Abbiamo visto “Halloween Ends“, il terzo capitolo della trilogia diretta da David Gordon Green che dovrebbe rappresentare la fine di un franchise storico. Queste sono le nostre impressioni.
Ottobre è il mese della festa di Halloween, ricorrenza che per qualcuno è “Un’ immensa idiozia, una stupida americanata che abbiamo importato nel nostro Paese. Un monumento alla stupidità”. Ovviamente noi non la pensiamo come un poco sereno (al tempo del lockdown e a buon ragione) presidente della regione Campania e quindi vogliamo festeggiare “la sera dei santi” (questa è il significato della parola “Hallowe’en”) come si conviene. Per celebrare questa ricorrenza, non esiste miglior modo che gustarsi il tredicesimo film di un franchise che ha contributo a rendere questa festa ancor più affascinante.
Prima di parlare di “Halloween Ends“, terzo film della trilogia di David Gordon Green annunciato come il capitolo che dovrebbe mostrare la resa dei conti tra Michael Myers e Laurie Strode, vale la pena ripercorrere la tappe fondamentali di un franchise che sforna film sin dal lontano 1978.
L’inizio di un’era
Siamo nel 1978 quando un giovanissimo e talentuoso John Carpenter iniziò a lavorare ad un nuovo film horror: “Halloween – La notte delle streghe“. L’ispirazione al regista statunitense arrivò direttamente dai film italiani di Dario Argento e Mario Bava (citiamo “Profondo Rosso” del 1975 e “Reazione a Catena” del 1971 come maggiore fonte di ispirazione). A Carpenter fu data carta bianca su tutto: gli fu affidata la regia, scrisse la sceneggiatura a quattro mani con Debra Hill (sua futura moglie) e si curò anche della colonna sonora. Girato in soli 20 giorni e con un budget modestissimo (circa 300.000 dollari), la pellicola ha fruttato oltre 70 milioni di dollari al botteghino diventando uno dei film indipendenti di maggior successo della storia. In Italia il film uscì (vietato ai minori di 14 anni) il 14 aprile 1979, quando ancora l’unica festa in maschera che accettavamo nel nostro paese era il carnevale. Ad oggi questa pellicola rappresenta, oltre che il trampolino di lancio per la straordinaria carriera di John Carpenter, il capostipite del sottogenere horror denominato “slasher“. Nella categoria “slasher movie” rientrano tutti quei film in cui l’antagonista principale è un maniaco omicida (spesso mascherato) che si diletta ad un uccidere un gruppo di persone (preferibilmente donne in età adolescenziale) in spazi molto ristretti e in modo particolarmente cruento (preferibilmente fruendo di affilatissime armi da taglio). La definizione di “slasher movie“, di fatto, racconta anche la trama di “Halloween – la notte delle streghe”: nella piccola e tranquilla cittadina di Haddonfield in Illinois, un ragazzino di 6 anni di nome Michale Myers uccide a coltellate la sorella maggiore. Per questa sua “marachella” il giovane Michael finisce in un ospedale psichiatrico sotto l’osservazione di un psicologo. 15 anni dopo, l’adolescente Myers riesce ad evadere nella notte di Halloween e ritorna ad Haddonfield mietendo vittime tra le amicizie di Laurie Strode. Quest’ultima la proverbiale “final girl”, l’unica ragazza che riesce a sfuggirgli. Nel finale del film, il maniaco omicida riesce a sopravvivere a diversi colpi di arma da fuoco al cuore e alla testa, facendo intendere di possedere capacità fisiche paranormali e di essere, sostanzialmente, molto di più di un efferato serial killer.
Questa film ha dato la stura a una serie lunghissima di sequel che hanno avuto come filo conduttore la presenza di Michael Myers e, saltuariamente quella del personaggio di Laurie Strode. Quest’ultimo è stato un personaggio centrale in sette dei film che si sono susseguiti e della più recente trilogia di Green. Personaggio che ha reso celebre Jamie Lee Curtis . La Curtis, figlia d’arte (padre Tony Curtis, madre Janet Leigh), è diventata icona di Halloween e una delle più rappresentative “scream queen“, ereditando il ruolo di vittima sacrificale che fu della madre in “Psycho” (1960) di Alfred Hitchcock. A 44 anni di distanza, dopo essere diventata famosa per una varietà incredibile di ruoli cinematografici e televisivi, la Curtis è e sarà per sempre ricordata dagli amanti di film horror come Laurie Strode, “la final girl” per eccellenza. Ed oggi, con “Halloween Ends“, l’attrice americana promette di indossare per l’ultima volta i panni di Laurie. Siamo quindi di fronte alla fine di un’era come evidenziato dalla stessa Curtis in occasione di diverse interviste per la promozione del film:
“L’ultima inquadratura che abbiamo girato è avvenuta al termine di una serie di riprese notturne. Era un mio close-up a bordo di una macchina”, ha dichiarato l’attrice a Ciak Magazine. “Quando siamo scesi dall’auto erano le 04:30 del mattino e sul monitor c’era ancora il mio volto. E’ da li che ho capito che quella sarebbe stata l’ultima immagine di Laurie Strode. “
Dopo tre settimane dalla chiusura delle riprese, l’attrice è tornata sul tema grazie a un’intervista al magazine Salon:
“Solo tre settimane fa ho finito di girare le ultime scene di Laurie Strode. È stato profondamente emozionante e catartico. Voglio dire, il fatto che la si chiami final girl.. Non ho mai davvero capito quanto fosse importante quel nome fino a quando non ho girato quest’ultimo film. E ora lo capisco davvero”
La trilogia di David Gordon Green
Non vogliamo dilungarci nel raccontarvi ogni singolo sequel della storica prima pellicola. Contiamo nove pellicole delle quali diventa difficile anche stabilire una timeline precisa degli eventi che vi sono narrati. Sappiate che si tratta di progetti alquanto discutibili in termini di qualità e che non hanno riscontrato il successo di critica e pubblico che ci si attendeva. Se siete curiosi e volete approfondire allora wikipedia è vostro amico.
