«Il mio ultimo sogno è che, un giorno… prego il più lontano possibile… quando morirò, Maetel mi venga a prendere ed io possa viaggiare verso l’altro mondo a bordo del 999 passando a brindare al Bar Miraggio».
Così il Maestro Matsumoto parla a cuore aperto del suo lavoro, Racconti dal Bar Miraggio, nella postfazione presente nel volume edito da Hazard Edizioni.
Questo tassello del Leijiverse ci porta a fare la conoscenza di Maya Takao, la cui bellezza induce al peccato solo a guardarla. Le donne di Matsumoto sono sempre splendide, forse perché si somigliano un po’ tutte. Non mi riferisco solo al loro aspetto fisico, i contorni eterei, i capelli così lunghi da renderle infinitamente incantevoli.
Le donne di Leiji Matsumoto sono il motore della storia, il respiro della narrazione senza spazio e senza tempo a lui così caro e, per noi lettori, così prezioso.
Racconti dal Bar Miraggio è lo scorrere di storie individuali che si legano a doppio filo con la splendida Maya.
Non entrate in quel bar, per favore, vi scongiuro. Non lo fate.
Eppure, io so che lo farete comunque prima o poi. Varcare la soglia del Bar Miraggio significa che è arrivato il momento della resa dei conti. Maya sarà molto chiara appena vi vedrà entrare. Rimanete, bevete e giacete con me se ne avete voglia. Tuttavia non tornate una seconda volta, perché sarà l’ultima cosa che farete nella vostra vita. Chi è così stolto da tornare a cercare un posto dove ad attenderci c’è la morte? Lo siamo tutti in realtà. Se è arrivato il nostro momento, il Bar si materializzerà davanti ai nostri occhi e noi vorremmo finirci dentro per concludere la nostra storia.
Maya è il nostro destino. È lì che ci attende per curare le nostre ferite, per infonderci coraggio prima del nostro ultimo atto da protagonisti di un angolo sperduto di mondo. Che lo affrontiate con coraggio o codardia dipende solo da voi. Questo racconta Matsumoto, affidando il compito di guida a una donna che è essenza di sé stessa e di tutti noi. È bella, provocante, così invitante e generosa da concedersi senza giudicare, perché quello spetta solo a noi stessi.
Solo un ragazzo, Tatejima, verrà scelto da Maya per lavorare nel Bar e avrà diritto a tornarvi tutte le sere. Insieme viaggeranno superando paesi ed epoche, apparendo e scomparendo fugacemente, in qualsiasi luogo, senza preavviso. Questo miraggio verrà visto solo dall’avventore il cui destino avrà invocato la parola fine.
Maya ha in sé il significato dei Veda, creazione e illusione del tutto. È la prigione della nostra anima che deve essere distrutta. E Maya Takao si materializza davanti ai nostri occhi per concedersi e assumere la forma di cui abbiamo bisogno. Può essere madre, sorella, amante.
Sarà ciò che vorrà vedere il vostro cuore. Bar Miraggio è un micro-universo personale, lo spazio vitale di ogni essere umano. La sua padrona di casa è una delle creature più incantevoli create dal Maestro Matsumoto. Lei è il Destino che ci attende lungo il viaggio nello spazio e nel tempo del suo creatore che, come sempre, ha tracciato una rotta verso luoghi sparsi nell’universo infinito.
Dal salotto della Signora Moroboshi
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