Doctor Who – Recensione episodio 8: “Morte e Rinascita”

Sutekh regna supremo, l’intero creato è destinato all’estinzione e Doctor Who ha perso, ma in questo inquietante scenario potrebbe esserci ancora una speranza. Il Signore del Tempo si giocherà il tutto per tutto in nome della salvezza dell’universo

copertina recensione doctor who ep 8


L’ottavo episodio: Morte e Rinascita (Empire of Death), scritto da Russell T Davies e diretto da Jamie Donoughue, conclude la corsa di questa prima stagione del nuovo Doctor Who, regalandoci un finale di stagione epico e degno di nota, quantomeno sicuramente in linea con quella che è stata l’impostazione attuale di questa nuova gestione.

Doctor Who – Morte e Rinascita

Il Dottore ha perso, il suo nemico senza età regna sovrano e un’ombra sta cadendo sulla creazione. Niente può fermare la devastazione… tranne, forse, una donna”.

doctor who

Dopo il finale sospeso di settimana scorsa, che ha preparato l’ultimo capitolo di questa stagione, l’episodio finale riprende con la marcia messa decisamente in folle.
Il mondo, anzi l’intero universo, cade nel caos fino a raggiungere l’oblio, mentre la polvere della morte di Sutekh incalza e Mel e il Dottore si precipitano in una corsa contro il tempo per raggiungere Ruby alla UNIT.

Sotto certi aspetti, il ritmo con cui riprende il finale di stagione potrebbe apparire ad alcuni un po’ sacrificante nei suoi momenti iniziali, personalmente, invece, l’ho trovato un ottimo modo per render bene il concetto di una corsa contro il tempo per raggiungere una salvezza che lo spettatore sa perfettamente che, almeno per il momento, non sarà possibile avere, perché l’intero creato sta già sprofondando nell’oscurità.

doctor who

Un ulteriore aspetto positivo di questa tipologia di storie, sta nel fatto che, inevitabilmente, costringono i nostri protagonisti a rimanere abbandonati a sé stessi e impotenti, il che, nonostante lo spettatore conosca bene come funzionino questo tipo di narrazioni, fa comunque crescere in lui il desiderio di scoprire come faranno i nostri eroi a cavarsela questa volta.

L’unica pecca di questo tipo di storie, se così vogliamo definirla, è, per l’appunto, il fatto che sappiamo tutti molto bene come funzionano questo tipo di episodi: quando sarà tutto finito ogni morte sarà annullata, perché altrimenti come potrebbe andare avanti lo spettacolo?

La prova di ciò l’abbiamo semplicemente prendendo in considerazione, ad esempio, la UNIT, la stessa rappresenta un conforto, un approdo sicuro per il pubblico, del resto c’è un perché, se i fan si emozionano ogni volta che Kate e il suo staff entrano a gamba tesa in una puntata, portano con sé un senso di sicurezza, la speranza che ci sia una possibilità in più di venire fuori da una situazione senza vie d’uscita; ecco perché rimuoverli dall’equazione contribuisce ad incrementare lo sconforto del pubblico per la situazione contingente.

doctor who


La prima parte, inoltre, ci permette di ottenere, ancora una volta, una buona performance da parte di Ncuti Gatwa nei panni del Dottore che, sebbene un po’ sacrificato nel corso della stagione, è riuscito a fare in tempo a brillare al massimo in questo finale in due parti; anche se avremmo preferito che ciò si verificasse lungo tutta la stagione, si sa che a
volte bisogna scendere a compromessi e riuscire a trovare comunque il buono in quanto ci viene offerto, anche quando, a volte, non ci aggrada pienamente.

