Anche Iron Man è stato coinvolto nel rilancio della Marvel chiamato Fresh Start e voluto dal nuovo editor-in-chief della Casa delle Idee, C.B. Cebulski. Facciamo il punto della situazione della serie di Dan Slot, Jim Zub e del nostro Valerio Schiti, con uno sguardo anche al futuro, a quel 2020 che ha segnato e continuerà a segnare la storia dell’Uomo di Ferro!
Il nuovo anno è appena iniziato e si preannuncia essere uno snodo fondamentale per le sorti di Iron Man: dopo la chiusura della serie Tony Stark: Iron Man a dicembre col numero 19 del Fresh Start, ciclo firmato quasi interamente dal team creativo formato da Dan Slott, Jim Zub e dal bravissimo disegnatore italiano Valerio Schiti, nell’ambito del nuovo corso della Casa delle Idee ideato dall’editor-in-chef C.B. Cebulski, e il lancio a gennaio della serie in sei numeri intitolata Iron Man 2020, in cui a quanto pare, vedremo un altro Stark – Arno il misterioso fratello di Tony – indossare l’armatura dell’Uomo di Ferro, è apparsa chiara la volontà di fare riferimento alle storie passate, ormai entrate nella leggenda, che indicavano proprio nel 2020 l’anno del cambiamento per l’Avenger dorato.
Ma come si è arrivati a questo cambiamento? E chi è Arno Stark, il futuro Iron Man 2020?
Per rispondere a queste domande bisogna tornare indietro a ben prima del Fresh Start: correva l’anno 1984 quando sulle pagine di Machine Man 2020 n. 2, Tom DeFalco e Herb Trimpe introducevano il personaggio di Arno Stark, figlio di Morgan e quindi cugino di Tony, che 35 anni nel futuro ereditava la sua azienda e la sua armatura, ma non la sua indole di eroe. Arno infatti decideva di essere un mercenario, una spia industriale e sceglieva spesso la parte sbagliata: nelle sue avventure più celebri, veniva assoldato da una ormai anziana Sunset Bain per scontrarsi con Machine Man, oppure viaggiava nel tempo e si scontrava con Spider-Man, prima di intraprendere un cammino di redenzione nella sua serie one-shot, grazie anche ai consigli di un Tony anziano.
Un’altra versione di Arno Stark viene cocepita invece da Kieron Gillen e Dale Eaglesman, nella serie regolare di Testa di Ferro per il rilancio Marvel Now del 2013, quindi in piena continuity per il personaggio. L’Arno di Terra-616 è in realtà il fratello segreto di Tony, figlio biologico di Howard e Maria Stark – mentre tony scopre con suo grande sgomento di essere stato adottato – tenuto nascosto da suo padre, colpevole di averlo menomato per sottrarlo al destino voluto per lui da una alieno, che voleva modificare i suoi geni affinché diventasse l’unico essere in grado di pilotare l’armatura Godkiller.
Venuto a conoscenza della sua esistenza e resosi conto del suo genio, Tony decide di aiutarlo e di collaborare con lui alla costruzione di una città futuristica e utopistica, chiamata Troy; l’intervento del Mandarino, però, manda in fumo i piani dei fratelli Stark e di Arno si perdono le tracce, fino a che non ricompare nel Fresh Start.
Dan Slott, dopo dieci anni su Amazing Spider-Man, ha colto l’occasione del Fresh Start per farsi assegnare il personaggio che ha sempre amato e, con l’aiuto di Jim Zub, autore già di Thunderbolts e Avengers Senza Tregua, decide di restituirci il vero protagonista della serie, quel Tony Stark ritornato alla sua vita dopo l’ennesimo reset del suo cervello subito a causa dello scontro con Carol Danvers in Civil War II e, allo stesso tempo, di dare più importanza al cast di comprimari, in modo da far diventare l’azione più corale e l’atmosfera generale della collana molto simile a quella che si respirava durante la gestione di due leggendarie firme del passato dell’Uomo di Ferro: David Michelinie e Bob Layton.
