Sui Ishida, l’autore dell’acclamato Tokyo Ghoul, è tornato a sorpresa con una nuova serie manga che, se da una parte ricalca i temi della sua opera prima, dall’altra sembra prometterne diversi miglioramenti: Choujin X è una delle ultime novità targate J-Pop.
Da sempre abituati a pensare al mondo orientale come ad un’entità fortemente distinta da quella occidentale, convenzione ha voluto che tutto ciò che riguardasse i supereroi fosse attribuito fin dal principio unicamente alla seconda. Complici le due più grandi etichette editoriali esistenti di stanza negli Stati Uniti, Marvel e DC, infatti, si tende erroneamente a pensare che le vicende di tutti quegli uomini dotati di poteri fuori dall’ordinario possano appartenere, per essere complete e accattivanti, solo alla nostra riconosciuta creatività. Retaggio di una tradizione culturale differente, invece, molto più spesso all’Oriente vengono associate creature ed elementi lontani dalla nostra realtà concettuale, come fantasmi, spiriti ed esseri demoniaci che di frequente ne affollano i racconti, operando così una sorta di scissione tra due universi destinati, forse, a non collidere mai.
A ben vedere, però, né gli uni né gli altri sono mai stati davvero e del tutto indifferenti alle influenze portate in maniera reciproca in letteratura: se da una parte la stessa Marvel ha reso protagonisti dei suoi fumetti personaggi ben radicati nelle proprie origini orientali come Kamala Khan e Shang – Chi, dall’altra i paesi del Sol Levante hanno attinto più o meno assiduamente all’immaginario occidentale dei supereroi e un’opera come My Hero Academia ne è la riprova. Sarebbe, dunque, così folle provare a sovvertire l’idea ormai consolidata di un’appartenenza quasi primordiale di tematiche all’una o all’altra parte?
Sono proprio i supereroi, infatti, ad essere posti al centro della narrazione del nuovo manga di Sui Ishida. Dopo anni di silenzio, l’autore della celebre saga di Tokyo Ghoul (14 volumi, un prequel, un sequel e un adattamento anime in tre stagioni seguito poi da un film live action) torna ad occuparsi di serializzazione con Choujin X (letteralmente Superuomo X), ritrovando al suo interno temi a lui già conosciuti e dinamiche ben lontane dall’essere considerate originali o innovative, eppure perfettamente funzionali allo scopo: intrattenere divertendo senza mai mancare di scendere un po’ più in profondità.
1998: il mondo è ancora preda della confusione più totale. Cinquant’anni dopo l’aumento repentino e incontrollato dei choujin e la divisione di tutte le nazioni in provincie autonome, nulla sembrerebbe essere cambiato: mentre alcuni superuomini continuano a terrorizzare le città, altri proteggono i loro abitanti in uno scontro di forze senza fine. A modo loro, anche Azuma e Tokio cercano di contribuire alla nobile causa di tenere al sicuro il luogo in abitano, ma se il primo può contare sulle proprie abilità fisiche, il secondo non può far altro che assecondarlo e chiamarlo in caso di pericolo. Dopo essersi prestati come volontari per coadiuvare i soccorsi sul luogo di uno strano incidente aereo, però, i loro destini cambiano irrimediabilmente: negli uomini che poco prima avevano tentato di violentare una giovane donna qualcosa è cambiato e solo un potere straordinario potrebbe salvarli dalla loro furia.
Superpoteri al servizio e a protezione del bene, distruzione e assoggettamento come imperativi del male: nulla di rivoluzionario nelle premesse di un manga che vede protagonista un liceale inserito in un contesto di un mondo andato in frantumi diversi anni prima, eppure Choujin X è riuscito comunque a fare scalpore. Fragoroso come un tuono, il nome del suo autore è risuonato all’improvviso sul sito Tonari no Youg Jump, facendone in parte la sua fortuna. Lo stile quasi graffiato, tendente al realistico nel tratteggiare i volti umani, attento ai dettagli nei primi piani e molto dinamico nel riprodurre i combattimenti costituisce, infatti, il grande punto di forza di questo primo volume: caratteristico di Sui Ishida, il tratto difende in maniera egregia una trama che, pur essendo solo allo stato embrionale, convince a metà.
Poco si può presupporre, difatti, terminata la lettura del volume perché in quanto ad approfondimenti, anche solo accennati, worldbuilding e contestualizzazione dei fatti il mangaka si rivela essere molto parco. Fatta salva qualche anticipazione relegata nei contenuti extra delle ultime pagine, i primi capitoli di questa nuova storia assolvono l’unica funzione di scagliare con quanta più forza possibile il lettore in un universo del tutto nuovo, sconosciuto in termini di meccanismi, dinamiche e schemi, cercando, però, allo stesso tempo, di stuzzicarne la curiosità attraverso diversi piccoli input distribuiti in modo strategico tra le tavole. Rimanendo comunque fin troppo in superficie, Sui Ishida comincia così a fornire indizi circa l’apparente complesso passato che ha portato i superuomini a investire la città e i riferimenti ad alcune delle opere più chiacchierate del momento non si fanno attendere: sarà il futuro a dire se questi parallelismi saranno dannosi o, al contrario, renderanno Choujin X una serie appagante e soddisfacente.
Se la trama rimane, dunque, sospesa a mezz’aria, un discorso analogo può essere portato avanti circa le tematiche affrontate dall’autore: accanto all’eterna contrapposizione che vede scontrarsi il bene da una parte e il male dall’altra, emerge un’attenzione particolare per le relazioni interpersonali disfunzionali tra i personaggi. Nello specifico, quella tra Azuma e Tokio incarna alla perfezione il significato di dipendenza, in cui uno dei due vive consapevolmente all’ombra e in funzione dell’altro e non a caso questo stesso concetto si riflette sulle trasformazioni che il protagonista, Tokio Kurohara, subisce a seguito dell’avvento dei superpoteri.
L’aspetto più interessante di Choujin X risiede proprio qui: la personificazione di ciò che si è, delle proprie abilità, aspirazioni e unicità per mezzo dei poteri acquisiti. La sensazione che Sui Ishida voglia, con questi esseri capaci anche di mutare la propria forma in vari stadi, compiere un viaggio all’interno della psiche umana è forte, penetrante e prende corpo dalla seconda metà del volume in poi, mostrando la volontà dell’autore di scalfire la tanto dura quanto comoda superficie di tutti quei combattimenti esteticamente affascinanti per sprofondare in maniera lenta e graduale nelle acque fredde e torbide dell’animo umano.
Un giudizio sospeso, quindi, quello da dare al primo volume della nuova opera di Sui Ishida: Choujin X è un manga potenzialmente interessante che potrebbe dar luogo a diversi spunti riflessivi non così scontati o di facile lettura che però, al momento, decide di non svelarsi troppo.