Con il 13° episodio andato in onda venerdì 17 gennaio 2025 su Rai 2, diciamo arrivederci a Goldrake U. Queste sono le nostre considerazioni finali
È stato bello finché è durato, siete d’accordo? Con la mandata in onda su Rai 2 dell’ultimo blocco di episodi, si conclude per ora la cavalcata di Goldrake contro Vega. Tuttavia, in ogni lunga storia d’amore ci sono alti e bassi, giornate buone ed altre terribili (a quanto pare, soprattutto se la Rai decide di metterci del suo).
Dopo il lancio con tutti gli onori il 6 gennaio 2025 in prima serata su Rai 2, è successo di tutto e di più. Come scrissi immediatamente dopo la visione dei primi quattro episodi, Goldrake U andava visto da subito su RaiPlay, posto ideale per godersi le puntate in pace, senza tagli, pubblicità e soprattutto in lingua originale dato il doppiaggio monocorde (se ripenso a Rubina mi sale un momento Ossi di seppia).
Visto il discutibile trattamento riservato al reboot di Goldrake a cui farò accenno tra poco, le considerazioni finali necessariamente devono essere scisse tra quelle da riservare all’anime in sé per sé e le relative all’esperimento Rai che ha voluto testare la risposta del pubblico vecchio e nuovo (quest’ultimo rado e sparso) circa l’esplosione del fenomeno anime (buongiorno, Rai) in cui cerca di metterci lo zampino alla sua maniera.
***Attenzione, seguono spoiler a ruota libera sulla trama della serie***
Rai, non si tratta così Goldrake
Amici miei, cosa non si fa in nome del tassativo. Sicuramente qualcosa mi è sfuggito, quelle che vi riporto di seguito sono le cose che ho notato. I blocchi in cui sono stati suddivisi gli episodi necessitavano quasi sicuramente di rientrare in due ore di programmazione ciascuno. Questo ha comportato la prima serata il taglio dell’ending dell’episodio 4 (nonostante le sigle di apertura e chiusura siano oltretutto uno dei punti di forza del prodotto). Durante la seconda serata sono stati trasmessi quattro episodi e mezzo (sic!); così anche nella serata conclusiva.
Che bruttura incredibile, ed ovviamente anche in questi casi l’ending dell’ultimo episodio è stata tagliata. Santa pace Rai, potevi controllare almeno che a chiusura dell’episodio 13, l’ultimo, c’era una scena post-credits in cui appare Re Vega (che sembra il Dottor Inferno)?! Quindi tutte quelle anime innocenti che ti hanno dato credito, che ti pagano puntualmente il canone e si sono sorbiti l’ennesima pubblicità sullo sciroppo per la tosse manco si meritavano si sapere che mentre sulla Terra tutti “vissero felici e contenti”, c’è un iracondo Re Vega/Dottor Inferno che non si dà per vinto? Che amarezza e che delusione.
Da parte della Rai, è di qualche giorno fa l’annuncio in pompa magna del ritorno sulle reti del servizio pubblico della serie storica in versione rimasterizzata. Goldrake dunque sta cercando di riguadagnarsi un posto nel cuore degli spettatori vecchia maniera e di farsi conoscere dalla nuova generazione dopo il test di gradimento operato con il reboot. Vivamente, spero che questo comporti la disponibilità dei 74 episodi che compongono la serie storica su RaiPlay senza sensazionalismi e caroselli vari che certamente verrebbero puntualmente disattesi.
Il pubblico di oggi è viziato, distratto ed ha disposizione un’offerta talmente vasta che vedremmo un calo ben peggiore di quello ribattuto dalla stampa a proposito del secondo appuntamento con Goldrake U (i primi 4 episodi sono stati visti da oltre un milione di spettatori; il secondo blocco da appena 545.000). Insomma, tanta stima per il buon proposito ma questa non è la strada giusta per conquistarci.
Goldrake U promosso o bocciato? Le nostre considerazioni finali
Goldrake U si merita la sufficienza piena per essere riuscito ad introdurre alcuni validi elementi nuovi nel franchise legato alla triade d’oro composta da Mazinga Z, il Grande Mazinga e Goldrake che fa capo al genio di Go Nagai. A mio parere, tre sono i punti di forza di Goldrake U: l’hysteria compulsiva di Duke Fleed e del suo robot, Teronna, il character design dei nemici.
1. La collera di Duke e del Goldrake
Chi comanda un titano come Goldrake non può certo permettersi di perdere lucidità perché le conseguenze sarebbero devastanti. La furia può rendere impietosi, disumani, aspetto con cui Duke ha dovuto fare i conti. Nei suoi ricordi confusi, il Principe di Fleed rivede se stesso come un assassino ed è determinato a compiere un gesto suicida: schiantarsi con il Goldrake contro il Sole prima che l’alleanza del pianeta Vega si possa impossessare di lui e della Terra.
Dopo aver appreso della morte dei genitori per mano di Cazador, Duke Fleed perde il senno e tenta di ucciderlo ma le sue azioni distruggono il Palazzo Reale, la Città e uccidono moltissimi abitanti di Fleed nonostante l’intervento di Teronna e Rubina che cercano di farlo tornare in sé. A voler definitivamente peggiorare il tutto, Duke Fleed si convince di aver ucciso l’amore della sua vita, Rubina per l’appunto.
L’ira funesta di Duke Fleed che rende altrettanto furioso Goldrake è un aspetto persistente del racconto sceneggiato da Ichirō Ōkouchi (Code Geass, Devilman Crybaby, Spy x Family, etc…). L’imprevedibilità dell’eroe e dell’arma che utilizza, la più devastante e letale che la Terra abbia mai visto in azione, donano carattere al protagonista che resta un eroe positivo ma vulnerabile mai come ora. Talmente tanta è la paura di non riuscirsi nuovamente a controllare che chiede ad Alcor di ucciderlo e gli fornisce un anello bomba controllato a distanza che lo farà esplodere se la situazione dovesse complicarsi.
