Abbiamo visto in anteprima Dune – Parte Due e abbiamo ancora gli occhi pieni di meraviglia. Questa è la nostra recensione (ovviamente senza spoiler) del capolavoro diretto da Denis Villeneuve con Timothée Chalamet, Zendaya e un cast semplicemente stellare
Il primo volume di Dune, scritto da Frank Herbert e pubblicato nel 1965 ha segnato una svolta importante per tutti gli appassionati dei romanzi di fantascienza. Il Ciclo di Dune – composto da sei capitoli – è ambientato sul pianeta di Arrakis, inospitale per l’uomo, ma in grado di produrre una spezia che dona eccezionali capacità mentali, consentendo di presagire il futuro. Portare al cinema una saga così imponente va da sé che non è certo impresa facile, ricordiamo il tentativo fatto da David Lynch nel 1984 che, per quanto buono, non riesce comunque a trasmettere a pieno la grandezza dei romanzi. C’è da dire che concentrare tutto in un unico film ne pregiudica molto la riuscita, nonostante la presenza di un ottimo Kyle MacLachlan nei panni di Paul Atreides e Sting (in piena fase crescente in quel periodo) in quelli del perfido Feyd-Rautha Harkonnen.
Ma arriviamo alla versione di Denis Villeneuve del 2021 che, forte di un budget cospicuo e un cast eccezionale, è di fatto una lunga preparazione a ciò che ci attende nel secondo capitolo. Il film racconta la storia del rampollo della casata degli Atreides, Paul (interpretato da Timothée Chalamet), che si trasferisce sull’inospitale pianeta Arrakis, poiché al padre, il Duca Leto (Oscar Isaac) è stato affidato il compito di gestirlo. Il pianeta però, noto come Dune, è preso di mira da forze maligne decise a ottenerne il dominio per assicurarsi il controllo di una rarità che cresce nel sottosuolo. Villeneuve, conscio di aver dato vita a un film complesso, ma carente di tutta quella parte action necessaria a farne un capolavoro, promette un secondo capitolo epico e imponente, degno di un kolossal.
E di fatto, mantiene la promessa.
Dune – Parte Due – che sarebbe dovuto arrivare nell’autunno 2023, ma a causa dello sciopero degli attori ha subito un inevitabile ritardo – riprende esattamente da dove si era fermata la narrazione precedente e segue il viaggio di Paul Atreides, chiamato ad unirsi a Chani e ai Fremen per abbracciare la strada che lo porterà a intraprendere una guerra per vendicarsi dei cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia. Il legame con Chani (Zendaya), col tempo divenuto amore, e la necessità di impedire un futuro rovinoso che solo lui è in grado di prevedere, costringono Paul a scegliere tra il sentimento che prova e il destino dell’intero universo conosciuto.
La strage degli Atreides per mano della famiglia Harkonnen ha costretto Paul e sua madre Lady Jessica (Rebecca Ferguson) a scappare nel deserto guidati di Stilgar (Javier Bardem), convinto che il rampollo degli Atreides sia il messia annunciato dalla profezia, in grado di liberare il pianeta Arrakis. Lady Jessica, scelta come nuova Reverenda Madre e in attesa di una figlia dal defunto Duca Leto, farà di tutto affinché la profezia si avveri. Nel frattempo, il Barone Harkonnen (Stellan Skarsgard) affida al folle e spregiudicato nipote Feyd-Rautha (Austin Butler, eccezionale nel ruolo) il compito di sconfiggere i ribelli che mettono a repentaglio il commercio della preziosa spezia. Ai numerosi interpreti citati, ai quali si aggiungono anche Dave Bautista nei panni di Beast Rabban, Christopher Walken e Florence Pugh, in quelli dell’Imperatore e sua figlia, si aggiunge un minuscolo cameo di Anya Taylor-Joy.
Il regista di Arrival e Blade Runner 2049 costruisce un spettacolo visivo che toglie il fiato, grazie anche a una meravigliosa fotografia in grado di donare a ogni scena la grandezza che merita. La presenza di Austin Butler dà vita a un Feyd-Rautha Harkonnen, affascinante, crudele ed enigmatico al contempo, senza però scivolare mai nel caricaturale.
