Agatha All Along ha terminato la sua corsa e ora tutti gli episodi sono disponibili su Disney+. Ci è piaciuta? Scopritelo nella nostra recensione!
Ci eravamo lasciati dopo la visione dei primi 3 (di 9) episodi di Agatha All Along, la serie TV a metà tra l’horror e il mistery di Disney+ con protagonista Agatha Arkness, personaggio interpretato magistralmente da Kathryn Hann e villain di WandaVision.
Le prime impressioni avute sono state confermate nel prosieguo della serie sino alla sua conclusione; lo show con la Hann è un prodotto che non è all’altezza dei grandi successi MCU, ma non è neanche in fondo alla classifica dove si trovano She-Hulk, The Marvels, Thor Love and Thunder e molti altri.
Jac Schaeffer, creatrice e showrunner di WandaVision, cerca di dar vita a un suo ‘microverso MCU magico’ riprendendo i fili delle trame della miniserie televisiva con Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen) e Visione (Paul Bettany).
In alcuni episodi la Schaeffer riesce anche ad avvicinarsi al livello di quanto visto nella prima serie degli Studios e che tanto aveva impressionato gli spettatori, ma si tratta solamente di alcuni picchi in un prodotto che è obiettivamente mediocre e che riesce a stare in piedi solo grazie alla bravura del cast, in primis la Hann e Aubrey Plaza, attrice ‘esplosiva’ in ogni scena in cui appare.
Agatha All Along: dove eravamo rimasti?
La congrega di streghe assemblata da Agatha continua il suo percorso sulla Strada con l’obiettivo comune di riprendersi i propri poteri. Agatha, però, nasconde qualcosa e questo viene percepito dalle sue compagne e dal ragazzo ‘misterioso’, nonché famiglio di Agatha, che le accompagna.
Con le Sette di Salem alle calcagna, le streghe superano una prova dietro l’altra avvicinandosi sempre di più alla fine della Strada. Ma ogni prova ha un prezzo e le streghe della congrega cadono, una ad una.
Per una strega che muore, un altro personaggio si aggrega al gruppo: Rio, la Strega Verde (Aubrey Plaza), che si rivela essere più un’osservatrice che una risorsa della congrega.
Con episodi che assomigliano a dei veri e propri Dungeon dove si ritrovano, prima, atmosfere anni ’70 e, successivamente, anni ’80, c’è tempo anche per un episodio (il migliore dell’intero show) che si concentra sull’identità del ragazzo, il cui nome è Billy. Di più non vi diciamo per non rovinarvi la sorpresa, fatto sta che nell’episodio intitolato Sul famiglio puoi contare si scopre qualcosa in più sul passato di Billy ed è caratterizzato dall’apparizione di una guest star inaspettata. Si tratta dell’episodio più importante della serie, anche in proiezione di quanto vedremo nel prossimo futuro del MCU.
A parte alcuni picchi degli episodi centrali (per l’appunto il sesto e il settimo) e la prima parte dell’ultimo episodio che si concentra sul passato di Agatha, la miniserie procede senza infamia e senza lodi verso un finale che lascia aperte diverse ‘strade’ ad un potenziale sequel o una nuova miniserie dove potremmo ritrovare alcuni dei protagonisti di Agatha All Along.
Strega comanda colore… viola!
Come il famoso gioco per bambini ‘Strega comanda colore‘, gran parte della miniserie di Agatha All Along è struttura come fosse un gioco a livelli, un videogioco suddiviso in dungeon (le case a tema che sbarrano la strada alle protagoniste) o una escape room dove per proseguire e uscire dalla casa, bisogna risolvere gli enigmi.
A comandare è il colore di Agatha, il viola, che si trova spesso all’interno dello show e che ben si sposa con il mistery e l’horror che troviamo in diversi episodi. Su questo la Schaffer è stata molto abile, perché inserisce delle scene che fanno balzare dalla sedia lo spettatore in più di un’occasione.
Le Sette di Salem, ad esempio, sono esseri spaventosi così come alcune visioni delle protagoniste degne di un vero e proprio film horror. È un qualcosa di nuovo nel MCU se si escludono alcune scene di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, per cui bisogna ringraziare il regista e maestro del genere, Sam Raimi.
I personaggi trovano tutti spazio all’interno dei 9 episodi, ed è sicuramente interessante il fatto che nessuno di essi è un personaggio pienamente positivo o buono. Del resto stiamo parlando di streghe, e sono disposte a tutto per raggiungere i loro fini.
Infine trucco e costumi sono tra gli elementi più interessanti della serie.
Purtroppo 9 episodi sono tanti e gli sbadigli che si fanno nell’arco della serie sono numerosi. Il vero finale sembra arrivare al termine dell’ottavo episodio tanto da far esclamare allo spettatore ‘Ma nel nono episodio cosa potrà mai accadere ancora?‘.
La risposta è assolutamente nulla ai fini della trama. C’è, a onor del vero, un’esplorazione interessante del passato di Agatha, che però poteva essere inserito in un precedente episodio in modo da allungare meno il brodo e far calare il sipario con l’ottava puntata.
Ci sono sicuramente alcuni alti, ma anche molti bassi e sugli episodi finali, la strada che hanno percorso le protagoniste si perde un pò. Si finisce, insomma, nella confusione. Le Sette di Salem si rivelano essere villain inutili e fini a sé stesse, il personaggio della Plaza è interessante grazie alla bravura dell’attrice, ma non ha molta utilità all’interno della trama e viene sfruttato male a detta di chi scrive.
Gli stessi Agatha e Billy, hanno una certa caratterizzazione e poi negli episodi finali cambiano troppo rapidamente.
Come già detto, lo show regge grazie principalmente alla bravura delle attrici, della Hann in primis, il cui ruolo da strega le calza a pennello.
Ma le stesse Patti Lupone, Sasheer Zamata, Ali Ahn, Maria Dizzia, Debra Jo Rupp, riescono a dire la loro, grazie anche all’esperienza in ambito televisivo ma anche teatrale.
Conclusioni – Cosa ci lascia Agatha All Along?
Agatha All Along era una miniserie di cui non si sentiva il bisogno, ma che i Marvel Studios hanno voluto fare. Il prodotto finale è sicuramente sufficiente e apprezzabile; insomma va ben oltre le aspettative iniziali. Il cast e le atmosfere da magic mistery aiutano lo show a stare in piedi e in alcuni frangenti (bisogna dirlo) incolla lo spettatore sulla sedia.
Ma i momenti che fanno ben sperare di essere davanti a uno show di pari livello a WandaVision, si alternano (e vengono surclassati) da diversi momenti di noia e ripetitività.
Ad Agatha All Along si dà il pregio di introdurre un paio di personaggi che, con ogni probabilità, appariranno in altri film e serie TV della Marvel.
A parte questo lo show non ci lascia nulla di più, se non una versione di Hocus Pocus in salsa Marvel, con un pizzico di horror: una formula che non riesce a mandarlo nell’olimpo MCU dove stanno Endgame e Infinity War, ma che lo tiene lontano dai momenti bui degli Studios fatti di avvocatesse verdi, vendicatori lunari e tanto altro.
Agatha All Along - Finale
Kathryn Hahn: Agatha Harkness
Joe Locke: ragazzino
Debra Jo Rupp: Sharon Davis
Aubrey Plaza: Rio Vidal
Sasheer Zamata: Jennifer Kale
Ali Ahn: Alice Wu-Gulliver
Okwui Okpokwasili: Vertigo
Patti LuPone: Lilia Calderu