Con i nuovi quattro episodi rilasciati su Prime Video dallo scorso 14 marzo, si conclude la seconda stagione di Invincible: il filotto ha riportato al centro delle vicende Mark Grayson/Invincible, sia nella sua dimensione da ragazzo al college, che in quella di supereroe. Ha affrontato gli strascichi dello scontro su Thraxa ma quali conseguenze hanno avuto sulla sua persona?
A partire dallo scorso 14 marzo, con un episodio a settimana per un totale di 4, Prime Video ha reso disponibile la seconda parte della seconda stagione di Invincible (potete recuperare la nostra recensione della prima parte proprio qui).
Avevamo lasciato il nostro eroe Mark Grayson in condizioni non proprio idilliache: dopo l’assalto viltrumita al pianeta Thraxa, Nolan, che si era ricostruito una vita con Andressa, era stato fatto prigioniero mentre Invincible era KO. Tra convalescenza ed aiuti al pianeta ospitante, trascorrono ben due mesi prima del ritorno di Mark sulla Terra: senza Nolan, finito chissà dove o chissà come, ma con un fratellino mezzo viltrumita-mezzo thraxano in più, Oliver.
Amber, Debbie, Eve ma anche Cecil e l’intero pianeta Terra hanno sentito la mancanza di Mark e di Invincible. E Mark, allo stesso modo, ha sentito la loro. Nonostante ciò, però, il dovere da protettore del pianeta (e dei pianeti, contro la minaccia viltrumita) non può ammettere pause.
E questo, ovviamente, non può non avere conseguenze su Mark e su tutto ciò che gli orbita intorno.
La seconda parte di Invincible 2 porta avanti le trame iniziate già dalla prima stagione, solcando la cifra stilistica narrativa della serie a fumetti originale: la minaccia dei Sepidi viene finalmente affrontata in maniera diretta – ma debellata definitivamente? – mentre la Lega dei Rettili sferra un duro quanto inaspettato colpo ai Guardiani del Globo rimasti sul pianeta.
Quella dei viltrumiti si fa sempre più pressante. Nonostante l’allontanamento di Nolan dalla Terra, infatti, l’impero fascista di Viltrum vuole comunque portare a termine la missione di cui era stato incaricato Omni-Man: reclutare Invincible, farlo unire all’Impero e portare pace e sviluppo sul Pianeta. Per riuscirci, dopo la battaglia su Thraxa e il ritorno sulla Terra, mentre Mark cerca di rincollare i pezzi della propria vita, soprattutto con Amber, i Viltrumiti spediscono sul pianeta Anissa – un personaggio che i fan del fumetto hanno imparato a temere.
E se nello spazio profondo non è tutto rose e fiori, sulla Terra non si respira un’aria tranquillissima: Donald viene a conoscenza di alcuni segreti del proprio passato ed affronta Cecil; Debbie deve affrontare il retaggio di Nolan – che vorrebbe ma non riesce a dimenticare; Eve deve decidere se dedicarsi alla carriera di supereroina dopo gli eventi di Chicago o rinunciarvi per sempre; ogni Guardiano deve affrontare una personalissima battaglia, prendere una decisione che, rispetto al passato, permette loro di tracciare una caratterizzazione più tridimensionale; Allen si appresta a diventare il jolly di una guerra interplanetaria; Amber deve convivere con la lontananza di Mark e le bugie che è costretta a raccontare su di lui.
Il tutto, ovviamente, condito da botte, scazzottate, agguati, viaggi spazio-temporali e morti inaspettate che hanno reso il fumetto e continuano a rendere anche la serie TV un unicum nel panorama supereroistico cross-mediale.
Dopo una prima parte di stagione in cui Mark/Invincible ha dovuto affrontare le conseguenze delle rivelazioni di Nolan, il secondo filotto di episodi, pur concedendosi qualche doverosa digressione sugli altri personaggi della serie animata, torna a concentrarsi prevalentemente su Mark. A posteriori, dunque, possiamo anche comprendere la decisione di Prime Video di spezzare in due parti la stagione.
Il ragazzo deve affrontare le difficoltà che il doppio ruolo di studente del college e supereroe comportano: dividersi tra scuola e missioni di Cecil, tra Amber e famiglia è un peso insostenibile che nemmeno i poteri da semi-viltrumita possono sopportare. E allora, forse, diventa inevitabile prendere una decisione. Non facile, non scontata eppure necessaria: quale piatto della bilancia peserà maggiormente, quello di Invincible o quello di Mark?
Questi ultimi episodi di Invincible, per chi vi scrive, sono il manifesto della presa di consapevolezza non solo di Invincible-Personaggio ma anche di Invincible-serie TV. Mark deve prendere delle decisioni: se fino ad ora, pur combattendo e subendo numerosissimi diretti in faccia, aveva dovuto relazionarsi alla situazioni con una certa ingenuità, più da vittima (dal “tradimento” di Nolan, al “lavoro” per Cecil), ora deve rimboccarsi le maniche e prendersi quelle responsabilità che, inevitabilmente, portano anche a scelte dolorose o, addirittura, a chiedersi quali differenze ci siano con Omni-Man. Ammesso che queste esistano veramente.
Il prodotto, cioè l’Invincible-serie, ne risulta riflesso diretto: la storia è ben solida e ottimamente gestita, nonostante la presenza massiccia di sottotrame il cui intreccio viene sbrogliato poco a poco senza perdere il ritmo forsennato – ma limpido – della narrazione. Come la Luna con il mare, Mark influenza chi gli sta intorno, in un senso o nell’altro, senza impedirgli di continuare a muoversi autonomamente. Così, anche gli altri personaggi sembrano compiere quello step in più di crescita, consapevolezza, responsabilità che riesce a rendere Invincible (di nuovo, sia il personaggio che la serie animata tutta) molto più matura.
Non solo a livello di trama: l’animazione è ormai affinata e perfettamente funzionante tanto che gli stessi autori ne prendono atto e ci scherzano su con una lunga sequenza “meta” in apertura del terzo episodio (il settimo della seconda stagione). Ancora una volta, Invincible si distingue per una violenza grafica così esplicita da risultare disturbante – come in chiusura di stagione – eppure coerente con i toni fin qui settati per gli spettatori.
Invincible è da considerarsi, ormai, una delle serie TV migliori del genere supereroistico degli ultimi anni: ha personalità, un proprio carattere narrativo ed artistico al pari – ma declinato per il medium differente – della serie a fumetti originale. Stiamo seguendo la crescita di Mark, che passa dall’euforia dei superpoteri alla gravitas che la loro messa in atto comporta, dall’entusiasmo di un tardo-adolescente alla maturazione verso l’età adulta e si manifesta attraverso le azioni eroiche e quotidiane, talvolta (anzi, spesso) non facili e che – noi come lui – preferiremmo non dover prendere mai.
Molte delle trame imbastite in precedenza, con la minaccia Viltrumita sempre viva sullo sfondo fino al prossimo agguato, trovano risoluzione in questi ultimi episodi donando un senso di chiusura appagante (soprattutto in relazione all’attesa per la prossima stagione, che dovrebbe essere più breve rispetto a quella tra prima e seconda) ma, allo stesso tempo, altra linfa narrativa, attraverso un cambio di direzione o sfruttando dei topoi classici del genere, per il prosieguo.
La strada tracciata tre anni fa dalla prima stagione e solcata negli ultimi sei mesi sembra essere quella giusta, per una serie TV che, ad oggi, è davvero…