Certamente, sono molti, in questo episodio, i momenti apicali del Dottore, solo per citarne alcuni: il modo in cui promette a Sutekh di fermarlo, facendo trasudare speranza, nonostante sembri ormai tutto perduto, oppure quando grida disperato di fronte alla devastazione dell’universo, attribuendo a se stesso la colpa dell’esito a cui siamo giunti e pur sapendo che deve essere lui a risolvere il problema è anche il primo a doversi riprendere da quello che reputa essere il suo più grande fallimento.

doctor who

Il dialogo in questa scena è particolarmente lodevole, potrebbe apparire frivolo il momento in cui il Dottore inizia ad elencare alcuni degli anni in cui è atterrato sulla Terra, in particolare il 1999 e il 2005, ma un fan di lungo corso conosce esattamente l’importanza di quegli anni e non può fare a meno di ricordare con affetto tutto ciò che è stato.

Il fatto che per tutto questo tempo abbia portato il Dio della morte a spasso nel tempo e nello spazio sin dall’epoca della sua sua quarta incarnazione, (cosa che ha permesso a Sutekh di generare i suoi molteplici angeli della morte) è sensazionale e permette al grande nemico di guadagnarsi a pieno titolo il soprannome di “Colui che aspetta”.

Mentre il Dottore elabora questa grande rivelazione, viaggiando all’interno di un TARDIS letteralmente fatto di memorie (occasione ghiotta per inserire numerosi easter eggs), il peso della stessa impatta in modo prepotente sul pubblico, rendendo il tutto ancora più sconcertante.

doctor who


Potremmo certamente tutti concordare che, nel complesso, la narrazione di questa stagione non ha raggiunto le vette che magari ci si aspettava, date le premesse, ma la resa della componente emotiva è sicuramente lodevole.

Non dimentichiamoci che Il Dottore ha più di duemila anni, durante i quali non ha mai smesso di avere avventure, ed è, come abbiamo visto, anche il motivo per cui il Quattordicesimo Dottore è arrivato ad essere esaurito e a doversi letteralmente spezzare a metà (complice anche il Giocattolaio) per darci il Quindicesimo Dottore, un Dottore che ora capisce come accettare anche questo aspetto e renderlo parte di se stesso.

Tutto questo porta con sé più amore, perdita, gioia e dolore di qualunque altra cosa all’interno dell’universo di Doctor Who, e secondo me è stato proprio questo il messaggio di questa prima stagione, e forse anche il motivo per cui l’abbiamo trovata molto più introduttiva del dovuto: secondo la mia personalissima opinione, lo scopo era proprio quello di far soffermare l’attenzione dello spettatore su questo tema, su ciò che ha portato il Dottore, al termine degli Speciali del 60º Anniversario, a ritrovarsi così svuotato; realizzare in sostanza un focus su quel che
farebbe una persona portata al suo limite più estremo, mentre nel frattempo, nonostante ciò, continua comunque a venire travolta.

doctor who

La tragica situazione in cui naviga l’universo viene ulteriormente approfondita con una scena così semplice da sembrare addirittura inutile ai fini della trama: quella del Dottore che visita una sopravvissuta per chiederle un piccolo favore, prima che, anche lei, si aggiunga alle vittime di Sutekh.

Il semplice fatto
che questa donna ormai non riesca più nemmeno a ricordare il suo nome e quello del pianeta su cui si trova rende bene la gravità della situazione e il tutto raggiunge il suo apice più doloroso quando tutti, spettatori e protagonisti della scena, acquisiscono la consapevolezza che ha persino dimenticato che ormai anche la sua bambina è già morta.

Vedere come Sutekh ha completamente schiacciato la speranza di una sola persona rende il tutto ancora più pesante, molto di più di quanto potrebbero fare mille scene di desolazione e morte.

doctor who


La sconfitta di Sutekh è indiscutibile si possa ritenere piuttosto frettolosa e improvvisa, ma potrebbe essere anche accettata questa soluzione, considerando la struttura e il ritmo
narrativo che sono stati optati per questo episodio, nonché la scelta in merito a che cosa dare più o meno importanza, usando accuratamente quegli aspetti predeterminati nella trama, alcuni propri di questo e del precedente episodio e altri risalenti allo scorso Speciale di Natale.

