Death Note Special One Shot – Le nostre impressioni

Parliamo del nuovo capitolo one-shot di Death Note. Ebbene sì, il quaderno della morte è tornato, pronto per un nuovo padrone

recensione death note

L’arrivo del one-shot di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata ha gettato scompiglio tra i fan di Death Note, il manga dell’ormai lontano 2003 da noi per Planet Manga, il cui numero uno è giunto, almeno, alla decima ristampa.

La serie che vedeva contrapposte le menti di Light Yagami ed L, sotto lo sguardo divertito dello shinigami Ryuk, si è imposta negli anni come uno dei titoli imprescindibili, riuscendo a superare confini il più delle volte molto netti. State certi che anche chi non divora manga, Death Note l’ha letto.

Death Note

Death Note è una serie che non brilla certo per originalità, ma seppe intercettare perfettamente i gusti di una nuova generazione di lettori, forse stanchi dell’abuso di scontri fisici nell’allora più definito genere shonen, desideroso di qualcosa di più. Complici disegni che ancora oggi fanno breccia nei nostri cuori, il tratto del Maestro Obata è immaginifico, Death Note, lo possiamo dire, ha fatto storia. Almeno commercialmente parlando.

Il one shot riprende i capisaldi della serie principale, con medesimi pregi e difetti, a parere di chi scrive. Desu Notu, è il manga più noioso e marchettaro che abbia mai letto. Ben 108 capitoli di dialoghi lunghi, spocchiosi, tracotanti di nulla spacciato per thriller psicologico. Personaggi che si vestono da H&M, talmente odiosi che pure io che ho una pazienza infinita, la persi al settimo volume (e ne mancavano ancora cinque). Un’agonia. Death Note è questa roba qui. Personaggi stereotipati, dialoghi lunghi e insopportabili, quaderni mortali. È come vengono miscelati gli ingredienti che fa arrabbiare, le subdole mosse del mercato per vendere e tutte le migliaia di trote che hanno abboccato. Tralasciando la mancanza di originalità della storia di base, visto che in molti, compresa me, ci vedono una scopiazzatura del Faust per molti aspetti, l’elemento che più mi colpì ai tempi, fu il filo conduttore di tutta la trama. Peccato per come sia stato impostato il resto. Death Note ha un pregio. È una storia che ci parla del vuoto individuale: la noia.

Fatte le doverose premesse, cos’altro avranno mai avuto da dire gli Autori?

Death Note special one shot

A distanza di diciassette anni dall’inizio della serializzazione della storia originale, sono tornati con un capitolo di quasi 90 pagine. Per chi non lo sapesse, il one shot è disponibile gratuitamente sull’app di Shueisha Manga Plus, anche in inglese.

Attenzione, da qui in poi l’articolo contiene inevitabili spoiler vista la brevità dell’opera.

Anno 2017. Sono trascorsi dieci anni dalla capitolazione di Light Yagami e con lui di Kira. Se è vero che siamo ormai nell’era del 5.0 e in piena quarta rivoluzione industriale, l’ultima decade è stata indubbiamente caratterizzata da una velocità di cambiamenti senza precedenti. In effetti fermatevi un attimo a riflettere. Nonostante sia passato così poco tempo, oggi i metodi utilizzati da Light per imporsi come sterminatore non potrebbero essere messi in atto. Il livello di controllo a cui siamo arrivati, la sofisticazione attuale dell’intelligenza artificiale, non gli avrebbero permesso di muoversi nell’ombra con tanta facilità. Inoltre la fobia della Nazione ha indotto chi la governa a porre in essere un controllo ossessivo del Paese, proprio per evitare che lo stesso subisca nuovamente le azioni scelerate di un criminale analogo.

Kira ha sconvolto il mondo, e le sue azioni ormai costituiscono una pagina nera della storia, tanto da essere narrate nei libri scolastici. Tutto questo non ferma una nostra vecchia conoscenza, lo shinigami Ryuk che, come ogni divinità che si rispetti, si annoia infinitamente nel piacere dell’immortalità. La sua spasmodica voglia di mele, lo porta a cercare un nuovo umano al quale consegnare il quaderno della morte. La scelta ricade sul diciassettenne Minoru Tanaka, che stuzzica la curiosità del dio per la sua elevata intelligenza.

