Abbiamo letto per voi la graphic novel Cuore, il nuovo lavoro di Simone Pace: dopo le prime due puntate apparse su TacoToon, è uscito finalmente il volume completo. Ve lo raccontiamo, senza spoiler.
Per parlare di Cuore, la nuova graphic novel di Simone Pace edita da Edizioni BD, un racconto cyberpunk e vibrante di vita, sento di dover fare un passo indietro, fino alle radici delle storie sui robot.
Cuore vs. Robots
Nel 1942, Isaac Asimov, uno dei padri della fantascienza, formulò le Tre leggi della robotica:
- Un robot non può recare danno agli esseri umani, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, gli esseri umani ricevano danno.
- Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, tranne nel caso che tali ordini contrastino con la Prima Legge.
- Un robot deve salvaguardare la propria esistenza, purché ciò non contrasti con la Prima e la Seconda Legge.
Leggendole con attenzione, si notano parole dall’accezione negativa, come “danno”, “obbedire”, “ordini”, “contrastare”; perfino quel “salvaguardare” assume dei contorni oscuri, se si legge tra le righe. Termini che denotano un controllo percepito come necessario, per evitare che le macchine facciano del male al genere umano.
Partiamo proprio da qui, perché questo è il primo principio che Simone sovverte: dopo anni di apocalissi e mondi distopici in cui le macchine hanno distrutto il mondo e soggiogato l’umanità, l’autore si domanda: e se invece la tecnologia fosse un aiuto positivo? Se facesse esattamente ciò per cui è stata progettata, il mondo sarebbe migliore? Che posto sarebbe?
Quello di Cuore è il mondo in cui a questa domanda si è data una risposta: l’umanità ha avuto la possibilità di progredire grazie alla tecnologia, di raggiungere benessere e pace, con un sistema interconnesso che prendeva energia da un grande cuore pulsante, al centro di tutto.
Ma quando il meccanismo si rompe, e il cuore cessa di battere, la società collassa totalmente: gli umani, ormai totalmente incapaci di sopravvivere senza tecnologia, accusano questa di tutto ciò che non funziona, e in breve tempo iniziano a prendersela con gli androidi. Il tema è quello classico della lotta uomo-macchina, che va avanti dalla rivoluzione industriale e ha riempito pagine, schermi, tavole intere.
Solo che stavolta, i carnefici non sono fatti di circuiti…
Cuore – Sinossi
Sono state tragedie come la strage di Zenga a convincere parte dell’umanità a ripudiare la tecnologia. Nella grande città, plotoni di estremisti rastrellano i quartieri alla ricerca di ogni forma di vita artificiale al fine di distruggerla.
Gli androidi, pinnacolo della rivoluzione tecnologica, sono braccati come animali e le loro carcasse esposte nelle strade come monito. Il grande Cuore che connetteva tutta la vita artificiale non batte più e i suoi pochi figli rimasti sono perduti e soli.
Ma un giorno, nella grande città, giunge uno straniero; si tratta dell’androide A1M4, intenzionato a ritrovare il Cuore e a fare di tutto per prevenire l’estinzione della sua specie. Ma A1M4 non è un androide qualsiasi: è l’artefice della tragedia di Zenga.
Cuore fermo e corpi spezzati
La guerra, che si è abbattuta terribile su tutti come solo le guerre umane sanno fare, ha colpito gli androidi in modi che non si potevano immaginare. Quando il cuore si è fermato, gli umani sono regrediti a uno stato di bestialità, accusando gli androidi di ogni male: quelli che un tempo erano visti come angeli mandati dal cielo a portare il futuro, sono ora minacce.
Nonostante non si ribellino né si difendano, ma cerchino solo di sopravvivere, gli androidi vengono stanati come topi e fatti a pezzi a mani nude. La città si riempie presto di cadaveri di cavi, circuiti, liquidi di batteria, esposti al pubblico ludibrio, portati in trionfo come trofei. Una vista agghiacciante, per nulla alleggerita dalla scusa “sono solo macchine”. Anzi: con le sue tinte fredde, accuratamente ricercate, Simone riesce a raccontare anche quella vita, e a darle umanità: sicuramente più di quanta ne dimostrino i carnefici.
E a guardare ciò che resta di quelle creature crocifisse ai pali della luce, con le interiora in bella vista, si stringe il nostro di cuore, e ci si sente un po’ meno umani. Il caso, che a volte la sa più lunga di tutti, ha voluto che questo meraviglioso lavoro dai toni marcatamente cyberpunk uscisse in contemporanea con una guerra in cui bestialità del genere accadono ogni giorno.
Ed è inevitabile notare come la linea di fondo sia sempre la stessa: la disumanizzazione dell’altro per giustificare le proprie malefatte. Con gli androidi, poi, è ancora più facile, ogni peccato è lecito: ce lo avevano mostrato già nel lontano 2000 Barbucci e Canepa col loro bellissimo – e introvabile – Skydoll. Gli androidi, proprio com’era per le skydoll, esistono solo per servire gli umani: non hanno peso, non hanno identità, non hanno dignità. E se hanno sentimenti non importa: non hanno il diritto a possederne.
Il mondo promesso
“Guarda che ne è, ora, del mondo
che ci avevi promesso e dimmi…
ne è valsa la pena di
sacrificare le notti d’estate?”
In queste parole, poggiate con delicatezza nelle primissime pagine tra palazzi in rovina, cavi scoperti e città distrutte e abbandonate, si racchiude tutta la tristezza per un mondo che non esiste più, sacrificato in nome di un bene più grande, che a quanto pare non è mai arrivato.
Un tempo c’era un fiume, e le farfalle e gli insetti ci volavano sopra: il cielo era color del cielo, e il prato era verde prato; poi, tutto ha dovuto lasciar posto al benessere che il cuore avrebbe portato. Fabbriche, ospedali, energia pulita per tutti… luci al neon, tutto che cambia colore, come attraverso una lente fatta di variazioni di ciano e magenta. Il freddo lungo la spina dorsale, e poi il silenzio.
A1M4 (che ha un nome che si può leggere Alma, e significa “anima”) sembra l’unico rimasto a voler scoprire la verità, il solo a tentare di riparare il cuore, che flebilmente ancora batte. E in un epilogo inaspettato, che vi invito a scoprire per conto vostro, dovrà scegliere ciò che è meglio per tutti, con o senza il loro consenso.
Cuore non è per tutti, ma può diventarlo se si trova il coraggio di guardare e non voltarsi dall’altra parte. E se magari si riesce anche a vedere dell’umanità in quell’insieme di cavi e bulloni in cui scorre liquido al posto del sangue, forse vorrà dire che la nostra empatia non è perduta per sempre. E che forse, un giorno, sapremo fare la scelta giusta.
Una scelta di cuore.