Ho molto apprezzato la logica dietro all’idea che “portare la morte alla morte è equivalente ad ottenere la vita”, idea che viene trasposta in modo spettacolare nel trascinare Sutekh attraverso il vortice del tempo, e in particolare quando nel farlo viene momentaneamente strappato il tessuto della realtà.

doctor who


Come suddetto, questo episodio ci regala uno dei pochi momenti in questa stagione in cui letteralmente il Dottore svolta la giornata salvando la situazione.
Il Dottore sfrutta l’unica debolezza di Sutekh che ha a sua disposizione, l’unica cosa che voleva disperatamente, ossia conoscere l’identità della madre di Ruby, il tutto per poterlo attirare in una trappola.

Tra le tante soluzioni che il Dottore abbia mai escogitato, questa nello specifico non è forse la più ingegnosa tra le numerose che ha avuto nel corso dei suoi viaggi per far fronte alle varie minacce da lui combattute, ma sicuramente rimane in linea con la struttura dell’episodio, regalandoci un momento trionfale molto divertente e che fa esultare di gioia lo spettatore, momento di cui l’episodio aveva davvero bisogno per spezzare la catena di disperazione e tragici eventi che si era estesa nel corso della puntata.

doctor who

Sarebbe facile per il Dottore gettare Sutekh nel vuoto senza pensarci due volte, d’altro canto è letteralmente il Dio della morte e sarebbe difficile ottenere più male di quello rappresentato e incarnato dalla stessa divinità.

Il Dottore deve certamente eliminare Sutekh, ma nel farlo riconosce e attribuisce a Sutekh la vittoria, perché così facendo il Dottore diventa, per sua stessa affermazione, un mostro, dato che è perfettamente consapevole che la soluzione è una e una soltanto: eliminarlo una volta per tutte.

Il Dottore, dunque, ottiene indubbiamente la sua vittoria, ma perde comunque qualcosa, un classico finale alla Russell T Davies, caratteristico anche delle sue passate stagioni, finale su cui, infatti, non ci si sofferma più di tanto, anche perché manca ancora all’appello un ultimo tassello da inserire nel puzzle: le origini di Ruby.

doctor who


La svolta finale è data dal fatto che non c’è il colpo di scena che tanto ci si aspettava sulle origini di Ruby.

La madre di Ruby, una figura sulla quale abbiamo passato gli ultimi mesi a teorizzare chi potesse essere, si rivela alla fine solo una normale persona comune con un passato molto difficile, ma è proprio questo ciò che rende straordinario l’ordinario, perché quando qualcosa è assolutamente e veramente importante e fondamentale per noi, può certamente diventare anche la cosa più importante e fondamentale dell’universo.

Storicamente, Doctor Who si è sempre fatto portatore dell’idea che qualcuno che tutti gli altri considerano come un perfetto signor nessuno potrebbe, a suo modo, diventare la persona più importante dell’universo.

Si tratta di un must tipico di Russell T Davies e che lo stesso ha usato molte volte in precedenza, espediente narrativo che personalmente rappresenta un tipo di ottimismo che ho sempre apprezzato e che spesse volte mi ha emozionato in più di un occasione.

La cosa che un po’ mi ha infastidito non è tanto il fatto che non ci sia il colpo di scena che ci si aspettava sull’identità della madre di Ruby, ma il fatto che alla fine non ci viene fornita alcuna spiegazione logica sul perché diventi quasi un’ossessione per Sutekh saperne il nome, quale fosse in definitiva il legame con il Dio.

doctor who


Si trattava semplicemente di una forza cosmica dell’universo, al punto da essere in grado di celarsi anche da un essere quasi onnipotente come Sutekh? Il coinvolgimento del TARDIS ha avuto qualcosa a che fare con tutto questo?

Sarebbe stata apprezzata tranquillamente anche la classica enigmatica risposta del Dottore, per cui l’universo a volte opera in modi misteriosi e che non sempre deve esserci per forza una risposta per tutto, ma, di fatto, non ci viene offerto nulla di ciò, nulla su come questa idea sia diventata un potere così concreto.

