Continuano gli appuntamenti con Comics – La Storia Segreta, docu-serie di sei episodi creata da Robert Kirkman nel 2017 ed ora in onda su Sky Arte. Il quinto episodio, dal titolo Eroi di tutte le culture, ci racconta di come si sia arrivati ad avere dei fumetti con eroi dalla pelle nera
Il mondo dei fumetti ha sempre rispecchiato il più possibile la realtà. Dunque, se l’uomo bianco dominava nel mondo reale, non poteva essere diversamente nei fumetti, dove come protagonisti vi erano sempre eroi caucasici. Anche quando vi erano personaggi di colore, questi erano creati esclusivamente da artisti bianchi e finivano per essere stereotipati e lontani dal reale. Pensiamo ad Ebony White, visto in The Spirit di Will Eisner. In questo panorama di eroi bianchi, nel luglio del 1966 spiccò Black Panther, che fece la sua prima apparizione in Fantastic Four #1.
Ma la vera svolta rivoluzionaria fu portata dalle opere della Milestone Media, che in questa puntata ci vengono raccontate attraverso le voci dei suoi due fondatori, Denys Cowan e Derek T. Dingle, oltre a tutti coloro che hanno preso parte alla creazione del The Dakota Universe. Ed è proprio grazie alla Milestone che oggi, nel panorama fumettistico, abbiamo un mondo in cui non c’è distinzione tra bianco e nero.
Il seme di un’idea
Il seme dell’idea dietro la Milestone Media e alle sue opere, iniziò a germogliare durante l’infanzia di Cowan e Dingle. I due frequentavano la stessa scuola elementare e condividevano la passione per i fumetti. Tuttavia, non riuscivano a trovare eroi in cui rispecchiarsi, almeno fino a quando non scoprirono Black Panther e Luke Cage. Ma, anche in queste opere, i personaggi neri erano stereotipati sia da un punto di vista fisico che linguistico. Ciò accadeva perchè le persone di colore non hanno mai avuto il controllo della loro storia. Questo almeno finché Tingle e Cowan non hanno iniziato a creare i loro personaggi.
Quando erano ancora dei ragazzini, i due crearono la loro prima storia spillata, che aveva per protagonisti Black Vig e Jive. Tuttavia, prima di poter fare un primo passo nell’industria del fumetto, dovettero attendere i primi anni Settanta. A quel tempo, il panorama fumettistico era dominato da maschi bianchi, eccezion fatta per Arvell Jones. Denys Cowan divenne praticamente il suo stagista, anzi sarebbe meglio dire la sua ombra. Ed effettivamente, egli rimase un’ombra fino a quando Jim Shooter non lo assunse per disegnare Luke Cage. In seguito, Cowan ebbe la possibilità di realizzare Black Panther.
Comics – La storia segreta del The Dakota Universe
La vera svolta ci fu però solo nel 1992, quando Cowan decise, insieme a Micheal Davis, di creare un universo di personaggi interamente di colore, il The Dakota Universe. Nel progetto entrarono anche Dwayne McDuffie, Derek Dingle e Christopher Priest. La sceneggiatura venne poi sottoposta a Paul Levitz, che la approvò. La DC Comics iniziò quindi a produrre le opere Milestone.
Questi artisti fecero riferimento agli archetipi degli eroi bianchi e li trasposero nel loro immaginario creativo.
Pensiamo ad Icon, la cui storia ricalca molto quella di Superman. Anch’egli proveniva infatti da un altro pianeta, ma aveva assunto la forma di un afroamericano e si era calato nell’America degli anni Novanta. Crearono poi altri eroi di spicco, come Hardware, specchio di Tony Stark. Inoltre, diedero vita anche ad una squadra di super eroi, i Blood Syndacate, tra le cui fila vi erano personaggi di ogni cultura ed orientamento sessuale. Ma non solo. Nel fumetto infatti vi erano anche molte metafore che rimandavano a ciò che accadeva nel mondo intorno agli autori, dove imperversavano il razzismo e la violenza da parte della polizia nei confronti delle persone di colore.
In generale infatti vi era una forte attenzione politica in queste opere, soprattutto da parte di Dwayne McDuffie. Ciò creò non pochi problemi al team di artisti, fino ad arrivare alla rottura con la DC Comics.
Con il cambiare del panorama dell’industria del fumetto, la Milestone chiuse. Dopo il successo di Static Shock, serie animata dei primi duemila che ha come protagonista proprio uno dei personaggi di punta della Milestone, si cercò di riportare in vita l’azienda. Ma la prematura scomparsa di Dwayne McDuffie, uno dei cuori pulsanti di questo team, sembrò mettere fine ad ogni progetto.
La Milestone però, esattamente come una fenice, è riuscita a risorgere dalle ceneri del dolore ed ora è pronta a tornare, tra il rilancio di vecchi personaggi ed il debutto di nuovi eroi
Comics… Una storia segreta molto caotica
La puntata vuole porre all’attenzione dello spettatore un tema importante e sentito ancora oggi, ovvero la discriminazione razziale verso le minoranze, che si è fatta sentire anche nell’industria del fumetto. Tuttavia, lo fa mettendo in campo troppe voci, dai fondatori della Milestone a Stan Lee, creando una grande confusione di linee di pensiero e posizioni sul tema. Anche quando ci viene raccontata la creazione del The Dakota Universe e dei suoi personaggi, si fanno continui salti nella narrazione, che risulta essere continuamente frammentata.
L’impressione che si ha è che le varie interviste siano state montate in maniera pessima e confusionaria, senza seguire un filo rosso per la narrazione. Tutto ciò getta lo spettatore nel caos più totale, difatti per poter ricostruire la genesi di questo universo sono stata costretta più volte a mettere in pausa e a cercare informazioni sui personaggi e sugli artisti che mi venivano presentati. Quello che resta dopo la visione di questa puntata è quindi solo un gran mal di testa, senza avere delle informazioni ben definite su ciò che ci viene raccontato, com’era invece accaduto per le puntate monografiche su Superman o su Wonder Woman.