Beetlejuice Beetlejuice – l’esilarante ritorno dello Spiritello Porcello 36 anni dopo

Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, Beetlejuice Beetlejuice è arrivato in sala 36 anni dopo l’uscita del primo fortunato capitolo. Con le sue iconiche atmosfere dark e inquietanti, Tim Burton riporta in vita uno dei suoi più grandi successi, e noi  – che lo abbiamo visto in anteprima – in questa recensione vi sveliamo i motivi per cui non dovreste lasciarvi scappare questo sequel

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Eccoci, ci risiamo. Dopo tanti anni, la paura (giustificata) che questo sequel fosse rischioso ha invaso molti pensieri degli appassionati di Tim Burton. Ma invece, oggi siamo qui per dirvi che con Beetlejuice Beetlejuice, Tim Burton riporta in auge uno dei suoi personaggi più iconici grazie ad un film che calca l’ironia ed il sarcasmo del primo, ma rafforzandolo di una nuova linfa vitale. Ma andiamo con ordine.

La storia di Beetlejuice Beetlejuice è ambientata nel 2024, 36 anni dopo il primo. Lydia Deetz non è più la ribelle e gotica adolescente, bensì una donna adulta che ha fatto della sua capacità di comunicare con l’aldilà una professione. Lavora infatti per uno show televisivo capitanato dal suo compagno Roy (Justin Theroux), in cui gli invitati raccontano le loro esperienze paranormali.

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La notizia della morte del padre però porta Lydia, Roy, la matrigna Delia (interpretata dalla bravissima Catherine O’Hara) e la figlia Astrid (nei cui panni troviamo Jenna Ortega, la splendida protagonisra di Mercoledì) alla nota Ghost House, la tenuta protagonista della pellicola del 1986, che dovrà essere messa in vendita dopo il funerale. Ma Il ritorno all’antico casolare vibra ancora di forze oscure del passato, pronto a risalire in superfice, insieme a nuovi personaggi dell’aldilà pronti a generare il caos sulla Terra. Non solo Beetlejuice, ancora invaghito di Lydia, vorrebbe ricomparire nella sua vita, ma anche ulteriori pericoli metteranno a rischio nuovamente la vita della famiglia Deetz.

Un sequel che guarda al passato, ma senza una morbosa nostalgia

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L’idea di realizzare un sequel con così tanti anni di differenza ha rappresentato una grande preoccupazione per i fan del primo capitolo, ma con Beetlejuice Beetlejuice Tim Burton è riuscito a non deluderli. Nonostante la storia non sia particolarmente originale o sorprendente, e in alcuni punti rischia di inserire troppi elementi poco collegati tra loro, il film riesce ad intrattenere e divertire il suo pubblico, portando una linfa nuova alla storia originale.

Questo sequel infatti, grazie anche ad alcuni riferimenti al primo e alla colonna sonora firmata sempre da Danny Elfam, storico compositore e collaboratore di Burton, non dimentica le atmosfere della prima iconica pellicola, ma allarga il suo pubblico attirando non solo i suoi affezionati fan, ma anche gli spettatori delle nuove generazioni.

Non mancano poi alcuni riferimenti alla cultura pop, come la tazza World Best Boss di Beetlejuice nel suo ufficio nell’aldilà, iconico accessorio di Michael Scott della serie tv The Office, o l’ambientazione del deserto del mondo dei morti con i Vermi della sabbia, chiara allusione all’universo di Dune.

Il cast storico torna con energia rinnovata, mai fuori luogo. Per Michael Keaton il tempo sembra non essere mai passato: riesce infatti, con uno dei personaggi più famosi della sua carriera, a conquistare nuovamente il pubblico, attraverso la sua pungente ironia e la sua irriverenza fuori dagli schemi. Anche Catherine O’ Hara, che qui si occupa di organizzare performance artistiche innovative, riesce a dare alla sua Delia una nuova veste.

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Winona Ryder si conferma la Lydia Deetz perfetta, ma in questo film il focus è spostato sul suo rapporto con la figlia Astrid, interpretata – come detto poco più su – da Jenna Ortega. Le due infatti, dopo la morte dell’ex marito e padre della ragazza, hanno iniziato ad allontanarsi e comprendersi sempre meno, dinamica molto tipica della fase adolescenziale nel rapporto con i genitori. La scelta di Jenna Ortega si conferma nuovamente vincente: dopo Mercoledì Addams, Jenna risulta la nuova musa di Burton, e anche qui riesce a inserirsi completamente nei panni di un personaggio tipico dell’immaginario del maestro del gotico e delle sue atmosfere.

Interessanti anche i nuovi personaggi, tra cui Delores, ex moglie di Beetlejuice (Monica Bellucci), Jeremy (Arthur Conti) un adolescente che conosce Astrid durante la sua permanenza alla Ghost House, e Wolf Jackson (Willem Dafoe) ex attore e capo della polizia dell’aldilà.

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Beetlejuice 3 ci sarà? 

Potrebbe essere possibile l’uscita di un terzo capitolo dedicato allo Spiritello Porcello? Il finale di Beetlejuice Beetlejuice lascia alcuni dubbi. Non ci sono ancora conferme ufficiali, però la scena finale di questo film potrebbe lasciar sperare ad un successivo sequel che continui ad esplorare le tormentose avventure tra il mondo dei vivi e l’aldilà e riporti nuovamente tra noi questo insolito ma spiritoso personaggio insieme ai membri della famiglia Deetz.

Ma oltre i sospetti non possiamo fare altro che aspettare per sapere se accadrà veramente!

Beetlejuice Beetlejuice

Beetlejuice Beetlejuice

Paese: USA
Anno: 2024
Durata: 104 minuti
Regia: Tim Burton
Sceneggiatura: Alfred Gough, Miles Millar
Casa di produzione: Warner Bros., Plan B Entertainment
Distribuzione: Warner Bros. Entertainment Italia
Interpreti e personaggi:
Michael Keaton: Beetlejuice
Winona Ryder: Lydia Deetz
Catherine O'Hara: Delia Deetz
Jenna Ortega: Astrid Deetz
Monica Bellucci: Delores
Willem Dafoe: Wolf Jackson
Justin Theroux: Rory
Burn Gorman: reverendo
Uscita nelle sale: 5 settembre 2024
Voto:

Ludovica

Ludovica Terracciano

Mancina, testarda e fin troppo sognatrice. Mi tuffo in ogni storia che vedo come Alice nel Paese delle Meraviglie. Mi trovate seduta al Central Perk mentre bevo caffè e leggo Harry Potter.

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