Imaginary – Quando l’orrore è immaginario

Abbiamo visto Imaginary, la nuova produzione horror della Blumhouse Productions. Queste sono le nostre impressioni rigorosamente no spoiler

copertina recensione imaginary

Per parlare di Imaginary crediamo sia necessario fare un piccola introduzione sulla Blumhouse Productions, la casa di produzione statunitense fondata nel 2000 da Jason Blum e specializzata nella produzione di film di horror. La mission della Blumhouse Productions è quella di produrre pellicole a basso costo (ma ad alto profitto) dando ampia libertà creativa agli autori coinvolti. Un vera e propria rivoluzione nel modo di concepire il business che, inizialmente, ha rivitalizzato un genere e portato frutti importanti. Tra i casi di successo da annoverare per conto di Blumhouse abbiamo Paranormal Activity (budget di 15.000 dollari e guadagno worldwide di oltre 195 milioni di dollari) e Insidious (budget di 1,5 milioni di dollari e guadagno worldwide di oltre 100 milioni di dollari) per citarne un paio tra i più eclatanti. Oltre al successo al botteghino, alcune pellicole prodotte da Blumhouse sono dei veri e propri gioielli che sono arrivati ai più alti riconoscimenti, soprattutto quando si è usciti dal genere horror. Whiplash, pellicola del 2014 diretta da Damien Chazelle, si è visto riconoscere tre premi Oscar (Miglior Attore Protagonista conferito a J.K. Simmons , Miglior Montaggio  e Miglior Sonoro), Scappa – Get Out, pellicola del 2017 diretta da Jordan Peele, è arrivato al premio Oscar per la Migliore Sceneggiatura Originale e “BlacKkKlansman“, pellicola del 2018 diretta da Spike Lee, ha vinto il premio Oscar per la Migliore Sceneggiatura Non Originale.

imaginary film

L’impulso di portare a termine i progetti in totale libertà e «senza l’aria fritta di Hollywood», fedeli al motto “Le idee prima di tutto, poi il budget” ha inevitabilmente attratto registi e autori di talento. Ma cosa succede quando le idee vengono a mancare? La risposta a questa domanda è Imaginary.

Per il regista e sceneggiatore statunitense Jeff Wadlow, Imaginary rappresenta l’ottavo film da lui diretto, nonché il terzo che dirige per la Blumhouse Productions. Lo spunto per questa pellicola nasce dall’infatuazione che Wadlow ha maturato sin da bambino per Poltergeist – Demoniache Presenze (1982), pellicola seminale per il genere che ha terrorizzato generazioni di famiglie sul concetto che le bambole potessero prendere vita nel cuore della notte.
È su questa ispirazione che si basa l’intento di Wadlow: spaventare il pubblico di tutte le età. Purtroppo il confronto con Poltergeist – Demoniache Presenze risulta offensivo per il capolavoro di Tobe Hooper.

Sulle atmosfere da film horror da cassetta anni 80 si sviluppa la trama di Imaginary. Jessica (interpretata da DeWanda Wise) è un’autrice di libri per bambini ed è sposata con il musicista Max (Tom Payne). Jessica è tormentata da incubi notturni ricorrenti che includono suo padre Ben e “Simon The Spider“, uno dei personaggi immaginari protagonista delle favole create da lei stessa. Incubi che lasciano trapelare un passato complicato di cui Jessica non ricorda nulla. Anche Max è reduce da un trascorso difficile con la sua ex moglie, oggi affetta da gravi disturbi psichiatrici. Per questo motivo le sue due figlie completano il corredo familiare, il cui equilibrio si mantiene sul filo di lana dal momento che Taylor, una delle figlie di Alex, non vede di buon occhio la presenza di Jessica. Alex e Jessica pensano sia una buona idea trasferirsi nella vecchia casa di infanzia della donna e qui Alice, l’altra figlia di Alex, ritrova un vecchio orsacchiotto “Ikea style” appartenuto nel passato a Jessica. La piccola sviluppa nei confronti del peluche un rapporto che passa dall’essere ingenuamente infantile al morboso. Alice, obnubilata dagli ordini impartiti da Teddy (questo è il nome di battesimo che la bambina ha dato all’orsacchiotto) comincia ad assumere atteggiamenti singolari che diventano, man mano, pericolosi per se stessa e per le persone la circondano. È l’inizio di una spirale di orrore che coinvolge tutta la famiglia e in particolare Jessica, la quale dovrà scavare sul suo passato e affrontare vecchi demoni per salvare la pelle di tutta la famiglia.

