In occasione di Lucca Comics & Games 2024, Hikari Edizioni ha presentato la versione italiana di Bibliomania, opera di Orval e Macchiro nominata nel 2019 al Japan Media Arts Festival Awards. Queste sono le nostre considerazioni, ovviamente senza spoiler
La trama di Bibliomania è apparentemente semplice: Una ragazzina di nome Alice si risveglia nella stanza 431 di un enorme quanto strano maniero. Ad accoglierla trova un inquietante serpente che la esorta ad esprimere ogni suo desiderio, poiché in quella stanza diventerà realtà, e quando l’edificio arriverà ad ospitare 666 persone, comincerà una grandissima festa.
Alice però, è una ragazza curiosa, e decide di varcare la soglia della camera 431, con l’obbiettivo di raggiungere la 000, stanza che, a quanto pare, le permetterà di tornare nel mondo esterno.
Sin dalle prime pagine si capisce che Bibliomania nasconde qualcosa che va ben oltre l’apertura di qualche porta.
Cominciamo col dire che abbiamo visto in giro diversi paragoni con Alice Nel Paese Delle Meraviglie, a partire dal nome della protagonista, e molto probabilmente l’ispirazione arriva proprio da lì. Leggendolo tuttavia, ci ha fatto pensare ad una sorta di Inferno Dantesco in cui Alice porta dopo porta s’imbatte in mondi generati dai desideri degli ospiti, in cui il serpente la segue e a tratti la protegge, assumendo in un certo senso il ruolo di Virgilio.
Ciò che però vogliamo fare, senza spoileravi nulla, è raccontarvi la nostra esperienza con questo manga, e dirvi perché secondo noi, dovreste dargli una possibilità.
Bibliomania è un’opera intensa
Bibliomania è un’opera che innanzitutto va guardata. Al di là del fatto che la storia possa catturare o meno, le tavole di Macchiro sono meravigliose e variegate. Si passa da illustrazioni semplici come il risveglio di Alice nella stanza 431, a capolavori colmi di dettagli, che toccano l’apice nei numerosi momenti di body horror presenti all’interno del volume.
Abbiamo letto Bibliomania più volte prima di scriverne, e ad ogni lettura abbiamo colto un dettaglio che ci era sfuggito in quella precedente. Muovendosi verso il finale poi, Macchiro dà il meglio di sé, proponendo tavole che sicuramente vi resteranno nella memoria. Da segnalare che questo manga è inoltre il suo primo e a quanto pare unico lavoro ad oggi, quindi potremmo trovarci davanti ad un disegnatore con ancora tanto da comunicare, e se le premesse sono queste, non possiamo che essere ottimisti pensando al futuro.
Se è vero però che le illustrazioni elevano questo volume a livelli artistici davvero alti, è anche vero che qualcosa che scricchiola al suo interno c’è.
Parliamo della storia di questo manga, e per certi aspetti, di uno dei suoi punti deboli. Bibliomania si distingue per il suo incredibile lato artistico, ma le vicende che coinvolgono Alice non sono altrettanto memorabili. Come detto in precedenza, non vogliamo rovinarvi la lettura raccontandovi ciò che succede all’interno del manga, ma con una premessa come quella che abbiamo scritto in apertura, ci saremmo aspettati uno sviluppo ben diverso, mentre invece l’impressione è stata quella di qualcosa di chiuso troppo in fretta.
Certo, la seconda parte del volume è perfetta per dare modo alle illustrazioni di emergere, ma avremmo voluto ad esempio qualche sezione che approfondisse meglio l’universo in cui la storia è ambientata.
Sono presenti delle pagine che spiegano cosa sia successo al mondo fuori dal maniero, ma sono davvero troppo poche, e liquidano la faccenda in un batter d’occhio.
Ad una prima lettura eravamo addirittura convinti di esserci persi qualcosa, o di aver frainteso alcuni passaggi, ma in realtà la storia è davvero semplice come sembra, e se lo leggerete, ve ne renderete conto.
Con ciò tuttavia, non vogliamo sostenere che la trama non sia apprezzabile. La prima parte del volume è estremamente godibile, e scoprire le diverse stanze insieme ad Alice è un’esperienza davvero interessante.
I temi affrontati sono quelli più o meno classici: si va dal bullismo nelle scuole, fino al desiderio di un’eterna giovinezza, passando per la ricerca della famiglia perfetta.
Ogni personaggio che si incontra è insomma una piccola storia a sé in grado sicuramente di catturare il lettore, peccato solo che in men che non si dica, poco dopo la prima metà del volume, questa sezione finisca, e cominci la seconda, che porta con sé i difetti di cui vi parlavamo poco fa.
Si tratta sicuramente di un’opera più votata all’arte, che al racconto, tanto che a tratti sembra che il focus siano più le illustrazioni, che la storia stessa.
Non vogliamo quindi dirvi che Bibliomania sarà la lettura che cambierà la vostra vita, ma se volete godervi un racconto carino supportato da una serie di vere e proprie opere d’arte, vi consigliamo caldamente di dargli un’occhiata. Se poi volete anche un bell’oggetto da esporre nella vostra libreria, la variant fa sicuramente al caso vostro.
Prima di chiudere, abbiamo un’ultima particolarità di Bibliomania da menzionare: si tratta di uno dei pochissimi manga pubblicati in Giappone con lettura all’occidentale, che richiede quindi di essere letto da sinistra a destra.