Tutte incognite rispetto alle quali, comunque, non è escluso che possano trovare una risposta nel prossimo futuro.

Un altro aspetto dubbio, a parer mio, è dato anche dal fatto che per quanto gli Speciali del 60º Anniversario siano quasi perfetti, in questa stagione si manifesta la trappola di alcune delle scelte fatte in essi, vale a dire con Donna che lavora alla UNIT e un altro Dottore che circola a pochi passi, in presenza di una crisi del genere sembra paradossale l’assenza quantomeno di un cameo.

Davies aveva però già confermato che il Quattordicesimo Dottore di David Tennant non sarebbe tornato, questa è l’era di Gatwa e una presenza come quella di Tennant sarebbe a dir poco ingombrante ed eclisserebbe il nuovo Dottore.

A parte il fatto, che potrebbero essere usate moltissime ragioni valide per la loro assenza, (basti pensare alle tante tragedie che il Dottore si è perso nel corso della serie semplicemente perché era in viaggio) molto probabilmente anche loro saranno stati tra le vittime di Sutekh.

D’altro canto, se c’è qualcosa che certamente si può definire deliziosamente illogico per eccellenza è proprio Doctor Who.

Polemiche a parte, dato che sappiamo già che Ruby sarà presente in alcuni episodi della prossima stagione, possiamo definire il suo, come un momentaneo abbandono del TARDIS.

L’arrivederci di Ruby al Dottore si mantiene in linea con la struttura della narrazione propria di questo episodio e di questo finale e rimanda anche ad alcuni degli addii più “semplici” che abbiamo già visto nel corso della serie, come nel caso di Martha Jones; situazioni, quindi, in cui i companion lasciano il Dottore, perché semplicemente è arrivato il momento giusto di portare avanti la propria vita quotidiana come farebbe un qualsiasi normale essere umano.

Le motivazioni di Ruby, inoltre, sono a maggior ragione più che giustificate, ma certamente, non può considerarsi questa la fine della sua storia.
Dopo l’iniziale confusione generatasi all’inizio dell’anno in merito alla posizione di Millie Gibson nella serie, seguita dalla conferma di Varada Sethu come prossima compagna di viaggio, Russell T Davies è infatti intervenuto negando a titolo definitivo un totale abbandono del personaggio di Ruby e affermando in aggiunta come la seconda stagione abbia invece delle scene veramente magnifiche con protagonista la stessa Ruby, quindi sembra proprio che la sua storia potrebbe continuare senza il Dottore per un po’, ma certamente non ha ancora raggiunto il suo capolinea.

doctor who

A questo punto, qualunque sarà la storia dietro il personaggio di Varada Sethu, il finale di stagione sembra confermare la teoria secondo la quale nella prossima stagione sarà in ogni caso lei la nuova compagna a tempo pieno del Dottore.

Ovviamente, potrebbe anche essere che Davies stesse solo mentendo, come suo solito, per salvaguardare i fan da eventuali spoiler, qualunque sia la verità sicuramente c’è molta carne al fuoco, mentre aspettiamo lo speciale di Natale di quest’anno e la seconda stagione prevista per il 2025.

Non posso non citare l’enigmatica Signora Flood, la cui presenza ha ingenerato numerosissime teorie su quale possa essere la sua vera identità.

Visto come si è manifestata alla fine dell’episodio, questo potrebbe indicare che ci sia una possibilità di ottenere qualche risposta in merito alla sua vera identità già nel prossimo Speciale di Natale.
Solo considerando la battuta da lei pronunciata prima di venire polverizzata, in merito al suo “avere ancora così tanti piani”, e considerando l’aperta minaccia rivolta al Dottore, quando, proprio alla fine, infrange la quarta parete, sono tuttI elementi che forniscono molti spunti per diverse speculazioni possibili su chi possa essere in realtà.

doctor who

 

Questo è stato a mio parere un degno finale di quella che è stata una stagione assolutamente incredibile di Doctor Who e lo dico sostenendo ancora una volta quanto da me affermato ad inizio recensione: non va dimenticato, infatti, che siamo di fronte, a tutti gli effetti, ad un secondo reboot della serie, il quale, facendo inevitabilmente alcuni sacrifici, richiede necessariamente il tempo e lo spazio necessario per gettare nuove fondamenta, peso di cui non poteva non farsi carico questa stagione che, ulteriormente, voglio ancora una volta sottolineare come, secondo me, abbia voluto cercare di far riflettere sulle conseguenze che sono risultate dal 60º Anniversario, in primis quelle legate alla bigenerazione.

