AIR – La storia del grande salto – Quando c’è la salute e un paio di scarpe buone…

Abbiamo visto “AIR – La storia del grande salto“, il film che narra la nascita della celebre linea di calzature sportive “AIR Jordan“. Queste sono le nostre impressioni

recensione air

 

Prima di parlare di “AIR – La storia del grande salto” vale la pena partire dalla fine. Se vi state chiedendo se serviva raccontare la storia di come Michael Jordan abbia deciso di legare la sua immagine ad uno dei marchi di abbigliamento sportivo più importanti allora vi rispondiamo decantando qualche freddo numero, facendoci supportare da Forbes. Da quando il buon Jordan ha firmato il suo primo accordo con Nike nel lontano 1984, il colosso americano gli ha versato la cifra di circa 1,3 miliardi di dollari. L’accordo firmato con la stella dell’NBA rappresenta, ad oggi, il più ricco contratto di sponsorizzazione mai realizzato. Un accordo che ha contribuito a trasformare ad icona la figura di Michael Jordan e a definire nuovi standard nell’ambito delle sponsorizzazioni sportive. D’altra parte, questa collaborazione ha permesso a Nike di polverizzare le concorrenti (all’epoca) più famose come Adidas e Converse. Negli ultimi anni i ricavi del colosso statunitense si sono attestati attornio ai 40 miliardi di dollari, il 60% in più rispetto a quelli di Adidas e 43 volte in più rispetto a quanto si registrassero prima dell’ingresso di Michael Jordan. Le Air Jordan oggi sono diventate un simbolo che hanno alimentato anche i collezionisti più abbienti. Accaparrarsi l’ultimo modello in edizione limitata delle sneakers che portano il nome del campione di Brooklyn è impresa quasi impossibile sia per i costi che per disponibilità dei modelli.

Vi sarete quindi convinti che vale la pena portare sul grande schermo la storia di come questo matrimonio è nato. “AIR – La storia del grande salto” lo fa in maniera coinvolgente pur non portando il vero Michael Jordan nel cast e non parlando della storia sportiva del grande cestista americano.

ben affleck air

Siamo da subito catapultati nei “meravigliosi” anni 80. L’approccio è quello nostalgico e anche un pelino paraculo. Sono continui i rimandi alle icone della cultura di intrattenimento che hanno forgiato quegli anni (e quelli a venire). Anche la colonna sonora (superlativa) è un continuo omaggiare quel periodo d’oro, con eccessi che sforano nella retorica di grana grossa: “Born in the USA” di Bruce Springsteen sembra essere messa li apposta per “celebrare” la nascita del grande sogno americano, in questo caso incarnato dal colosso di Portland. Non ditelo però agli autori del film che Bruce Springsteen, con quel pezzo, ha voluto denunciare gli effetti sui soldati americani della guerra del Vietnam, una delle macchie più indelebili della storia degli Stati Uniti. Un pezzo meraviglioso, icona degli anni 80, ma tutt’altro che patriottico e celebrativo.

La narrazione è incentrata sul personaggio di Sonny Vaccaro, interpretato magistralmente da Matt Damon. Vaccaro, a quell’epoca, era un illuminato dirigente dell’area marketing di Nike. Decisamente fuori forma per i canoni dell’azienda che rappresenta e di chiare origini italiane (la sua famiglia è originaria di Falerna, in provincia di Catanzaro), Vaccaro è un grande appassionato di basket e colui che si è ingegnato per far entrare Nike nel mondo dell’NBA. In quegli anni, per il colosso di Portland, il mondo del basket somigliava ad un’immensa landa arida. Converse, marchio anche questo statunitense, aveva il monopolio sulla sponsorizzazione dei grandi campioni avendo nel proprio roster star del calibro di Magic Johnson, Larry Bird, Julius Erving. Adidas, marchio tedesco che oggi è il maggior produttore di abbigliamento sportivo in Europa, era invece il brand di tendenza in forte ascesa e prima scelta dello stesso Michael Jordan, a quel tempo un giovanissimo “rookie” di grande talento che si stava affacciando nel torneo dei grandissimi. Anche Reebok, altro marchio statunitense decisamente minore rispetto ai due colossi citati in precedenza, era in forte ascesa tanto che nel 1987 superò i ricavi di Nike. In questo scenario, Nike si presenta come la cenerentola di un girone di Champions League essendo un’azienda che, fino a quel momento, aveva puntato le sue fiches sulla dotazione di calzature per l’atletica leggera.

Il “grande salto” menzionato nel titolo del film non è solo quello rappresentato dall’iconica figura stilizzata di Michael Jordan che funge da logo della linea di abbigliamento “Air Jordan“, ma è, principalmente, quello di Sonny Vaccaro che ha messo a repentaglio la sua carriera e lo sviluppo dell’azienda che rappresenta per produrre un’offerta considerata folle per l’epoca in cui si inserisce, sia dal punto di vista economico che per le condizioni a contorno.