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Imaginary si ascrive ad un filone di recenti produzioni Blumhouse a cui appartengono l’appena sufficiente M3GAN (pellicola del 2022 di cui è stato annunciato recentemente un sequel, ahinoi..), il tremendo Five Nights at Freddy’s (2023), il sequel (di cui non sentivamo il bisogno) L’Esorcista – Il Credente (2023, forse il “migliore” del lotto) e il pessimo Night Swim (2024). Questo circo degli orrori, inteso non solo come genere a cui appartengono queste produzioni, ma anche alla qualità generale delle pellicole, condividono la stessa filosofia con la quale si vuole instillare il terrore. Che sia una bambola robot programmata per essere la migliora amica di una bambina in difficoltà emotiva, una rilassante piscina con la quale lenire il proprio disagio fisico e mentale o un innocuo peluche feticcio di un’amicizia immaginaria, il cliché è sempre lo stesso: trarre paura dalle situazioni che dovrebbero rappresentare elementi di conforto. Perché l’ignoto e l’oscurità si nascondono ovunque e, per questi, non esiste riparo sicuro.

Il ritmo iniziale non è particolarmente sostenuto, ma tutto è propedeutico per alzare il livello di tensione. La prima parte del film serve per posizionare le pedine nello scacchiere di questo dramma familiare e potrebbe anche funzionare, al netto del solito condimento di jump scare che non fanno spavento più a nessuno. A metà dello svolgimento della storia viene piazzato un colpo di scena che ci ha fatto sobbalzare dalla poltrona e, per un attimo, abbiamo nutrito buone sensazioni sulla resa finale della pellicola. Tutto quello che viene dopo è qualcosa che andrebbe dimenticato il più velocemente possibile. La trama, sorretta da un ritmo frenetico, prende una deriva confusionaria figlia di una scrittura scolastica e di creature orrorifiche degne di attrazioni da luna park abbandonati. Un vero e proprio buco nero narrativo che inghiotte tutte le idee e che porta i protagonisti della vicenda a confrontarsi con creature immaginarie, una volta amiche e confidenti e ora permalose e irascibili, in una versione ordinata su “Wish” del sottosopra. Il “Paracosmo” – così viene chiamato con discutibile senso del gusto il mondo immaginario di Imaginary –  ha qui una suggestiva morfologia escheriana che ci è sembrata la cosa migliore che abbiamo osservato di questo film, sebbene tutto sembra tremendamente derivativo di altre produzioni che hanno già abusato del concetto. A tal proposito ci piace evidenziare che a nostro sindacabile giudizio la migliore rappresentazione di un mondo riflesso del nostro popolato da terribili creature è quella romantica, ma nondimeno oscura che ha dato Stephen King ne La Storia di Lisey, opera  letteraria del 2006 da cui è stata tratta una convincente serie TV che potete trovare su Apple TV e che vi consigliamo caldamente di recuperare. Evidentemente abbiamo ancora molto da imparare dal vecchio Zio Stephen.

Vorremmo spendere qualche parola sulle prove attoriali di DeWanda Wise e Tom Payne, ma non vorremmo sparare sulla croce rossa. Intendiamoci, non sono le loro performance ad affossare questa pellicola ma, di sicuro, una recitazione piatta e senza mordente non ha sicuramente aiutato a portare questo film sulla soglia di galleggiamento.

Imaginary Review – 'Simply lacking in imagination'

Dispiace dirlo, ma se vogliamo trarre una conclusione, riassumiamo dicendo che con Imaginary ci troviamo al punto più basso di Blumhouse, una casa di produzione dagli intenti nobili ma che sembra aver intrapreso la discesa in un piano inclinato di produzioni scadenti che tradiscono la sua stessa filosofia e che rischiano di affossare un intero genere. Urge una pausa per Jason Blum e il suo team, che serve per arrestare questa emorragia di produzioni scadenti e, nel contempo, fare ordine nel turbinio delle idee. Crediamo che il genere horror abbia ancora tanto da dire e che Blumhouse abbia tutte le potenzialità per tornare ad essere protagonista.

Imaginary è al cinema distribuito da Lionsgate dal 14 marzo.

 

Imaginary

Imaginary

Paese: USA
Anno: 2024
Durata: 104 minuti
Regia: Jeff Wadlow
Sceneggiatura: Jeff Wadlow, Greg Erb, Jason Oremland
Casa di produzione: Blumhouse Productions, Tower of Babble
Interpreti e personaggi:
DeWanda Wise: Jessica
Pyper Braun: Alice
Tom Payne: Max
Betty Buckley: Gloria
Taegen Burns: Taylor
Matthew Sato: Liam
Veronica Falcón: dott.ssa Alana Soto
Samuel Salary: Ben
Alix Angelis: Samantha
Dane Diliegro: Chauncey Beast
Doppiatori italiani:
Benedetta Degli Innocenti: Jessica
Luna Tosti: Alice
Stefano Crescentini: Max
Angiola Baggi: Gloria
Vittoria Bartolomei: Taylor
Federico Bebi: Liam
Francesca Fiorentini: dott.ssa Alana Soto
Fabrizio Pucci: Ben
Francesca Manicone: Samantha
Uscita nelle sale: 14 marzo 2024
Voto:

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Mr. Rabbit

Stanco dal 1973. Ma cos'è un Nerd se non un'infanzia perseverante? Amante dei supereroi sin dall'Editoriale Corno, accumula da anni comics in lingua originale e ne è lettore avido. Quando non gioca la Roma

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