Anche Timothée Chalamet necessita di doverosa attenzione. In questo secondo capitolo troviamo un attore più maturo, più consapevole delle proprie capacità, talmente a fuoco da reggere l’intera vicenda senza alcuno sforzo. La sua migliore interpretazione dai tempi di Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino. Il giovane newyorchese di sangue francese è a tutti gli effetti cresciuto.
Dune – Parte Due si conferma un’opera epica, potente, sfarzosa, che colpisce lo spettatore lasciandolo a bocca aperta. Villeneuve dirige la storia seguendo un ragionamento ben preciso, mai fuori tema, mai eccessivo, attraverso un andamento equilibrato e riflessivo, ma non per questo esente dall’essere travolgente. Ogni scena, ogni combattimento, ogni dettaglio, diventano via via una gioia per gli occhi, suscitando in chi assiste enorme coinvolgimento.
La presenza di combattimenti epici e di numerosi vermi delle sabbie – chiamati dai Fremen col nome di Shai Hulud – rendono questo secondo capitolo un’epopea di fantascienza straordinaria, di proporzioni talmente maestose che rimane difficile pensare che un giorno qualcuno riesca a fare di meglio. Di certo c’è che con questo lavoro, Villeneuve lascerà il segno, sarà un successo paragonabile solo a quello ottenuto nei primi del duemila dalla fortunata trilogia de Il Signore degli Anelli diretta da Peter Jackson. A tal proposito, come confermato anche da Timothée Chalamet, la storia di Dune proseguirà con un terzo capitolo dal titolo provvisorio Dune: Messia, adattamento dell’omonimo romanzo che concluderà la saga cinematografica pensata da Villeneuve come una trilogia incentrata sulla vita di Paul Atreides.
Tornando al film in questione, è doveroso sottolineare che il regista però, non si limita a portare nelle sale uno spettacolo sbalorditivo, bensì offre una tematica approfondita del potere e delle sue conseguenze morali, del colonialismo e della religione, analizzando con grande maestria ogni aspetto di questi delicati argomenti. Ne scaturisce un’inevitabile riflessione che rende l’opera ancor più degna di esser guardata con occhi attenti, mente aperta e animo ricettivo. Non ultimo, offre un’ampia osservazione sul fanatismo e i pericoli che ne derivano e su quanto sia importante il ruolo dell’eroe in tutto ciò.
La ciliegina su una torta già ottima di suo è una colonna sonora musicale assolutamente perfetta, merito del compositore premio Oscar Hans Zimmer (Il Gladiatore, Inception, Il Re Leone). Zimmer, che in passato ha musicato anche Blade Runner 2049 sempre per lo stesso Villeneuve, ha dichiarato non solo di essere un grande fan del romanzo di Herbert, ma di aver rinunciato a lavorare su Tenet di Christopher Nolan proprio per produrre le colonne sonore di entrambi i capitoli di Dune.
In buona sostanza, Dune – Parte Due è senza alcun dubbio un’opera di grande ambizione artistica, che ripaga ampiamente i lunghi tempi d’attesa e aumenta la voglia di vedere al più presto il terzo capitolo. Speriamo di non dover attendere troppo.
Dune - Parte Due
Timothée Chalamet: Paul Atreides
Zendaya: Chani
Rebecca Ferguson: Lady Jessica
Josh Brolin: Gurney Halleck
Austin Butler: Feyd-Rautha Harkonnen
Florence Pugh: Principessa Irulan Corrino
Dave Bautista: Glossu "Bestia" Rabban Harkonnen
Christopher Walken: Imperatore Shaddam IV
Stephen McKinley Henderson: Thufir Hawat
Léa Seydoux: Margot Fenring
Stellan Skarsgård: Barone Vladimir Harkonnen
Charlotte Rampling: Gaius Helen Mohiam
Javier Bardem: Stilgar