Per raccontarvi di “Halloween Ends” è importante saltare direttamente al 2017 in cui un coraggioso regista ha deciso di riprendere in mano un franchise alla canna del gas. David Gordon Green, regista statunitense di 46 anni, ignora completamente tutto quello che è stato prodotto successivamente al primo storico capitolo di John Carpernter e che aveva incancrenito tutto il franchise. Con la benedizione dello stesso Carpenter che è tornato a curarne la colonna sonora e con l’ausilio di Blumhouse, la casa di produzione di Jason Blum e gallina dalle uova d’oro per quanto riguarda la produzione di film horror, Green dimostra di avere le idee chiare e sviluppa una trilogia che ha un duplice scopo. Da una parte ricatturare l’essenza di Michael Myers e approfondirla per dargli una connotazione metafisica. Dall’altra parte rimettere al centro del villaggio il personaggio di Laurie Strode, mostrandoci il percorso che la porterà al raggiungimento della conclusione del suo “rapporto” con Myers.
Il primo film della trilogia dal titolo “Halloween” esce nel 2018. ll film è un sequel diretto di “Halloween – La notte delle streghe“, infatti è ambientato 40 anni dopo gli eventi di quella pellicola. “Halloween” ha ricevuto critiche positive al punto che molti lo considerano, tutt’ora, il migliore dei sequel, così come un ritorno allo splendore della saga. Il successo di questo film ha avuto un forte riscontro anche al botteghino: l’opera di Green ha incassato oltre 255 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando il film del franchise e di tutto il genere “slasher” con più incassi, scalzando “Scream” (1996), un altro classico del genere.
Il secondo film della trilogia, dal titolo “Halloween Kills“, esce nel 2021 e risulta la pellicola più atipica dell’intero franchise in quanto decisamente fuori dagli schemi del genere “slasjer movie“. Il film mette da parte la figura di Michael Myers per concentrarsi sulla comunità di Haddonfield. Rivediamo alcuni personaggi presenti nel film del 1978, ieri bambini e oggi adulti. Vediamo come l’intera comunità di una località (un tempo tranquilla e anonima), cedere alla paura e abbandonarsi al giustizialismo più becero tipico del periodo trumpiano in cui il film è stato prodotto. I puristi del genere lo hanno accolto con scetticismo, a noi invece è piaciuto parecchio sebbene abbiamo avuto la sensazione di qualcosa di già visto. Ci è piaciuta la rappresentazione che viene data di Haddonfield, la quale somiglia maledettamente alla Derry di kinghiana memoria. Una comunità completamente immersa nel caos e dove il male ha sedimentato. Anche Michael Myers non viene più visto come un essere umano, non viene inquadrato mai in volto in maniera nitida, non sappiamo nulla del suo passato se non l’episodio dell’omicidio della sorella. Myers, come il clown Pennywise di IT (altra iconica maschera del cinema horror), rappresenta il male assoluto. Un male che riesce a diffondersi come una piaga a chi viene in contatto, anche in maniera indiretta, con l’uomo nero. Dal secondo capitolo della trilogia appare chiara la direzione verso la quale si arriverà nel terzo e ultimo capitolo dal titolo “Halloween Ends”.
E alla fine arriva “Halloween Ends”
Gli eventi di “Halloween Ends” ripartono quattro anni dopo quelli del precedente film. Haddonfiled è una polveriera, Michael Myers è ancora a piede libero e rintanato nelle fogne e Laurie Strode, rimasta sola con la nipote Allyson Nelson (interpretata dalla brava Andi Matichak) a seguito della morte della figlia avvenuta in “Halloween Kills”, si prepara alla resa dei conti.
