Da qualche tempo la nostra cara Panini Comics ha iniziato ad investire anche sui fumetti coreani, creando la sotto-etichetta Planet Manhwa, che va ad affiancarsi alla più nota Planet Manga. Oggi vi presentiamo il primo volume di ENNEAD, che viene indicato dall’editore come una storia di miti egizi in chiave BL.
Ennead si presenta come il racconto di miti egizi in chiave BL (Boy’s Love), cosa che attira sicuramente gli amanti del genere, che ormai ne hanno viste letteralmente di tutti colori. Io in primis, sono una lettrice onnivora e apprezzo anche questo genere, soprattutto quando gli autori riescono a far emergere bene i sentimenti dei personaggi e ti fanno dimenticare cosa stai leggendo.
Un buon BL, per me, deve riuscire a parlare di amore e passione senza dover dover mettere in evidenza ogni tre per due che si sta narrando di una coppia gay. Un buon esempio riuscito è Sasaki e Miyano, tra i migliori in via di pubblicazione (sempre secondo il mio modestissimo parere).
Ma torniamo al primo volume di Ennead e alle promesse che troviamo in quarta di copertina, che ce lo presentano come facente parte di una determinata categoria, e vediamo insieme se sono state mantenute (okay, forse un piccolo spoiler lo avete nel titolo della recensione, ma andiamo per gradi).
“…sono le nove divinità che gli egizi chiamavano l’ENNEADE”
Il dio della guerra e del deserto, Seth, ha ottenuto con la forza il titolo di re dell’Egitto e governa sugli uomini e le altre divinità seminando il terrore, finché un giorno si presenta al suo cospetto Horus per reclamare il regno. Egli, infatti, è il figlio di Iside (dea della magia) e di Osiride (dio della vita), ed è l’erede legittimo in quando il padre era il sovrano prima che Seth lo uccidesse e smembrasse in nove parti il suo corpo. Inizia così un processo nei confronti del dio usurpatore, nel quale interviene Osiride stesso in quanto testimone principale dei fatti e vittima, che però non si può trattenere a lungo poiché ormai appartiene al regno dei morti. Per cercare di porre fine a tutto, l’Enneade (insieme delle divinità principali), propone a Seth e Horus di sfidarsi in tre prove per decidere che sarà il re d’Egitto. Cosa accadrà?
L’origine della mitologia egizia spiegata da Ennead
La cultura egizia è tanto bella quanto complessa e renderla di facile comprensione in un fumetto non è facile. Ennead si avvale di un albero genealogico a circa metà volume per farci capire i legami di parentela tra gli dei e la tipologia di potere di ogni divinità. Come ci viene spiegato dal prologo, tutto ha origine da Ra, la dea del sole nata da una collina affiorata dal fiume del caos, che genera Tefnut, Shu, Bastet (dea dell’abbondanza e della fertilità), Hathor (dea dell’amore e della bellezza), Maat (dea della giustizia e della verità) e Sekhmet.
Dai suoi primi due figli nascono Nut (dea del cielo) e Geb (dio della terra). Dopo essere stati maledetti da Ra poiché gelosa della profezia che vedeva il figlio di questi ultimi come il futuro sovrano d’Egitto, Nut riesce a dare alla luce Osiride (dio della vita), Iside (dea della magia), Nefti (dea dell’armonia) e Seth (dio della guerra e del deserto). Osiride inizia a regnare dopo essersi sposato con Iside, ma la gelosia della dea della distruzione Sekhmet instilla l’odio in Seth che decide di uccidere il legittimo sovrano.
Questa parte finale del mito raccontataci dall’autrice Mojito è l’inizio della storia raccontata nel manhwa, nel pieno rispetto anche dell’aspetto esteriore dei personaggi. Chiunque, guardando la copertina e i disegni all’interno, capirebbe subito in che mondo ci troviamo.
Boy’s Love?!
Non so bene di chi sia la “colpa”, ma il primo volume di Ennead non è presentato per niente bene. Quando un lettore va in cerca di una nuova lettura, fa fede a ciò che legge sulle bandelle del volume o sulla quarta di copertina e vederselo presentare come un BL sicuramente attira quel tipo di pubblico. Ora, so che più avanti le cose dovrebbero evolversi in quel senso, ma questo primo volume è stata una delusione.
Ho visto scene sicuramente piene di sentimenti forti, ma non ce n’è stata una che davvero mi ha fatto capire che stavo leggendo un Boy’s Love. Per me è stata una piacevole lettura, ma non mi invita a comprare un secondo volume e lo farei solo in caso di forti raccomandazioni da chi ha proseguito con il manhwa. I disegni sono assolutamente gradevoli e le copertine complementari (immagine sopra) sono molto belle e ben studiate, ma a volte tutto questo non basta.
Un plauso all’autrice Mojito per lo studio della mitologia egizia e per la simpatia dimostrata nel piccolo angolino dedicato a lei alla fine del volume.