“Ducktopia” è un’epopea fantasy in tre atti, pubblicata su Topolino ##3433-3435 e da poco raccolta in volume nella collana Topolino Extra – Graphic Novel di Licia Troisi, Francesco Artibani e Francesco d’Ippolito. Paperi, Topi e creature magiche vivono l’uno affianco all’altro, finché uno strano incantesimo turba l’equilibrio. Riusciranno i nostri eroi a ristabilire l’ordine? E quali segreti si nascondono dietro il magico mondo di Ducktopia?
Il potere creativo, le possibilità narrative che i personaggi Disney offrono praticamente da sempre sono sconfinati. Possiedono quella magia intrinseca capace di rendere ogni mondo reale, ogni storia realizzabile, affrontare qualsiasi genere con efficacia. Permettono agli scrittori così come ai lettori di andare “Oltre gli orizzonti più lontani, al di là dei confini più segreti…”
Proprio questo è l’incipit di “Ducktopia”, nuova epopea Disney in tre parti, pubblicata su Topolino ##3433-3435 e raccolta a maggio in volume per la collana Topolino Extra-Graphic Novel. Un regno popolato da paperi, topi e creature fantastiche. Sotto il governo di Re Papenethor e il segno dell’Arkenon, tutto sembra andare a gonfie vele: come ci suggerisce il titolo, un’utopia. Ma sta per trasformarsi in un incubo.
Quelle che sono docili creature, con le loro peculiarità e il loro aspetto caratteristico, stanno diventando sempre più aggressive, apparendo agli occhi degli abitanti del Regno come “mostri”. Minacciano i raccolti e l’incolumità dei contadini: è necessario un intervento da parte del Re. Papenethor decide, quindi, di affidare una delicata missione al nipote Quakko Bekkins: cercare e trovare il più famoso s-cacciatore di mostri, Topperalt di Trivia, per riuscire a far luce sul mistero dei mostri e non rischiare una rivolta popolare. Eppure, la verità dietro il mistero magico non si rivelerà così semplice e scontata.
Inizia così il viaggio di Quakko e nipoti, Flip, Flop e Flap, nelle terre di Ducktopia alla ricerca di Topperalt e il suo bardo Goofunculus: l’allegra compagnia di volti noti in abiti fantasy-medievali si muove tra boschi e terre aride, tra paludi e catene montuose inaccessibili. La sindrome che ha colpito le creature magiche è sempre più diffusa e sempre più aggressiva. Addentrarsi nelle terre meno ospitali di Ducktopia significa avvicinarsi all’origine del sortilegio: sulla strada, alleati come la Regina Eomynn e le sue Amazzoni, l’espertissimo mago Picrandir, e nemici come la temibilissima Amelyeris, ossessionata dall’Arkenon e strega dall’incredibile potere.
Durante la lettura dei tre capitoli che compongono la saga di Ducktopia, ritroviamo i nostri Paperi e Topi con il loro carattere e peculiarità classiche, riproposti in salsa fantasy come da lunga tradizione Disney (prendiamo, come esempio massimo, La Saga della Spada di Ghiaccio). Paperino è irascibile e scansafatiche ma non si tira indietro quando c’è da proteggere il nipotame; Topolino è l’eroe razionale e coraggioso; Pippo l’assistente goffo ma simpaticissimo. Ognuno di essi riesce a ritagliarsi un posto ed un ruolo importanti nell’economia di una storia che conserva la propria struttura corale. Un puzzle in cui ogni pezzo, grazie alla bravura degli sceneggiatori, si incastra perfettamente.
Ductktopia, quindi, presenta tutti gli stilemi dei classici fantasy prendendo in prestito dalla tradizione tolkeniana e sapkowskiana alcuni elementi: una “compagnia” al centro dell’avventura, un (s)cacciatore di mostri ed un bardo come in The Witcher e ripropone attraverso i suoi personaggi un espediente narrativo che, per esempio in TV, abbiamo visto anche in “Once Upon a Time”.
Come nei migliori elseworld della tradizione disneyana, Troisi ed Artibani si concentrano molto sul lavoro di worldbuilding per portare i lettori all’interno di un nuovo mondo che abbia una struttura coerente e ben pensata, dove i personaggi si muovono per esplorarne gli angoli più misteriosi. I due sceneggiatori giocano con la sospensione dell’incredulità alla perfezione, con un climax fantasy-avventuristico che raggiunge l’apice a metà del racconto con un colpo di scena che spiazza e ribalta la prospettiva del lettore sullo stesso, riuscendo a rialimentarsi narrativamente.
Ducktopia diventa, quindi, una “Terra di mezzo“ non solo per i richiami al capolavoro tolkeniano ma anche come luogo fisico tra due realtà e verità.
Collocandosi inevitabilmente come nuovo tassello della tradizione squisitamente fantasy della produzione Disney italiana, Ducktopia presenta un buonissimo approfondimento dei personaggi: da omaggi ad alcuni protagonisti della letteratura mondiale del genere, Topolino, Paperino, Pippo e gli altri – chi più, chi meno – riescono ad essere tridimensionali. È, senza ombra di dubbio, il personaggio di Topperalt ad uscirne maggiormente caratterizzato: è l’eroe di cui Ducktopia ha bisogno e di cui non può fare a meno in questa situazione ma, soprattutto, nello scontro con il vero nemico, lancia un messaggio importantissimo ai suoi compagni e ai lettori tutti.
Bisogna avere il coraggio di autodeterminarsi, di scegliere chi essere. Che sia in un regno di fantasia come Ducktopia o nella realtà di tutti i giorni, per poter essere gli Eroi della storia più importante di tutte: la nostra.
Parte integrante della riuscita narrativa di Ducktopia è il comparto grafico affidato a Francesco d’Ippolito: le sue tavole sono estremamente dinamiche, in grado di dare uno sprint decisivo al ritmo della narrazione. L’impostazione non è classica e il formato più grande della nuova raccolta le esalta esponenzialmente. L’uso delle splash page è ben ponderato e funzionale per i momenti topici del racconto mentre le tavole senza griglia e soluzione di continuità che vedono impegnato Topperalt offrono un quid in più, risultando una scelta davvero azzeccatissima.
Ducktopia è una parodia, un elseworld ed una realtà del mondo Disney contemporaneamente. È un gioco di sensazioni e prospettive, un insieme di avventura e ricerca. È un instant classic della tradizione fantasy disneyana che il pubblico transgenerazionale di Topolino non potrà non amare, tra citazioni, omaggi, richiami e tanto cuore. Come quello di un eroe puro, di un regno che ha bisogno di lui e di una storia tutta da scrivere.