Dopo la fine dell’era Chibnall era una seria possibilità quella per cui Doctor Who fosse arrivato al capolinea, ma, nel bene e nel male, qualunque cosa si possa pensare di questo nuovo inizio, a mio parere, è sicuramente meglio di ciò che ci siamo lasciati alle spalle e ha senz’altro portato nuova linfa vitale alla serie.

Ncuti Gatwa è perfetto come Dottore e l’ho adorato sin da subito e Millie Gibson nei panni di Ruby è stata una vera gioia per gli occhi, non solo per la sua bravura e bellezza, ma soprattutto, la sua Ruby mi ha sempre ricordato un mix tra Rose e Clara, quasi come se fosse una sorta di omaggio, e forse lo è.

Ogni storia in questa stagione, a suo modo, ha portato qualcosa di diverso: in alcuni casi si è trattato di idee con cui Doctor Who non si era mai confrontato, in altri di un ovvio richiamo nostalgico, ma nella maggior parte dei casi, tutte eseguite in modo abbastanza impeccabile.

Questa stagione, come nuovo inizio, può ritenermi abbastanza soddisfatto e sicuramente mi ha lasciato una bellissima sensazione, di quelle che ti portano a dire che siamo solo all’inizio di nuove e meravigliose avventure, regalando sicuramente molto hype in attesa dello Speciale di Natale e della prossima stagione, rispetto ai quali sono davvero molto fiducioso per il contributo che daranno al futuro della serie.
Questa volta ho apprezzato anche l’adattamento italiano del titolo dell’ultimo episodio, sebbene sia ancora una volta troppo spoileroso, è senz’altro carico di un’aura poetica che ho molto gradito.

La prima stagione si conclude qui e con essa, per il momento, anche le nostre recensioni, ma noi di Meganerd.it abbiamo ancora un conto aperto con il Signore del Tempo, per cui se vi sentite in astinenza da Doctor Who, vi invito a curiosare sul sito sabato prossimo per qualcosa di speciale a tema.

doctor who

Il trailer dell’ottavo episodio: “Morte e Rinascita” (Empire of Death):


Recensioni episodi precedenti (clicca per leggerle):
Episodi 1-2
Episodio 3
Episodio 4
Episodio 5
Episodio 6
Episodio 7

Doctor Who (14esima serie) - Episodio 8

Doctor Who (14esima serie) - Episodio 8

Anno: 2024
Showrunner: Russell T Davies
Cast:
Il Dottore: Ncuti Gatwa
Ruby Sunday: Millie Gibson
Kate Lethbridge-Stewart: Jemma Redgrave
Melanie Bush: Bonnie Langford
Susan Triad: Susan Twist
Rose Noble: Yasmin Finney
Harriet: Genesis Lynea
Morris Gibbons: Lenny Rush
Colonello Ibrahim: Alexander Devrient
Caporale Sullivan: Jasmine Bayes
Mrs Flood : Anita Dobson
Carla Sunday: Michelle Greenidge
Cherry Sunday: Angela Wynter
Kind Woman: Sian Clifford
Vlinx: Aidan Cook
Voce di Vlinx: Nicholas Briggs
Dove vederla: Disney+
Voto:

Leggi tutte le nostre recensioni sulle serie TV

True Believer 616

Indomito nerd sin dall’infanzia, nonché appassionato di film, serie tv e fumetti, di cui parla con passione presso il suo profilo Instagram: true_believer616

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *