Dopo più di trent’anni Guru Guru – Il girotondo della magia torna nelle nostre case a farci ridere come non mai, e lo fa con un’edizione coloratissima targata J-Pop Manga. Noi di MegaNerd abbiamo avuto tra le mani il primo volume e siamo qui per dirvi le nostre impressioni.
Guru Guru – La parodia dei vecchi giochi di ruolo
Era il 1992 quando Hiroyuki Eto uscì sulle scene con Mahojin GuruGuru Shinso-ban, il nostro amatissimo Guru Guru – Il girotondo della magia, facendo ridere i lettori della rivista Monthly Shōnen Gangan. Il suo manga nasce come una parodia dei vecchi ruoli di gioco tipicamente giapponesi, dai quali prende le caratteristiche tecniche. Infatti, i personaggi sono accompagnati alla loro comparsa da un quadrante che ne riporta il nome, i punti vita e il livello, così come gli oggetti sono provvisti delle stat. E, come ogni serie fantasy che si rispetti, la magia ha un ruolo centrale. Così come la creazione di un party con al centro quello che dovrebbe incarnare il perfetto eroe.
Si può dire che tutti gli eroi sfigatelli, passatemi il termine, e un po’ incapaci abbiano ereditato qualcosa da Nike, il ragazzo nato e cresciuto per diventare il valoroso guerriero della sua terra. A lui e alla lotta contro il Re del Male, si unisce subito una maga capace di maneggiare il GuruGuru, che le permette di fare magie tramite cerchi magici. Ma l’unica in grado di farlo, la kawaii Kukuri, è una gran pasticciona e confonde spesso i simboli tra loro evocando la cosa sbagliata. Se non sono questi i presupposti per un’epica avventura, in bilico tra disastro assoluto e la commedia più pura, allora non so cosa possa esserlo.
La trama
Nel piccolo villaggio di Jimina si tramanda la strana leggenda del GuruGuru…unico indizio per il sigillare il Re del Male Giri appena risorto. Nike, un ragazzo cresciuto dal padre per diventare un valoroso guerriero, e Kukuri, una fanciulla della tribù MiguMigu allevata da una vecchia strega: quando i due si incontrano, attivano un misterioso potere magico che dà il via a un’epica ed esilarante avventura.
Tutto ha davvero inizio quando i due si dirigono al castello del re di Codai (in giapponese significa “grandioso”) Urga XIII, dove si sono radunati tutti gli aspiranti eroi. Kukuri comincia ad affermare che il vero valoroso guerriero è il suo compagno, anche se è quello che sembra più fuori posto tra armature e abbigliamento da veri combattenti, attirandosi l’attenzione di un altro ragazzo. Questi lo sfida a duello sotto lo sguardo attento del re che li mette alla prova: chi tirerà fuori una spada da una scatola magica, sarà il vero e unico valoroso guerriero. E indovinate chi estrae una lama lunga diversi metri?
Il re, invece di dare loro la spinta giusta per la grande impresa mette subito i due davanti alla dura realtà: dovranno affrontare mostri e magie mai viste, probabilmente si feriranno gravemente, ma lui è deciso a lavarsene le mani dandogli del denaro. Perché lui, be’, è uno che ama parlare chiaro e più di così…
I due con i soldi ottenuti dovrebbero equipaggiarsi di tutto punto nella cittadella vicino ma, presi dalla smania, iniziano a comprare solo cose totalmente inutili (Nike poi cercherà di rimediare rivendendo tutto, ma continuerà a fare scelte incomprensibili). Possibile che tutti si stiano sbagliando sul conto del valoroso guerriero?
Quello che è certo è che nessuno ha voglia di fermarli, perché senza di loro si sta molto più tranquilli a Jimina!
Ne avevamo bisogno?
La mia risposta è sì. Da un po’ di tempo a questa parte nel mondo dei manga, ma anche degli anime e di film, serie TV e fumetti di ogni tipo, è nata questa esigenza di un ritorno alle origini, a ciò che ci ha fatto compagnia durante la nostra infanzia. O forse si tratta semplicemente della voglia di preservare delle opere che non hanno più avuto edizioni o sono passate in sordina. Non è il caso di Guru Guru – Il girotondo della magia, che grazie all’anime andato in onda su Rai 2 negli anni duemila, è stato un must per tanti bambini e giovani adolescenti dell’epoca. Insieme a Ranma 1/2 e Lamù, erano forse le opere più in voga tra gli anni Novanta e i primi del Duemila, perché divertenti e irriverenti senza mai essere volgari, come invece spesso accade oggi. E tutti sono accomunati da un dettaglio: sono tornati con versioni anime recenti (quella di Guru Guru potete recuperarla su Crunchyroll), per far tornare a sognare chi li amava allora e farli conoscere a chi magari non c’era o era troppo piccolo.
Presentare, quindi, una nuova edizione del manga sembra un passo imprescindibile, perché resta l’originale, ciò da cui è nato tutto il resto. La nuova veste grafica di Guru Guru – Il girotondo della magia si presenta come un’esplosione di colori, con il primo volume di un sgargiante giallo dominante abbinato a un arancione effetto evidenziatore per il titolo, da cui emerge il protagonista che mostra una scritta sulla mano: yuusha no akashi, ovvero “la prova dell’eroe”. Vedendolo così, potrebbe sembrare a chi non lo conosce il protagonista di una storia qualunque, ma l’aria sbarazzina, lo stile allegro dell’immagine fanno capire sin da subito che quello che si ha davanti è un manga che non ha nulla di serio. E basterà sfogliare le primissime pagine per rendersene conto, dove viene spiegato sin da subito che il villaggio da cui inizierà l’avventura ha un nome che altro non significa “banale, senza particolarità”. Come si dice, chi ben comincia è a metà dell’opera. E un inizio del genere non può che fare presagire una storia assolutamente non convenzionale, piena di allusioni e giochi di parole per far ridere il lettore.
Con due cofanetti da collezione contenenti 8 volumoni coloratissimi, J-Pop Manga ci presenta l’intera serie che originariamente era composta dal doppio dei tankobon. Ovviamente, c’è anche la possibilità di acquistarlo singolarmente ma, se siete fan del titolo vi consiglio assolutamente di recuperarla con i box, e lo faccio per due motivi: la qualità del contenitore, che terrà al sicuro la vostra collezione, e le cartoline esclusive in regalo. Insomma, non lasciatevelo scappare!