opera viene perlopiù classificata come seinen) e danno l’idea di un omaggio a quei capolavori del genere in questione senza però rimanere fini a se stessi. Per esempio, anche Ran ha il suo oggetto magico e in questo caso, la sua funzione è di trasformarla in una splendida ragazza dotata di un controllo maggiore sulla magia. Questa volta niente bacchette o specchietti: basta un paio di scarpe da ginnastica.
A detta di molti, Il Mondo di Ran presenta moltissime analogie con Batticuore Notturno – Ransie la strega (Tokimeki Tunaito). Vero. Tuttavia io ci rivedo appieno Bia, la sfida della magia (Majokko Megu-chan). Tra i tanti punti di contatto sicuramente quello più lampante è la rivale Nio Gekkokin, dura dal cuore tenero, che farà di tutto per dimostrare di essere più potente della protagonista.
Nonostante si tratti di soli sette volumi, la storia è sapientemente raccontata dall’inizio alla fine senza lasciare nulla al caso o dando luogo a conclusioni affrettate.
Un equilibrio centenario sta per essere messo in pericolo, nonostante gli sforzi della mamma di Ran, Shizuka Uruma, la strega più potente che la storia ricordi. Shizuka è costretta a vivere lontana dalla famiglia poiché ha su di sé la responsabilità di un portale che se aperto, porterebbe a una catastrofe senza precedenti. A coadiuvare Shizuka e le altre streghe in questo lavoro, troveremo la banda delle Ali Nere capeggiata da Zen Uruma, papà e marito devoto che bada alla casa e ai figli mentre la moglie è lontana. Ultimo membro della famiglia, ma non ultimo anagraficamente parlando, è Jin Uruma, fratello di Ran. Jin si trasforma in lupo e la sua specialità sono gli incantesimi di rafforzamento del corpo.
Tuttavia la casa degli Uruma aprirà le porte a diversi personaggi ai quali sarà impossibile non affezionarsi; diverse persone vi si trasferiranno in pianta stabile con un ruolo specifico nella storia. E anche chi di poteri magici non ne ha, troverà una sapiente collocazione nel racconto arricchendo Il Mondo di Ran di romanticismo senza smancerie. Ebbene sì, l’amore può anche non essere sdolcinato in un manga dove la protagonista è una bambina. Come se tutto questo non bastasse Aki Irie ci delizia con un tratto splendido. Le tavole sono ricchissime di particolari e mai confuse, i lineamenti perfettamente alternati in base alla situazione da raccontare.
Due note estremamente positive. Il fanservice non è mai volgare o esagerato e le scene di combattimento sono perfettamente riuscite.
Leggere Il Mondo di Ran non vi deluderà, ne sono certa. Vi farà sorridere mentre Ran si metterà nei pasticci, Jin sarà alle prese con la “stagione degli amori” o Shizuka dimenticherà il senso della misura dimostrando il proprio amore per i figli. Allo stesso tempo vi commuoverà. Aggiungo tanto. È vero, Ran può trasformarsi in una bellissima ragazza ma il suo cuore è pur sempre quello di una bambina. E la sua innocenza vi farà davvero stringere il cuore.
Dal salotto della Sig.ra Moroboshi
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