Cronache di Amebò – Dalla C.I.A. a un nuovo mondo

Il Dottor Trap, annoiato dalla solita routine, lascia tutto e crea lo sgangherato pianeta Amebò con i suoi pazzi e sconclusionati abitanti: gattoni giganti, alieni ubriachi, super eroine che si trasformano grazie a strane sostanze. Ecco Cronache di Amebò, graphic novel d’esordio di Valo, Autrice che saprà stupirci con una storia solo apparentemente nonsense e totalmente psichedelica

recensione Cronache di Amebò

«Creo un nuovo mondo, creo un nuovo mondo skrrrt!
Creo un nuovo mondo, creo creo un nuovo mondo brrrrr!
In un giorno di tanto creato mi sento scontento Woo Woo!
Anche una pizza al salame è un abbiosciamento.
Così prendo il cellulare e chiamo il gemello!
Hey! Hey!
Fratello perché non scappiamo ‘sto mondo è un bordello?!»

L’esordio di Valentina Patete, in arte Valo, con Cronache di Amebò inizia così. Il dottor Trap è al lavoro nel laboratorio della C.I.A.: Cose Incredibilmente a Cazzo, ma si sente pienamente insoddisfatto. Lo scienziato a un certo punto gioca a fare Dio, crea un nuovo mondo con la scientifica amebina e gli dà un’immagine molto particolare creando anche dei «pazzi residenti».

Dopo il racconto della Genesi, Valo ci porta a conoscere i suoi abitanti. Dalle forme inusuali e quasi mai umane, pur trovandosi su un pianeta nuovo di zecca, hanno problemi vecchi come il mondo.
C’è chi è alla ricerca della verità, chi invece cerca di dare un senso alla propria vita, chi viene derubato e chi sventa crimini, chi preferisce distruggere tutto. Protagonista indiscussa di ogni racconto è la Paperolla: all’apparenza inanimata, è una giostrina che è stata piantata sulla terra di Amebò all’ultimo, come ciliegina sulla torta e oltre ogni aspettativa, sarà proprio lei a rivoluzionare il pianeta. 

Cronache di Amebò

Da un primo sguardo al fumetto sembra di essere di fronte a un’opera fuori dai canoni, fortemente psichedelica, con rime rubate alla scena trap e frasi al limite del nonsense, invece tutto ha un senso.
I personaggi sono dei mostriciattoli colorati nel modo più pop che esista, con 5 occhi e animali domestici giganteschi e rosa fluo, ma la cosa più pop che hanno sono le paure.
Ci troviamo in un mondo creato per noia e profonda insoddisfazione, che però ha generato un pianeta pieno di abitanti comunque insoddisfatti. Alcuni sembrano essere stati creati senza un passato o una memoria, non riescono ad entrare in sintonia con l’ambiente circostante né in empatia con gli altri abitanti, altri non riescono a riconoscersi in nulla perché su Amebò vige il multispecismo e sono pochi a condividere lo stesso bagaglio biologico. Sembra un fumetto leggero, pieno di richiami accattivanti come la trap e Sailor Moon, ma Valo ci inganna. Dietro questi alieni si nascondono umani, troppo umani, che però hanno una leggerezza che a noi terrestri manca. 

I problemi che i personaggi si trovano ad affrontare sono i nostri problemi, di chi vive in un mondo aperto e pieno di stimoli, che vogliamo cogliere quanto più è possibile, vorremmo prendere le cose di petto facendolo però con una certa spensieratezza e relax che a noi sono proibiti. Se c’è una cosa che Valentina Patete è riuscita a trasmettere è l’affrontare i problemi con stramberia e ironia. A salvare i personaggi c’è Sailor Moon, o un alieno di peluche, non un angelo caduto dal cielo che ci dà l’opportunità della vita, genitori o amici saggi, non c’è vittimismo ma non c’è neanche il voler per forza creare la storia di riscatto del secolo. 

Cronache di Amebò

Siamo profondamente insoddisfatti e vorremmo creare un ambiente che ci somigli, un ambiente amichevole e colorato e potrebbe essere effettivamente quello creato da Valo. Un ambiente psichedelico, non convenzionale, rappresentativo ma diluito e liquido, un ambiente dove tutto può succedere, ma senza troppa fretta. Siamo divorati dal male di vivere, da un senso di impotenza, da un bagaglio che ci è stato lasciato ma che non ci ha tenuti minimamente in considerazione. Almeno nei mondi immaginari è un bene che governi la trap e che possiamo tutti affidarci a una giostra a forma di papera per risolvere i nostri problemi. 

L’ironia di Valo è spiazzante, la lettura di questo fumetto è divertentissima e riesce comunque a creare momenti di riflessione, senza però cadere nel baratro della tristezza e soprattutto raccontando quello che è l’attualità in un modo assolutamente originale. L’innovazione è sia a livello grafico con una gabbia della pagina mai standard, ricchissima di splash pages, vignette orizzontali o fittissime di vignette che danno all’opera un dinamismo ulteriore e quasi esasperato, visto che già la narrazione è estremamente veloce. La palette è particolare e composta da colori brillantissimi e saturi, lo stile grafico è psichedelico, molto cartoonesco, che ricorda un po’ le atmosfere di Bikini Bottom, tutto ciò contribuisce a creare un tratto personalissimo che esprime tutta l’esplosività dell’autrice. 

Cronache di Amebò

Cronache di Amebò

Cronache di Amebò

Autrice: Valo
Formato: 15x21; brossurato con sovraccoperta; 184 pagine a colori
Volume unico
Editore: Eris Edizioni
Prezzo: € 16,00
Voto:

Carla Gambale

Non si ha memoria di quando abbia iniziato a leggere, ma non ho mai smesso. Lotto da tempo immemore con mia madre per farle comprare una nuova libreria. Tra un'emicrania e l'altra mi adopero a leggere, scrivere e parlare di libri, fumetti e serie tv, poi nel tempo libero studio anche archeologia

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