Il Robot Selvaggio è il trionfo della Dreamworks

Il 10 ottobre uscirà nelle sale Il robot selvaggio, il nuovissimo film di Dreamworks Animation; noi di Meganerd lo abbiamo visto in anteprima ed ecco la nostra recensione senza spoiler!

il robot selvaggio

Il 10 ottobre uscirà nelle sale Il Robot Selvaggio, nuovo film animato prodotto dalla Dreamworks Animation e diretto da quel genio di Chris Sanders ( Lilo e Stich, Dragon Trainer), figura molto cara alla Dreamworks, che decide di adattare in chiave animata il romanzo omonimo di Peter Brown.

Il risultato è un vero e proprio capolavoro, un film che racconta la sua storia senza compromessi, costruendo ogni momento, ogni emozione; un’opera dall’incredibile bellezza. In questa recensione – senza spoiler – cercherò di illustrarvi i motivi per il quale questo film segna un punto altissimo nel mondo dell’animazione, arrivando dove altre case produttrici non sono nemmeno lontanamente arrivate, in questi ultimi anni.

Il robot selvaggio, recensione del film d'animazione DreamWorks -  Movieplayer.it

La trama

La protagonista di questa storia è Roz, un robot che, a seguito di un incidente, si ritroverà immersa nella natura più selvaggia, un ambiente che la condurrà lentamente ad affrontare i limiti imposti dai suoi costruttori, spingendola a vivere emozioni che andranno ben oltre la sua programmazione di assistente.

Il Robot Selvaggio sfrutta un concetto visto più e più volte nel mondo della fantascienza: la formazione di una coscienza in un essere meccanico, che baipassi la sua originale progettazione per dare vita a dei sentimenti.

In questo film la vera chiave di volta è il dove. Solitamente, i robot vengono posti accanto alla figura dell’uomo, sfruttati come maggiordomi che assecondano ogni capriccio umano, quasi un’appendice di bulloni e viti; questa volta, invece, si sceglie di catapultare Roz in un ambiente dove la tecnologia non è mai arrivata, un micromondo selvaggio dove le uniche forme di vita sono gli animali della foresta.

Ne deriverà una situazione iniziale di sconforto: non avendo alcuno scopo se non quello di servire il prossimo, Roz non saprà che fare. Sarò poco alla volta che diventerà protagonista incontrastata di quel picco Eden.

Una trama che non scende a compromessi nemmeno per un secondo, ricorrendo a ogni espediente narrativo pur di far vivere i personaggi a tutto schermo. Morte, distruzione, amore, rabbia, ambientalismo, c’è tutto questo è molto di più, al solo scopo di raccontare una storia credibile che se ne infischia di essere woke o di accontentare qualcuno per forza.

Il Robot Selvaggio ci offre una storia degna di questo nome, che sa far emozionare davvero senza espedienti o forzature.

Il robot selvaggio

Il trionfo della natura

Il Robot Selvaggio, come fu già per il Gatto con gli stivali 2, è interamente realizzato con la “Nuova Tecnica”, stile di animazione che permette di creare vere e proprie tele in movimento. Attraverso tale tecnica, gli animatori hanno potuto ricreare una natura selvaggia e incontaminata dall’incredibile bellezza e biodiversità.

Un mondo ricco di vita, dove la totale assenza dell’uomo ha fatto si che tutto crescesse in modo talmente rigoglioso da assorbire lentamente anche un essere meccanico come Roz, che da scintillante robot si mescola alla natura che la circonda e ne diviene parte integrante.

Attraverso lei, la natura ci comunica tutta la sua forza e la sua violenza, dimostrando come la vita trovi sempre il modo di andare avanti. In questo senso, la Dreamworks strizza l’occhio alla tematica del cambiamento climatico senza mai forzare la mano, limitandosi a qualche scena che fa intuire allo spettatore che l’eden dove è naufragata Roz è tutto ciò che resta del mondo come lo conosciamo.

L’uomo ne ha cambiato profondamente il volto, fino ad arrivare a una nuova era che vede l’umanità – in pieno stile Asimoviano – rifugiata in città protette da campane di vetro, all’interno delle quali ogni aspetto viene gestito da esseri meccanici, con l’unico intento di rendere la vita più sopportabile.

Il robot selvaggio

Il Robot Selvaggio è un film da non perdere

Si potrebbe parlare per ore di questo film, a partire per esempio dall’aspetto di Roz la quale ricorda tanto il golem di Laputa, o del fatto che riesca a richiamare a se i propri pezzi un po’ come Il gigante di ferro, ma rischieremmo di diventare troppo specifici e incappare in qualche spoiler.

L’unico consiglio che posso darvi è quello di aspettare fino al 10 ottobre e correre a vedere Il Robot Selvaggio, che sicuramente saprà far parlare di se e della Dreamworks, che si riconferma come casa d’animazione anarchica e innovativa.

Con questo film si esce ancora una volta dagli schemi classici della Disney e si trova una forma diversa, che non sempre funziona, ma che di certo non manca di coraggio.

Una volta in più, la Dreamworks tratta i bambini come esseri pensanti, magari non in grado di metabolizzare grandi concetti, ma con una propria emotività e un proprio gusto, che vanno alimentati offrendo loro film con un qualcosa da dire, senza dover ricorrere per forza alla mascotte di turno o al personaggio stereotipato nel quale nessuno si riconoscerà mai.


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Xuan

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Xuan di Narvali Nerd, classe 93. Per diletto e passione parlo di cultura nerd, dai Manga ai fumetti, dai film all'animazione, insomma qualsiasi cosa attiri la mia attenzione

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