I Primi Cento è un’incredibile lettera d’amore a Dylan Dog

Con un’operazione inedita per il fumetto italiano, ecco arrivare in libreria I Primi Cento, graphic novel il cui intento è sollevare domande, provare a dare risposte, ma soprattutto scrivere una lettera d’amore sentita e appassionata a… Dylan Dog

copertina recensione i primi cento

Quando in Italia senti un lettore di fumetti pronunicare la mitica frase “…erano meglio i primi cento…“, sai bene che si sta riferendo a Dylan Dog. Non può esserci davvero alcun tipo di dubbio.
I primi 100 numeri della serie, l’inizio della leggenda dell’Indagatore dell’Incubo creata e forgiata da quel genio che risponde al nome di Tiziano Sclavi, sono universalmente riconosciuti come la “golden age” del personaggio.

A sentire la fanbase più accesa, dal numero 101 in poi del mensile è iniziata una sorta di “discesa” senza fine, che ci ha portato sino ai giorni nostri.
Certo, qualche bella storia ogni tanto è capitata, numeri interessanti ce ne sono stati, ovviamente… ma niente a che vedere con I Primi Cento

Andrea Guglielmino, giornalista, scrittore, saggista, ma soprattutto grande amante del fumetto (a lui si devono alcune delle storie più belle di Samuel Stern o il folle Garibaldi vs Zombies), da fan di Dylan Dog della prima ora questa filastrocca sui primi cento numeri l’avrà sentita un milione di volte. E – come ci ricorda nel suo editoriale d’apertura del volume- chissà, magari qualche volta l’avrà persino pronunciata anche lui.

Magari senza chissà quale convizione, solo come luogo comune. Però è vero, può capitare di dirla, anche perché una frase ripetuta così ossessivamente nel tempo è impossibile che non venga assorbita completamente dal nostro cervello. Per alcuni è un dogma, per altri un ritornello da dire durante le conversazioni tra colleghi appassionati… per altri, molto probabilmente, un divertimento.

Andrea (mi permetto il tono confidenziale perché da qualche anno ho il piacere di conoscerlo) probabilmente si sarà soffermato a riflettere attentamente su questa frase. I Primi Cento.
Ma davvero erano così belli? Ma alla fine… Importa davvero? Da qui, lo spunto per costruire un fumetto atipico per il mercato italiano: una graphic novel che destrutturase non proprio il mito di Dylan Dog, ma questo luogo comune, inducendo così autori e lettori a una riflessione comune.

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I Primi Cento – Un saggio a fumetti

Erano meglio gli anno d’oro del personaggio perché eravamo più giovani e spensierati noi, oppure la magia è finita dopo un decennio fantastico? Chi è invecchiato peggio, noi, Dylan o… entrambi?

Guglielmino ha coinvolto nel suo ragionamento anche Marco Scali, che lo ha coadiuvato ai testi di questo bel volume prodotto da Weird Book (editore tanto coraggioso, quanto ambizioso) e Luciano Costarelli, che si è occupato di illustrare (in modo fantastico) questa sorta di saggio a fumetti.

I Primi Cento, in fondo, è proprio questo: una riflessione su noi lettori, su come viviamo i cambiamenti, su cosa ci sta bene o cosa detestiamo. Il protagonista di quest’opera è Damien Donovan, un personaggio che chiaramente fa le veci (meta)fumettistiche di Dylan Dog e attraverso lui cerchiamo di capire la parabola di un successo tutto italiano, dal momento di massima luce, fino alle ombre, vere o presunte che siano.

La storia, ovviamente, è ambientata negli anni 80: non poteva davvero essere altrimenti, perché l’habitat naturale di Dylan è proprio quello. Sì, questa è una frase da “vecchio fan”, ed è una delle nostre condizioni incrollabili: Dylan Dog è un figlio del suo tempo e in quel decennio lì ci stava alla grande. Altro luogo comume, lo so.

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Ma come me, lo sapevano anche gli autori de I Primi Cento, che dunque partono proprio da quest’epoca per far interrogare fan e amici del personaggio sul suo excursus: i più intransigenti, quelli che protestano in modo più forte e sprezzante, hanno le fattezze dei mitici Beavis e Butt-head, probabilmente raffigurati così proprio per sottolineare una certa ottusità insita nei fondamentalisti dylaniati. Sono loro che iniziano a protestare mentre Damien è in TV, a raccontare la sua vita in uno dei late night show americani.

Ma gli autori non danno certo spazio solo ai lettori più esigenti: c’è anche chi sostiene – nonostante tutto – il proprio beniamino, chi è pronto a seguirlo in ogni percorso editoriale, chi abbraccia i cambiamenti e le evoluzioni con entusiasmo e chi non tradirà mai il suo personaggio preferito. Tanti modi di pensare, tanti mondi diversi, lontanissimi tra loro, eppure accumunati dalla stessa, identica passione.
La storia che Guglielmino (qui forse al suo vero esame di maturità come sceneggiatore) e Scali hanno confezionato per noi mette tutti a nudo, fan e personaggio. Nel farlo, usano il miglior stratagemma possibile: creare una vera storia di Dylan Dog… ma con Damien Donovan, ovviamente. I topoi della narrativa Sclaviana ci sono tutti: un mistero da risolvere, un nemico invisibile, ma soprattutto i mostri. Quelli reali (che fanno più paura di tutti) e quelli ultraterreni.
Di fronte abbiamo una storia di Dylan in tutto e per tutto, che contestualmente è anche un saggio sugli ultimi 30 anni di vita editoriale del personaggio. Insieme al nostro eroe ovviamente non poteva mancare Smiley, controparte di Groucho che qui ricorda molto un altro genio della comicità, Roberto Benigni. Un omaggio al “Piccolo Diavolo” ben riuscito, che prende perfettamente il posto dello storico assistente dell’Indagatore dell’Incubo, ed è ben più di una semplice figura sullo sfondo.
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Dylan/Damien è cambiato nel corso degli anni: la sua popolarità è alle stelle, nonostante non sia più quelli delle sue prime cento avventure e moltissimi fan stanno meditando di abbandonarlo. Ne parlano in modo animato durante una delle tante riunioni del Damien Donovan Horror Club, un luogo in cui appassionati vecchi e nuovi si ritrovano per parlare del loro idolo.
Almeno fino a che qualcuno non ha deciso di iniziare a uccidere tutti i membri del club. La storia è qui che – ovviamente – inizia a ingranare, in un crescendo di citazioni metafumettistiche, di strizzate d’occhio, ma soprattutto – ci tengo a ribadirlo – di riflessioni.
Il tempo passa, gli anni 80 sono finiti da un pezzo, siamo cresciuti. Qualcuno è rimasto lo stesso, qualcuno è cambiato totalmente, qualcun altro cerca nei fumetti il suo porto sicuro. Dylan? Beh, anche lui è cambiato, anche se per certi versi è rimasto lo stesso.
A spiegarvi bene tutto, ci pensa Damien Donovan, protagonista di una straordinaria lettera d’amore alla creatura di Tiziano Sclavi.
Leggetela anche voi, non ve ne pentirete.
I Primi Cento

I Primi Cento

Autori: A. Guglielmino, M. Scali, L. Costarelli
Formato: 17x24; Brossurato; 108 pagine in bianco e nero
Dove trovarlo: Fumetteria, store online
Editore: Weird Book
Prezzo: € 17,90
Voto:

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Mr. Kent

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Appassionato di fumetti, curioso per natura, attratto irrimediabilmente da cose che il resto del mondo considera inutili o senza senso. Sono il direttore di MegaNerd e me ne vanto.

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