Se la volta scorsa, con l’apertura in medias res abbiamo scomodato l’Odissea, stavolta per parlare di Meravigliosa Creatura, secondo volume di Caput Mundi del neonato Universo Cosmo, tocca fare un cenno a Frankenstein. Giovanni Masi ha confezionato una storia che, rifacendosi ai classici romanzi gotici, porta sulla scena il dottor Augusto Valente e la sua Eva. Il dottor Valente è il chirurgo/demiurgo: l’uomo che crea la donna. Pur non essendo un mostro al pari degli altri abitanti di Caput Mundi, con le sue abilità riesce a crearne uno e – come la creatura di Frankenstein – sfugge al controllo del suo creatore, così la sua Eva gli si ritorce contro.
«Dopo tutti quei mostri che mi tocca operare, con te sono riuscito a creare qualcosa di bello… sei la mia meraviglia!» dice, non sapendo cosa lo aspetterà in seguito. Sì, perché se internamente Eva, al secolo Maria Ciccarello, è un coagulo di mostruosità e vendetta, l’involucro che il dottor Valente le cuce addosso è puro spettacolo, creatura assolutamente meravigliosa che con il suo fascino riesce ad ottenere tutto ciò che le serve. Eva nonostante sia praticamente rinata, conserva in sé i sentimenti di Maria; la sua nuova identità infatti non le permette di lasciarsi il passato alle spalle e per questo non può neanche lasciare impunito il mandante della disgrazia che l’ha distrutta. L’incendio sulla Prenestina di cui è vittima non è doloso e da quando Eva lo scopre, inizia una spericolata caccia all’uomo. Eva non si lascia intimorire da nessuno: Valente ha reso il suo corpo resistentissimo, una femme fatale che non si ferma davanti a nulla, anzi visto che in fondo non ha più nulla da perdere, si gioca il tutto per tutto, anche contro un lupo mannaro.
A differenza del primo numero, in cui c’era molto più splatter e scene particolarmente creepy (anche se in questo numero c’è un bel richiamo alla morte gloriosa di Oberyn Martell in GOT), i disegnatori Francesca Ciriegia e Antonio Mlinaric costruiscono le scene più forti, quelle in cui Eva si trasforma, in modo più lento e meno efferato. Nel primo numero c’è una grande velocità d’azione, molto probabilmente perché i lupi devono approfittare del momento di potere datogli dalla luna, Eva invece si prende tutto il tempo gustandosi la sua mostruosità (che la fa sembrare quasi uno Shinigami al femminile) e il suo cambiamento. Sa di essere invincibile, di non poter provare dolore. Scelta molto particolare è anche quella del colore, è un albo in bianco e nero, ma i pieni e i vuoti sono usati sapientemente in una particolare costruzione chiastica: quando Eva è “in costruzione” c’è più nero, la pagina è cupa, opprimente. Quando la sua trasformazione è invece compiuta e ormai Eva è rinata c’è molto più bianco, le pagine diventano chiare, Maria è diventata Eva, ora sa cosa vuole.
Meno presenti in questo volume sono sia Roma che il caro Battaglia, mentre si chiarificano le presenze in Vaticano che erano solo accennate nel primo numero e che speriamo continueremo a conoscere prossimamente.
Con Eva, un nuovo personaggio forte e abbastanza disturbato si aggiunge all’Universo Cosmo in cui nel prossimo numero apparirà un nuovo mostro.
Misteriosissimo, visto che nessuno riesce a vederlo…
Carla Gambale
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