> Le ultime mosse prima della partita decisiva: Batman deve affrontare le conseguenze degli Incubi e l’ultimo ostacolo prima dello scontro finale con Bane. “La caduta e il caduto” ruota intorno a Bruce e Thomas Wayne, a Batman contro… Batman!
Poteva essere la proverbiale calma che precede la tempesta, e forse lo è nel capitolo centrale, ma l’undicesimo volume della Rebirth Collection di Batman va a disporre le pedine sulla scacchiera per la partita conclusiva. Batman si risveglia dagli Incubi cui era stato sottoposto da Bane e il suo braccio destro, il redivivo Thomas Wayne di Flashpoint (tornato in scena in La Spilla). Ancora un po’ intontito dalla nuova formula del gas dello Spaventapasseri, ma deciso a mettere fine al piano di Bane, si fa strada tra i criminali di Arkham a suon di cazzotti ben assestati, minacce poco velate indirizzate al sovrano di Santa Prisca e manifestazioni di una volontà ferrea.
Batman sta per varcare le porte dell’inferno che lo porteranno verso l’atto finale della lunga gestione di Tom King: la caduta della città, delle certezze e delle maschere; il caduto, l’eroe, il protagonista, la vittima, lo sconfitto. Il volume numero #11, almeno nella riproposizione dei capitoli della serie regolare, è pervaso da un senso di malinconia ed arrendevolezza frutto di una volontà che si scontra con una realtà, ora, più forte. Mai come prima, l’annichilimento totale dell’eroe sembra essere vicino; mai come prima, la sconfitta raggiunge il corpo e l’animo in un abbraccio mortifero, in un pugno che spacca i fragili equilibri.
La Caduta e il Caduto vive almeno due vite, con il capitolo centrale che fa da pivot all’arco narrativo: le prime due parti rimettono sul campo da gioco Batman, dopo gli incubi del volume precedente. Il Crociato Incappucciato passa in rassegna il parco nemici in maniera determinata e, per certi versi, spietata. Non manca di riaffermare la propria determinazione, in barba alle evidenti difficoltà del momento, arrivando a dare un appuntamento a Bane senza mezzi termini.
Il Cavaliere Oscuro, quindi, prepara il proprio esercito da contrappore a quello di Bane che – ricordiamolo, ora che è chiaro – ha assoggettato tutti il villain di Gotham. Ovviamente la Bat-family corre in aiuto del Pipistrello ma l’equilibrio tra i membri, o meglio tra Batman e tutti gli altri, si è ormai incrinato: l’ostinata guerra a Bane ha raggiunto, dal punto di vista dei Robin e Batgirl, lo status di vera ossessione, valvola di sfogo per il non-matrimonio, vero trauma vissuto da Batman. Ormai il Cavaliere Oscuro è sfiduciato e sembra poter contare solo su se stesso.
Ma in questo momento non è sufficiente e un pugno ben assestato è la prima mossa vincente. La Caduta.
Il capitolo centrale del volume, Batman #72, è il classico numero, nel risultato, che ci fa capire di essere ormai vicini alla fine: con una costruzione magnetica delle tavole, accompagnate da un monologo accattivante che solo alla fine rivela l’oratore, ripercorre di fatto tutta la run di Tom King, ripassando uno dopo l’altro gli eventi che hanno portato la storia al punto dove siamo. Il classico “spiegone” che, però, non appesantisce il racconto ma stempera la tensione del capitolo precedente, preparando la strada agli ultimi due atti.
Questi, con il senno di poi, si riveleranno essere più significativi di quanto, ad una prima lettura, potessero apparire. Come abbiamo avuto modo di spiegare in questa rubrica, Tom King ha spesso presentato il suo Batman legandolo ad un qualche livello di dualità: nella sceneggiatura, raccontando storie su due piani temporali, sfruttando parallelismi ed analogie, alternando dinamiche intrecciate a quelle dicotomiche; nella scelta dei disegnatori, come in questo arco narrativo in cui si alternano Mikel Janin e Jorge Fornes. Il finale di La Caduta e Il Caduto non è da meno, presentando un nuovo confronto sulla scia della trilogia Io Sono: Bruce contro Thomas Wayne, Batman contro Batman.
Appreso limpidamente il piano di Bane, Flashpoint-Batman decide di allontanare definitivamente Bruce da Gotham per recidere gli ultimi legami con la città e vivere finalmente una vita felice. A Nain, ad un centinaio di kilometri da Khadym, Thomas vuole riportare in vita la sua Martha (che nella realtà di Flashpoint era divenuta il Joker) e ricostruire la famiglia spezzata. Bruce si trova di fronte ad una possibilità, una variante dell’essere Batman: Thomas è sempre stato più violento, radicale, spietato. E tanto quanto quella realtà di cui si parlava all’inizio va, per il momento, accettata, ce n’è un’altra incontrovertibile, che cede di fronte alle illusioni di una figura ritrovata, simile ma non la stessa: Bruce è solo, Thomas e Martha Wayne sono morti a Crime Alley. È stato quell’omicidio, quella perdita e il successivo giuramento a fare di Bruce, Batman. Quello che sta ancora in piedi, quello che è Batman perché è Batman. Con la schiena spezzata, l’animo a pezzi, Vigilante e Pipistrello, Cavaliere e Crociato, Caduto.
In La Caduta e il Caduto, Tom King ci prepara al gran finale della sua gestione su Batman: il volume procede alternando momenti più riflessivi e dialogici ad altri più d’azione, nel complesso tenendo sempre alta la tensione emotiva. Se in Incubi si erano alternati diversi disegnatori per rappresentare i diversi setting con stili differenti, in questo volume – come evidenziato in precedenza – King si affida alle matite sicure e familiari di Jorge Fornes alternate nei primi tre capitoli a quelle di Mikel Janin, che chiude in solitaria con gli ultimi due. Ne risulta un volume ricco e per tutti i gusti nei toni e nelle dinamiche, con un paio di colpi di scena da far cascare la mascella. Il monologo centrale tiene incollati alle pagine mentre l’azione (con i disegni di Fornes) si alterna agli highlights in splash-page (di Janin) del periodo Rebirth, dando nuova vita alla dualità rianalizzata in precedenza.
È tutto in gioco, in bilico tra ciò che è stato e ciò che sarà, come sulla parete di un pozzo, vacillando aggrappati con una mano sola.
Nell’edizione proposta da Panini Comics, il volume si arricchisce di mini-avventure presentate nel Batman Day 2020: cinque storie brevi nelle quali vengono esplorate la psicologia di alcuni villain classici e le dinamiche con le quali affrontano il Pipistrello. Le sceneggiature di altri autori offrono visioni e spunti interessanti su personaggi più o mento coinvolti nella run principale, andando ad arricchire una volta di più il mito di Batman e del suo mondo.
Best Quote:
«Sapevo che era impossibile… Eppure non riuscivo a perdere la speranza»
