Il Mio Povero Pancreas di Kabi Nagata – Recensione

Il mio povero pancreas – Eppure la mia vita è un po’ migliorata è l’ultima incredibile testimonianza di Kabi Nagata pubblicata da J-POP Manga. Questa è la nostra recensione

copertina recensione il mio povero pancreas

Non c’è notte tanto lunga da non permettere al sole di risorgere il giorno dopo.

Questa frase di Jim Morrison l’ho scritta ossessivamente su tutti i miei diari del liceo, illegalmente sui muri dei sottopassi di mezza Italia (chiedo scusa alle allora Ferrovie dello Stato). Erano anni che non ci pensavo più. Oggi, concluso Il mio povero pancreas – Eppure la mia vita è un po’ migliorata mi è rivenuta in mente di colpo e l’ho associata a Kabi Nagata e al suo desiderio di rivedere sorgere il sole.

Chi è Kabi Nagata:

Kabi Nagata, classe 1987, è una donna che ha deciso di affrontare il lato oscuro della luna. Lo ha fatto parlando di sé senza filtri, consapevole che la sua testimonianza avrebbe alterato, e non poco, i fragili equilibri familiari, le limitate relazioni interpersonali custodite negli anni e, soprattutto, il suo rapporto con il riflesso allo specchio, stanco e consumato dalla depressione, dai disturbi alimentari e dalla dipendenza dall’alcol. Un atto necessario, quasi dovuto, per tentare di sconfiggere il dolore. Un’autoterapia d’urto per scavare nel profondo io e provare a comprendere cosa debba salvare.

Kabi Nagata è una donna e una mangaka, autrice di opere come La mia prima volta – My lesbian experience with loneliness, Lettera a me stessa – Dopo La mia prima volta e La mia fuga alcolica – Scappando dalla realtà. Le opere sono autobiografiche, dei diari che raccontano esperienze personali legate alla sua estrema sensibilità, ad un’emotività turbolenta che spesso l’ha condotta nel tunnel della dipendenza. Tutti i titoli sono stati pubblicati in Italia da J-POP Manga e il consiglio è quello di recuperarli tutti (e in ordine).

Avevamo già vissuto con Nagata il problema dell’alcolismo e le gravissime complicazioni di salute causate dall’abuso di quest’ultimo. Nella sua ultima opera, che l’Autrice ha concluso nel 2022, Nagata affronta due ricadute spaventose: ricomincia a bere e il ritorno della pancreatite. Inutile dire che questa non è una lettura facile, seppur lo stile di Nagata risulta sempre super delizioso (ricorda Ward e il suo Adventure Time: la guerra nucleare ha distrutto il mondo, eppure è tutto così carino quello che è rimasto). Avrete paura per la sua sopravvivenza, vivrete il terrore della sconfitta e l’incubo del dolore fisico.

Il calvario personale di Nagata da dove ha avuto inizio?

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Ecco “un po’ di trama” de Il mio povero pancreas – Eppure la mia vita è un po’ migliorata (raccontata tramite alcune tavole del manga)

C’era una volta una ragazza sui trent’anni (artista, 27 anni, part timer qualche volta mangaka) che lavoricchiava e non beveva nemmeno un goccio d’alcol. Un giorno quando ebbe compiuto ventotto anni, successe quello che successe e andò con una prostituta. Trasformò la sua esperienza in un manga e se lo auto pubblicò su PIXIV. E in qualche modo quella storia diventò un libro. Così quella che si manteneva con lavoretti (io) divenne una mangaka a tempo pieno. E ciò che l’aspettava era…il trattamento da artista e di conseguenza il trattamento da adulta.

Fino ai miei ventotto anni ero sempre stata convinta di non aver diritto a bere alcol. Ma poi provai sulla mia pelle che cosa significa essere trattata da adulta. Quella sensazione era deliziosa e pericolosamente eccitante…un altro drink per favore.  

Nagata racconta di aver iniziato a sperimentare l’alcol per alleviare il senso di colpa legato alla pubblicazione del libro che aveva ferito molto la madre e per aver attecchito il lei la sensazione crescente di dover per forza essere un’autrice produttiva. Senso di colpa che progressivamente ha inglobato la sua mente facendola sentire inadeguata in tutto. E così che bere pian piano è diventata una dipendenza logorante annichilendola nel corpo e nell’anima.

Ne Il mio povero pancreas – Eppure la mia vita è migliorata, Nagata rivela i fatti legati all’ultimo ricovero avvenuto durante la pandemia: i dolori della pancreatite acuta, l’annullamento delle visite esterne, l’alimentazione indotta, la fuga dall’ospedale, il rapporto salvavita con i genitori.

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La sfida più grande per l’autrice, nonché (ricordiamo) protagonista della storia, è uscire dal suo mondo, una scatola ricolma di paranoie e costruzioni pessimistiche di cui lei comunque non ha colpa. Le pagine sono difficili ma tutte permeate da una speranza che è davvero dura a morire per fortuna. Sconfiggere la dipendenza si può ma è un percorso in salita di cui difficilmente si vede la parola fine.

Mentre leggiamo capitoli davvero difficili, proviamo a darci forza e ad essere ottimisti per la protagonista. La vorremmo vedere di colpo superare tutte le difficoltà, incitarla a non buttarsi giù ancora una volta, provare a darle quella sicurezza in se stessa che tanto le manca. Tuttavia il dolore è un mostro penoso e infimo. Quando sembra che siamo sul punto di debellarlo dalla nostra mente, si riaffaccia con più forza di prima.

L’autrice afferma con grande sincerità: non ho smesso di bere, sto smettendo di bere. Ecco il senso di un percorso di recupero che dura tutta la vita. Il fatto di non mandare più giù litri di sochu (distillato giapponese) al giorno, non fa di lei una persona definitivamente salva dalla dipendenza, ma la riempie di speranza perché sì, la sua vita senza alcol è migliorata.

Lo stile dell’autrice risulta straordinariamente ironico e non può che far breccia nel cuore dei lettori. Davanti a fogli bianchi, non c’è trucco, non c’è inganno. Nagata si mostra così com’è, un esserino fragile confuso e infelice.

Kabi Nagata è un’autrice coraggiosa che condivide la sua storia sperando possa servire a chi come lei si ritrova ad affrontare i titani della mente. Il racconto è sincero e la mette a nudo con onestà e autenticità di fronte a migliaia di sconosciuti. Nonostante lei non creda di fare molto, Il mio povero pancreas – Eppure la mia vita è migliorata è un atto coraggioso e di speranza che vuol dire moltissimo.

Noi inguaribili ottimisti in questo caso vogliamo esserlo ancora di più se fosse possibile. Speriamo che prima o poi giunga sui nostri scaffali il racconto della sua rinascita colma di serenità.

Date un’occhiata al suo profilo X dove lei è molto attiva!

Il Mio Povero Pancreas

Il Mio Povero Pancreas

Autrice: Kabi Nagata
Volume unico
Formato: 15x21; Brossurati Con Sovraccover; 136 pagine in bianco e nero
Dove trovarlo: Fumetteria, libreria, store online
Editore: J-Pop Manga
Prezzo: € 12,00
Voto:

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Sig.ra Moroboshi

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Contro il logorio della vita moderna, si difende leggendo una quantità esagerata di fumetti. Non adora altro Dio all'infuori di Tezuka. Cerca disperatamente da anni di rianimare il suo tamagotchi senza successo. Crede ancora che prima o poi, leggerà la fine di Berserk.

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