La storia inizia durante Halloween 2019, dove il ventunenne e studente modello Corey Cunningham (interpretato da Rohan Campbell) si reca a fare da babysitter a Jeremy Allen, un bambino rimasto segnato, come il resto della comunità di Haddonfield, dalla storia di Michael Myers. Nella notte di Halloween il bambino rimane vittima di un suo scherzo che aveva escogitato nei confronti di Corey e muore a causa di un tragico incidente. Tre anni dopo, nel 2022, ritroviamo Corey giudicato innocente dalla giustizia ma non redento agli occhi dagli abitanti di Haddonfield i quali lo ritengono ancora colpevole e lo etichettano come “nuovo uomo nero”. Corey, tormentato dalla comunità di Haddonfield per la morte di Jeremy, lavora nel cantiere di suo padre cercando di sbarcare il lunario e, nel frattempo, allaccia una relazione amorosa con Allyson. la nipote di Laurie. Ma l’ambiente tossico e pervaso dal male della città di Haddonfield unito all’incontro con Michael Myers nelle fogne della città faranno il resto: il ragazzo, oramai accecato dall’odio e dalla sete di vendetta, indossa la maschera di Myers e diventa un emulatore dell’uomo nero, compiendo vari omicidi tra le persone che rientrano nella sua sfera famigliare e affettiva.
In tutto ciò, vi starete chiedendo come si sviluppa il confronto finale tra Luarie e Myers. E’ proprio questo uno dei problemi principali di “Halloween Ends”. La maggior parte della trama del film non è dedicata ai due protagonisti centrali (come dovrebbe essere) ma al viaggio verso l’abisso di Corey Cunningham. Come a voler ribadire (ma non ce n’era francamente bisogno) il concetto che Myers è una forza soprannaturale, l’incarnazione fisica del male puro e incancellabile e che nessuno è immune al virus della malvagità e della violenza. Rohan Campbell, l’attore che interpreta Corey, è molto bravo e assolutamente credibile come “uomo nero novello” ma, per diamine, abbiamo pagato il prezzo del biglietto per assistere al regolamento di conti tra Jamier Lee Curtis e la sua controparte malvagia. Aggiungiamoci inoltre che, rispetto ai precedenti capitoli del franchise, le scene gore sono ridotte al minimo, sebbene quelle poche che ci sono hanno un forte impatto che saprà deliziare i palati più sadici.
Nella seconda parte del film, Laurie è costretta a fare i conti con il rancore e con la furia repressa. E’ in questo momento che (finalmente) possiamo prendere i pop corn e la Coca Cola (che nel frattempo, immaginiamo, si sarà annacquata). Lo scontro finale avviene durante il terzo atto e, ovviamente, non vi facciamo nessuno spoiler. Vi diciamo soltanto che ci saremmo aspettati qualcosa di molto più epico e invece ci siamo ritrovati con un finale debole e ampiamente telefonato perché costruito ad arte nei precedenti capitoli della trilogia. Una resa dei conti costruita sul filo di lana (o forse dovremmo dire “sul filo di lama”).
La sequenza finale del film che funge da epilogo, con la quale viene celebrato all’atto catartico che chiude tutte le trame che coinvolgono Myers, Laurie e l’intera cittadina di Haddonfield, è una delle poche cose che ricorderemo con piacere di questa pellicola.
Conclusioni
Riteniamo che giudicare “Halloween Ends” come pellicola a se stante sia sbagliato. I tre capitoli della trilogia di David Gordon Green sono tre film fortemente interconnessi tra loro, come episodi extra size di una serie TV. Pertanto riteniamo più saggio e corretto dare una valutazione all’intera trilogia. Riassumendo possiamo dire di trovarci davanti a un primo film molto buono, un secondo film atipico, ben fatto e ricco di spunti interessanti anche se non particolarmente originali che gettano le basi per il gran finale. Gran finale che però non si concretizza per via di un terzo capitolo debole, prevedibile e che ci ha francamente deluso. David Gordon Green, come già detto, ha avuto coraggio e la bravura nel ridare lustro e vigore ad un franchise oramai morto. Jamie Lee Curtis è tornata ad interpretare Laurie Strode con la maturità dell’ attrice di esperienza e il tutto è stato impreziosito dai sintetizzatori di John Carpenter. Blumhouse ha fatto di nuovo centro, mettendo il sigillo di qualità come quello della “denominazione di origine controllata” sul vino buono e invecchiato della cantina. Anche se il finale ci ha deluso, promuoviamo (senza lode) questa trilogia affibbiandogli 3 stelle (su 5).
“Halloween Ends” è al cinema a partire dal 13 Ottobre.
“Halloween – La notte delle streghe” lo trovate in blu ray oppure su Prime Video al canale Starzplay. “Halloween” (il primo capitolo della trilogia sequel) è invece fruibile in blu ray oppure a noleggio su Apple TV+. “Halloween Kills” è disponibile in blu ray oppure a noleggio su Now TV.
Buon Halloween a tutti!
Halloween Ends
Jamie Lee Curtis: Laurie Strode
Andi Matichak: Allyson Nelson
James Jude Courtney: Michael Myers
Will Patton: Frank Hawkins
Rohan Campbell: Corey Cunningham
Kyle Richards: Lindsey Wallace
Omar Dorsey: sceriffo Barker
Jesse C. Boyd: agente Mulaney
Michael Barbieri: Terry
Michael O'Leary: dott. Mathis
Michele Dawson: Deb
Candice Rose: sig.ra Allen
Jack Marshall: sig. Allen