Da pochissimo è online l’episodio speciale della final season di Attack On Titan. Quali sono state le nostre impressioni in merito?
Nel corso degli ultimi mesi abbiamo seguito con fervore le polemiche relative alla frammentazione e la proroga dell’ultima stagione di Aot. Impossibile non comprendere lo stato d’animo dei fan che hanno interpretato la decisione dello studio MAPPA, come una semplice manovra di marketing per continuare ad alimentare l’hype costruitosi intorno all’opera.
Forse tale osservazione, si è rivelata più veritiera di quanto pensassimo. A confermare ciò, il fatto che nonostante i fiumi di odio e delusione riversati sui social, il 4 marzo eravamo tutti in attesa di questa tanto attesa penultima parte dell’ultima parte.
Ebbene si, anche noi abbiamo deciso di guardare l’episodio speciale, in uscita il 4 marzo su Crunchyroll. Forse perché nonostante tutto AOT resta un piacere da godere e la sua trama incredibilmente intrecciata continua ad inghiottirci episodio dopo episodio. O forse perché immaginiamo che per MAPPA non sia stato un compito semplice portare sullo schermo un’opera così titanica in così poco tempo.
Attack On Titan: final chapter 1
L’episodio della durata di un’ora esatta, ci catapulta nuovamente oltre le mura dell’isola di Paradis, conservando lo stesso clima di tensione che ormai contraddistingue le ultime stagioni.
Sono ben lontani i tempi in cui il problema principale era quello di scoprire l’origine dei giganti e lo scenario che abbiamo avanti lascia alle spalle i ricordi verdeggianti dell’isola, per portarci in una realtà devastata dal boato della terra.
Le immagini della marcia dei giganti colossali che spazza via le ultime speranze dell’umanità lasciano sconfortato lo spettatore che inizia a chiedersi se a tutto quel dolore sarà scritta presto la parola fine. Le immagini del boato, sbiadiscono a poco a poco per portare all’attenzione un flashback di Eren.
In questo flashback Eren, salva il piccolo Ramzi (un bambino rifugiato a Marley che deruba i cittadini per poter un giorno regalare alla propria famiglia una sistemazione dignitosa), da una fine certa, mentre è oggetto di un feroce pestaggio.
Questa parentesi narrativa è stata inserita per fare luce su quelli che sono i veri sentimenti che hanno motivato Eren a prendere la sua folle decisione. Difatti Eren, dopo aver tratto Ramzi in salvo, inizia uno straziante monologo di scuse, per lo sterminio che da lì a poco avrebbe dato inizio.
In tale monologo, Eren esprime tutta la sua delusione nell’apprendere che il mondo oltre le mura, tanto sognato da lui e da Armin, non è degno degli eldiani. Effettivamente oltre le mura, i nostri eroi hanno sempre immaginato di trovare un mondo inesplorato pronto ad accogliergli, ma in realtà cosa hanno trovato?
Ciò che hanno trovato oltre le mura è stata solo l’amarezza e l’odio che gli uomini trasmutano in guerre cruente. E le immense distese di sabbia, il mare e la libertà di esplorare il mondo, non sembrano avere più importanza per il nostro antieroe.
Corsa contro il tempo per la partenza dell’idrovolante
Lo speciale di Attack on Titan ha continuato a giocare con i sentimenti degli spettatori dall’inizio, fino alla fine dell’episodio. Dopo aver fatto luce sulle tristi dinamiche che hanno portato il protagonista dell’opera a diventare il vero antagonista, la situazione si è iniziata a scaldare, uscendo dalla parte introspettiva ed entrando nella fase più dinamica dello special.
Mentre la marcia dei colossali avanza, lasciando dietro sé solo morte e disperazione, il restante corpo di ricerca, con l’aiuto di Reiner e Pieck, cerca di partire a bordo dell’idrovolante. Purtroppo, a causa dell’intromissione di Floch, anch’esso arrivato ormai agli ultimi sgoccioli, l’idrovolante subisce un danno.
Inizia proprio da lì la corsa contro il tempo, che i nostri eroi dovranno affrontare per partire poi alla volta di Eren. Una corsa che per essere fermata, vedrà sacrificarsi uno dei personaggi più apprezzati dell’opera.
“Shinzou wo Sasageyo”
Purtroppo la schiera dei giganti, è ad un passo dall’idrovolante, a cui manca pochissimo per riuscire a partire. In quel momento, Hange assume il controllo della situazione proponendosi di intrattenere i giganti colossali, nel tempo necessario alla ripartenza.
In questa occasione, viene posto un accento anche sul legame di affetto e rispetto che il Capitano Levi ha nei confronti di Hange. Difatti, prima che quest’ultima possa partire per una già annunciata missione suicida, Levi le rivolge il pugno al petto e citando, forse per la prima volta nel corso dell’opera: shinzou wo sasayego! (Offrite i vostri cuori).
Una semplice frase, che racchiude in sé tutto ciò che ha reso l’opera di Isayama, uno dei progetti più imponenti degli ultimi dieci anni.
Inutile dire che la scena in cui Hange si getta a capofitto tra i colossali, fino a farsi divorare dalle fiamme, è senza ombra di dubbio una delle più importanti dell’intera opera. Lodata per come è stata riportata in carta e apprezzata per come è stata proposta sullo schermo, questa scena vi spezzerà il cuore e vi farà tornare in mente tanti momenti passati.
La disperazione che attanaglia Armin, Mikasa, Jean e il resto del gruppo, è tangibile, grazie al superbo lavoro svolto da MAPPA. Tuttavia, ai nostri protagonisti resta l’ultima missione, la più difficile, ovvero trovare Eren e fermare il boato.
Nella loro corsa contro il tempo, riescono ad atterrare fortuitamente sul Gigante Fondatore intraprendendo così, negli ultimi minuti di visione, quello che sembra lo scontro più colossale di tutta la serie.
Attack On Titan final season: conclusioni
In conclusione potremmo dire che nonostante le polemiche che circolano, MAPPA ha realizzato un lavoro superbo. Lo studio è riuscito a trasformare un’opera che già di suo aveva un gran potenziale, in un lavoro epico che sarà trasmesso ai posteri come un poema omerico.
Il merito forse va proprio alla narrazione lenta e introspettiva che hanno scelto per queste ultime stagioni. In questo modo il pubblico ha avuto modo di familiarizzare maggiormente con le dinamiche e i sentimenti che coinvolgono i personaggi.
Inoltre, è anche vero che l’occhio vuole la sua parte e nemmeno da questo punto di vista lo studio ha deluso il suo pubblico. Lo special ha continuato a seguire la scia delle scorse stagioni firmate MAPPA, attraverso delle immagini dal forte impatto visivo.
Le animazioni realizzate in una computer grafica dinamica e fluida ha reso giustizia alla storia che doveva animare. Continuiamo ad apprezzare anche le texture di colore che lo studio ha nuovamente applicato ai frame, donando alle immagini un’atmosfera particolarmente epica.
Ci siamo affezionati ad ognuno di loro, e ad alcuni di noi inizia a mancare terribilmente l’Eren ragazzino che nemmeno riusciva a controllare il proprio dispositivo di manovra. Tuttavia, occorre precisare che ciò che ha reso quest’opera mastodontica è stata proprio la metamorfosi di Eren.
Cogliamo occasione per annunciare che il prossimo special, che finalmente concluderà tutto il mondo AOT, andrà in onda il prossimo autunno. Noi non vediamo l’ora e tu?