L’hysteria di Goldrake torna prepotente nelle battute finali rendendo lo scontro finale davvero bello. Se la furia cieca del robot è determinante per respingere le truppe di Vega, sulla Terra anche solo la sua presenza in questa modalità può provocare cataclismi e distruzioni di massa. Uno dei momenti che vale tutto e l’intervento di Mazinga X coadiuvato dagli Spacers e da Teronna che si agganciano al Goldrake per rallentarlo. Alcor dal suo abitacolo riesce a raggiungere Actarus nel suo e a risvegliarlo dallo stato di trance. È un momento bellissimo dell’anime, l’emozione è assicurata.
2. Teronna: arrabbiata, vendicativa e follemente innamorata dell’eroe
Tirando le somme su Goldrake U, la scrittura del personaggio di Teronna è quanto mi rimane più impresso essendo una grande fan di tutto l’universo nagaiano, aspetto che nel tempo mi ha fatto recuperare anche produzioni meno conosciute (credo) come Ufo Robot Gattaiger – La grande battaglia dei dischi volanti. Quest’ultimo è un film del 1975 e fu il progetto pilota della serie storica realizzata il medesimo anno, nonché materiale per la trama degli ultimi episodi della stessa.
Tiro in ballo Ufo Robot Gattaiger perché è qui che Teronna fece originariamente la sua comparsa. Rubina e Teronna non esistono nello stesso universo. Teronna difatti è la principessa del Pianeta Yarvan (che poi divenne Vega nella serie) e giunge sulla Terra per riprendersi Duke.
Rubina in Ufo Robot Goldrake è la figlia dell’imperatore Vega e regna su Rubi, pianeta appartenente al dominio vegano. Rubina venne promessa in sposa a Duke Fleed per sugellare la pace tra i popoli ma quando la guerra scoppiò i due dovettero dividersi e il Pianeta Fleed venne raso al suolo. Anni dopo Rubina scopre che Duke è vivo e decide di raggiungerlo per porre fine ai conflitti e cercare di far riappacificare tutti i popoli. Cadrà vittima di una trappola di Zuril e sacrificherà la sua vita per l’amato e in nome dei suoi ideali di pace.
In Goldrake U Teronna e Rubina sono sorelle gemelle. Apprezzo che entrambe le donne di Vega trovino spazio nel Goldrake del 2024.
La principessa di Yarvan tuttavia prende decisamente il sopravvento, si riesce ad imporre per carattere e determinazione. È la Comandante Suprema di Vega nonché sorella gemella di Rubina. Pilota con maestria l’Aquadrake e non gliele manda certo a dire ad Actarus con il quale si scontra ripetutamente sino a piegarlo al suo umore. Lo inganna e lo ama. Lo detesta così tanto da fare di lui la sua ossessione. Teronna è bellissima e letale, la sua determinazione mi ricorda Utena Tenjo (Utena la fillette révolutionnaire), forse perché le somiglia molto fisicamente.
Tutta queste forza nasconde ovviamente altro. Teronna è lo scudo umano di Rubina, farebbe qualsiasi cosa per proteggerla e non può certo svelare i sentimenti che prova nei confronti dell’eroe. Questi però sono talmente forti però da palesarsi comunque e da costringerla al sacrificio più grande: allontanarsi dall’amore della sua vita nonostante egli le chieda di rimanere con lui sulla Terra. A renderle onore anche il bellissimo mecha design del suo robot. L’Aquadrake è il robot che incarna la tradizione mecha e il rispettivo design figurata, tra tutti, da Neon Genesis Evangelion sul finire del XX° secolo.
3. I nemici sono più affascinanti degli eroi. Il character design di Yoshiyuki Sadamoto e Arakimari
Goldrake U ha reso onore ai malvagi veghiani che sono tornati a minacciare la Terra sotto la guida dell’imperatore. Il loro character design è davvero notevole, non a caso porta la firma di Yoshiyuki Sadamoto (Neon Genesis Evangelion e un Tokyo Anime Award per La ragazza che saltava nel tempo). Ne giovano tantissimo, direi soprattutto i malvagi, diabolici nelle movenze e dallo sguardo arcigno e spietato. Vogliono distruggere tutto e lo fanno intendere con il corpo ancor prima che con le parole. La loro comparsa in scena cattura l’attenzione dello spettatore che ne segue i ragionamenti, i piani.
Nelle loro parole non c’è mai un’inflessione positiva, vogliono soddisfare la smania di conquista di Vega, rivaleggiano tra loro per rimanere nelle grazie dell’Imperatore e non hanno nessun cedimento: sono crudeli. Punto. Ed è proprio al malvagio dei malvagi che la produzione dell’anime affida l’annuncio di una seconda stagione di Goldrake U (?): nella breve scena post credits dell’ultima puntata vediamo tutta l’ira dell’Imperatore ancora una volta distrutto dai buoni. Almeno crediamo sia lui visto che somiglia terribilmente al Dottor Inferno, il principale antagonista nella serie di Mazinga Z, quindi chissà cosa ci riserba veramente il futuro.
Conclusa la visione di Goldrake U rimangono le ottime impressioni dell’inizio. È stato un ritorno ben congegnato che ha dato nuova linfa al suo glorioso predecessore che consideriamo insostituibile, è ovvio, non c’è bisogno di ripeterlo continuamente.
Dicevamo, è stato bello finché è durato. E ora Fly, my ufo robot in the sky.