AIR – La storia del grande salto” è la storia di come Vaccaro è riuscito a convincere il riluttante amministratore delegato e co-fondatore di Nike Phil Knight (oggi è uno degli uomini più ricchi del pianeta e nel film è interpretato dall’eclettico Ben Affleck) a formulare un’offerta fuori mercato ad una giovane promessa e a convincere la famiglia di Jordan ad accettarla, scavalcando anche David Falk, il cinico agente del giocatore (interpretato da Chris Messina).

matt damon air

Dovete vederlo Phil Knight. Un uomo che aveva già ha vinto la sua scommessa nel momento in cui decise di fondare la “Blue Ribbon Sports” (che poi sarebbe diventata Nike) dopo essere rimasto folgorato, durante un viaggio in Giappone, dalla qualità e dal basso costo delle scarpe Tiger prodotte a Kobe dalla Onitsuka Co. (l’attuale ASICS). E dovete vederlo interpretato dall’istrionico Ben Affleck che ne da una rappresentazione di uomo dinoccolato, una mente razionale e quasi passiva nei confronti degli eventi e della situazione generale. Un uomo sicuramente più attento alla forma fisica di Vaccaro, ma più per onore ai principi della sua azienda che per un reale convincimento. Una rappresentazione decisamente distante dal ritratto di “criminale d’azienda” che è stato affibbiato al vero Knight a causa di presunte condizioni disumane di lavoro a cui avrebbe costretto i suoi dipendenti. Di sicuro, un personaggio all’antitesi di Sonny Vaccaro. Quest’ultimo è un uomo tormentato che rincorre un’utopia: mettere sotto contratto il giocatore di basket che, potenzialmente, potrebbe diventare il più grande della storia. Immaginate la faccia di Phil Knight quando ha dovuto valutare le condizioni “fuori mercato” che avrebbero portato a bordo Jordan: l’intero budget di 500 mila dollari investito su un unico giocatore (pregiudicando un eventuale piano B qualora le cose fossero andate male), la creazione di una linea di scarpe con i colori dei Chicago Bulls (la franchigia che ha ingaggiato Michael Jordan) che andava contro le regole imposte dalla NBA che pretendeva che le calzature fossero bianche (e quindi il conseguente pagamento di penali da parte del colosso di Portland) e infine, ciliegina sulla torta, una percentuale di ricavato sulla vendita dei prodotti marcati con il nome Jordan.

AIR – La storia del grande salto” è un film fatto veramente bene che aggiunge una vista interessante alla carriera di Michael Jordan rispetto a quanto già visto in prodotti come “The Last Dance“, miniserie che trovate su Netflix, la quale si concentra maggiormente sulla carriera sportiva. Il cast è di altissimo livello. A Ben Affleck e Matt Damon in perfetta simbiosi e veri mattatori della pellicola si aggiunge la presenza preziosa di Viola Davis per richiesta esplicita del vero Michael Jordan. La Davis interpreta la mamma e il vero agente di Jordan e ne da l’immagine di una donna risoluta, molto attenta agli affari ma anche ai valori della famiglia. Valori sui quali fa leva Vaccaro per portare a compimento la trattativa.

“AIR – La storia del grande salto” beneficia di una regia solidissima. Ben Affleck dimostra di essere un regista oramai maturo, oltre che un bravissimo attore. Il ritmo imposto dalla sapiente regia dal regista e attore di Berkeley è inusuale per una pellicola che parla di marketing e capitalismo. Ma il vero fiore all’occhiello di questo lungometraggio è la frizzante sceneggiatura di Alex Convery. I dialoghi taglienti e intrisi di quella dose di ironia alla quale gli interpreti sembrano trovarsi a perfetto agio, sopperiscono a momenti di eccessiva retorica, come il soliloquio con il quale Vaccaro convince la famiglia Jordan a sottoscrivere il contratto oppure una visione un po troppo svilente che viene data ai competitor di Nike.

air la storia del grande salto

Una scarpa è solo una scarpa, finché qualcuno non la indossa” ribadisce Sonny Vaccaro nel monologo decisivo. Se fossimo stati a Roma avremmo detto: “Quando c’è la salute e un paio di scarpe nuove puoi girare tutto il mondo” e il discorso non avrebbe perso di efficacia.

AIR – la storia del grande salto” si candidata ad essere uno dei migliori film del 2023 e pertanto ne consigliamo senza indugio la visione.

 

 

AIR - La storia del grande salto

AIR - La storia del grande salto

Titolo originale: AIR
Paese: USA
Anno: 2023
Durata: 112 minuti
Regia: Ben Affleck
Produttori: Ben Affleck, Madison Ainley, Jason Michael Berman, Matt Damon, David Ellison, Peter Guber, Jeff Robinov, Jon Weinbach
Produttori esecutivi: Dana Goldberg, John Graham, Don Granger, Kevin Halloran, Michael Joe, Jordan Moldo, Jesse Sisgold, Peter E. Strauss, Drew Vinton
Casa di produzione: Amazon Studios, Mandalay Pictures, Skydance Media
Distributore italiano: Warner Bros.
Interpreti e personaggi:
Matt Damon: Sonny Vaccaro
Ben Affleck: Phil Knight
Jason Bateman: Rob Strasser
Marlon Wayans: George Raveling
Chris Messina: David Falk
Chris Tucker: Howard White
Viola Davis: Deloris Jordan
Matthew Maher: Peter Moore
Julius Tennon: James R. Jordan Sr.
Gustaf Skarsgård: Horst Dassler
Barbara Sukowa: Kathy Dassler
Joel Gretsch: John O'Neil
Dan Bucatinsky: Richard
Tom Papa: Stu Inman
Voto:

Sfoglia tutti i film recensiti da MegaNerd!
Avatar photo

Mr. Rabbit

Stanco dal 1973. Ma cos'è un Nerd se non un'infanzia perseverante? Amante dei supereroi sin dall'Editoriale Corno, accumula da anni comics in lingua originale e ne è lettore avido. Quando non gioca la Roma

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *