Il secondo episodio di Dragon Ball Daima è disponibile dal 25 ottobre su Netflix e questa è la nostra recensione (con qualche spoiler, occhio)
Dopo il felice debutto di Dragon Ball Daima con il primo episodio intitolato La cospirazione (qui la nostra recensione), non nego di aver avvertito un po’ la sindrome da sabato del villaggio per dirla alla maniera di Giacomino Leopardi.
Seguo gli episodi su Netflix (viaggio dunque con un po’ di ritardo rispetto a chi sta guardando in simulcast la serie su Crunchyroll), quindi è difficilissimo non incollarsi addosso le impressioni altrui, andare a controllare se il pubblico è felice o incapperato perché magari Goku ha un ciuffo fuori posto rispetto alla messa in piega del 1986 (per chi se lo stesse chiedendo no, non ce l’ha), comunque anche questa settimana ce l’ho fatta, ho schivato tutti.
Prima di tutto il mio umore è decisamente migliore di quello che aveva Giacomino Leopardi e la visione di quest’episodio è stata piacevole tanto quanto l’attesa. Ci eravamo lasciati con il piccolo e perfido Gomah intento a desiderare che Goku & co. tornassero piccoli per non costituire una potenziale minaccia del suo regno fresco di discutibile conquista.
Rispetto a quanto ho scritto per il primo episodio, ovvero che Gomah vuole far tornare tutti bambini, devo precisare che la trasformazione comporta sì una decrescita dei protagonisti ma soltanto fisica, dunque Goku, Vegeta, Bulma e via discorrendo si presentano in versione miniatura ma il loro intelletto è identico. Questa trasformazione comporta un loro depotenziamento? Ovviamente si, dovranno riprendere le misure in combattimento adattando riflessi e prestanza fisica alla nuova condizione.
Come da previsione, la versione chibi è davvero fantastica e sono quasi morta dal ridere su due chicche di questi inediti ventitré minuti e spicci di Glorio: Crilin è sempre identico, basso era prima e basso è adesso; ma soprattutto la versione young del Maestro Muten vale 100 punti aggiuntivi.
In questa puntata succedono moltissime cose importanti e sono tutte mese in fila indiana come si deve.
Cosa accade nel secondo episodio di Dragon Ball Daima ***spoiler alert***
Prima di tutto ci possiamo godere le bellissime sigle di apertura e chiusura dell’anime, assenti dal primo episodio. Personalmente preferisco l’ending Nakama ma nulla da dire anche sull’opening Jaka Jaan. Entrambe le canzoni sono firmate da Zedd e omaggiano per versi e immagini il compianto Maestro Akira Toriyama. Per esempio, nella sequenza finale di Nakama, Goku ammira nel cielo una cascata di piume che danno vita a un bellissimo uccello (Bird Studio, si chiama così il celebre studio di produzione fondato da Toriyama. Il kanji tori presente nel suo cognome significa per l’appunto uccello).
L’episodio ha un titolo parlante e anticipa agli spettatori l’entrata in scena di un nuovo personaggio, Glorio (lo avevamo solo intravisto nella prima puntata), che giunge dal regno Demoniaco e si presenta a Goku per proporre un contrattacco guidato al fine destituire Re Gomah così da farlo durare da Natale a Santo Stefano. Capiremo qualcosa in più sull’origine di Kaioshin, di Degesu e di Glorio.
Tuttavia la vera new entry della storia non è tanto Glorio, fidatevi. A rubargli la scena è Nyoi, il mitico bastone che nonno Gohan aveva regalato a Goku. Ditemelo voi quanta felicità può provocare tutto ciò, io per quanto mi riguarda dico tantissima, soprattutto dopo aver saputo a cosa è servito tutti questi anni in cui era sparito. Misurazioni inutili di felicità a parte, quando Goku inizia a brandire la sua vecchia arma, il brividino è assicurato.
I nostri eroi sono in partenza per il Regno Demoniaco di fretta e furia dopo aver appreso che il malefico Gomah ha pure rapito Dende oltre che incasinato la vita a tutti. I primi a muoversi saranno Goku, Kaioshin e Glorio. Bulma è già all’opera per rimettere in sesto la navicella di Kaioshin con cui partiranno Vegeta, Piccolo e Kibith.
Inutile ripetersi sulla grafica in questo secondo appuntamento perché ovviamente è impeccabile.
Glorio è un ottimo episodio che offre un bel momento di intrattenimento anche se risulta andare un po’ di corsa (probabilmente perchè gli episodi non saranno molti). Per questo motivo, forse, si ha la sensazione di dover fronteggiare troppe informazioni in pochi minuti, però va bene perchè vogliamo sapere adesso e subito come proseguirà la storia in Daima!. Con Glorio si ride molto, riaffiorano tesori del passato come Nyoi e si fanno nuove conoscenze.
Credo che quel piccolo concentrato di perfidia che risponde al nome di Gomah, ora ai limiti dall’essere un cretino assoluto, ci farà vedere i sorci verdi. Non vedo l’ora di scoprirlo.