Minoru Tanaka

Minoru, a differenza di Light, sembra immune al fascino del potere emanato dal quaderno della morte. O meglio. Il Death Note non è soltanto uno strumento tramite cui decidere spietatamente della vita o della morte degli esseri umani. Il Death Note è sinonimo di sconfinato potere ed è in grado di seminare terrore puro. Averne il controllo totale fa gola e c’è chi è disposto a spendere somme inimmaginabili per imposserssasene. L’intento dichiarato di Minoru è di agire per il bene della collettività , introitare quanti più guadagni possibile e arricchire i meritevoli. Il quaderno viene quindi messo all’asta da Minoru scatenando i potenti del mondo che faranno di tutto per aggiudicarselo. Nonostante non vengano chiamati con i loro nomi reali, Donald Trump, Xi Jinping e Shinzo Abe mandano al collasso i mercati azionari, attingono ai patrimoni nazionali per rilanciare e aggiudicarsi l’acquisto del quaderno. Decantando la salvezza nazionale, giocano ad avere tra le mani un bene prezioso che li erigerebbe a caput mundi. D’altronde, avere la bomba atomica non è mai stata un’esclusiva per le tre potenze mondiali. Il Death Note potrebbe fare la differenza.

Death Note one shot

Sulle tracce di Minoru, ribattezzato A-Kira, ritroveremo Near che prenderà il tutto come una sfida e nulla di più. Insieme a lui Tanaka, il poliziotto che aveva sparato a Light Yagami.

Il nuovo capitolo quindi, ci porta ai giorni nostri, Minoru patteggia con Ryuk di mettere in atto il suo piano nel 2019, conducendoci verso la conoscenza dell’infimo che si nasconde dietro la rappresentanza ai più alti livelli, mettendola a nudo, scoprendo uno dei suoi peggiori aspetti. A ben vedere, questo spunto tanto male non è, ed avrebbe potuto costituire un ottima partenza per qualcosa di più.

Death Note special one shot

Invece gli errori del passato si ripresentano immutati per tutta la durata del racconto. Dialoghi inutilmente lunghi, un protagonista scialbo e per nulla incisivo. Un antagonista che del suo ruolo non sa che farsene. Ma ciò che maggiormente infastidisce, è l’evoluzione degli eventi verso una  conclusione che lascia davvero perplessi. È giunta infatti l’ora di aggiungere una nuova regola sul Death Note, per uscire dall’impasse di una storia che funziona poco.

Tsugumi Ohba, che si tratti della serie classica di Death Note, di Bakuman, vedremo ora cosa accadrà con Platinum End, si perde nel racconto troppo sciorinato dai suoi protagonisti, abbandonando il ruolo di regista e riservandosi per sé quello di spettatore.

Il nuovo capitolo è dunque pura e semplice mossa commerciale. Magari le ragioni iniziali erano di altra natura, ma tant’è. Non ne avevamo bisogno  di sicuro.

Ciò che ci rallegra  è invece affidato al disegno. Takeshi Obata è una conferma continua; del suo tratto inconfondibile non ne abbiamo mai abbastanza.

Come sempre lo shinigami Ryuk ne esce come personaggio perfetto. La sua proverbiale noia, accompagnata dalla curiosità per il mondo umano, rassegnano al lettore una creatura affascinante che si diverte a giocare con gli uomini e il loro libero arbitrio. Mefistofele sfidò Dio, proponendo una scommessa, per scoprire quanto l’animo di un uomo sia plagiabile. E Ryuk ancora una volta vuole scoprire proprio questo. Quanto è plagiabile l’anima  degli uomini?

Death Note Special One Shot

Death Note Special One Shot

Autori: Tsugumi Ohba e Takeshi Obata
Formato: One-Shot scaricabile dall'app Shueisha Manga Plus, anche in inglese
Voto: 5

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Sig.ra Moroboshi

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Contro il logorio della vita moderna, si difende leggendo una quantità esagerata di fumetti. Non adora altro Dio all'infuori di Tezuka. Cerca disperatamente da anni di rianimare il suo tamagotchi senza successo. Crede ancora che prima o poi, leggerà la fine di Berserk.

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