Con un nuovo corpo – ritratto somigliante a Robert Downey Jr, con dei baffi anni 80 forse un po’ anacronistici, ma che omaggiano chiaramente il look della gestione Michelinie – un back-up aggiornato dei suoi ricordi, Tony ritorna a capo della sua azienda, con l’intento di rilanciarla col suo nuovo team di aiutanti: James Rhodey Rhodes, anche lui tornato dalla morte avvenuta per mano di Thanos; Bethany Cabe, la nuova responsabile per la sicurezza alla Stark Unlimited – ultima incarnazione della sua azienda-; la robot ed ex vendicatrice Jocasta, responsabile dell’etica robotica; Amanda Armstrong; madre naturale ritrovata dopo anni di lontananza e Andy Huang, un ex concorrente umiliato in passato da Stark e recuperato con un’operazione di ret- con (Andy è infatti alla sua prima apparizione) per diventare il capo della tecnologia.
Lo scopo della Stark Unlimited è sempre quello di portare il progresso nel mondo e questa volta Tony vuole concentrarsi sul campo dell’intelligenza artificiale, che gli ha permesso, tra l’altro, di sopravvivere al coma e diventare la I.A. guida dell’armatura di Riri Williams alias Ironheart, traslocata sulla testata dei Champions. Prima di lanciare le sue nuove invenzioni, tuttavia, l’azienda viene attaccata da Fing Fan Foom, alieno dalle fattezze di un drago antropomorfo, storico avversario del protagonista e questa volta sotto il controllo mentale del Controllore. Ci vuole l’azione congiunta di tutto il nuovo team e della nuova armatura di Iron Man per sconfiggere questa minaccia, mentre rimangono sullo sfondo il piano del Controllore e il lancio sul mercato dei nuovi prodotti high tech, che la Stark vuole compiere con molto riguardo ai diritti delle I.A.
L’idea da cui si parte è che in un mondo pieno d’intelligenze robotiche sviluppate, queste vadano trattate eticamente; del rispetto di questa etica Jocasta è garante e Machine Man, androide suo amante, è intransigente sostenitore.
Negli episodi successivi, mentre Tony ha un ritorno di fiamma per Janet Van Dyne, la Wasp degli Avengers, vengono lanciate le innovazioni della Stark e, chiaramente, attirano da subito un mare di guai: dapprima un’app per incontri viene sabotata da degli androidi; successivamente il vero cavallo di battaglia dell’azienda, il programma eScape, una realtà virtuale stile Ready Player One con effetti anche sul mondo reale, viene hackerata dal Controllore ancora una volta in cerca di vittime da circuire.
Tony per risolvere la situazione è costretto a sfidare il Controllore e l’intelligenza artificiale di eScape nella realtà virtuale e dopo un lungo gioco di ruolo, con l’aiuto di Jocasta, Machine Man e Amanda, riesce a spuntarla, ma a caro prezzo: le persone intrappolate nel programma sono state indotte a fare milioni di dollari di danni nel mondo reale e Tony è stato spinto di nuovo a bere nell’interfaccia computerizzata. Il governo ha deciso di aprire un’inchiesta sulla Stark e sul suo fondatore, mettendo anche in dubbio il fatto che, dal suo ritorno, sia un vero essere umano. Dulcis in fundo, dopo un attacco mistico legato alla Guerra dei Regni, è tornato in scena Ultron l’ l’Intelligenza Artificiale per eccellenza dell’universo Marvel, da poco fuso con Il suo creatore, Hank Pym, che naturalmente ha rapito Wasp, la sua ex moglie.
E Arno che ruolo ha in tutto questo? Il fratello di Stark si muove nell’ombra da un po’, producendo tecnologia utile per le persone; i suoi tentativi di aiutare la gente, però, non si rivelano mai realmente positivi, anzi spesso ottengono l’effetto opposto. Questi fallimenti lo rendono cinico e lo spingono a collaborare nell’ombra con Sunset Bain, industriale concorrente di Stark, contribuendo a sabotare eScape per mettere le mani sulla tecnologia di suo fratello. Cosa che puntualmente avviene: per sconfiggere il Controllore, Tony sposta la battaglia nel mondo reale e utilizza l’armatura Godkiller; dopo la vittoria giura di distruggerla ma, prima che questo avvenga, Arno riesce ad impossessarsi di alcune parti di essa. Ed ora, mentre Tony è impegnato su altri fronti, Arno trama nell’ombra, al sicuro negli uffici nella Baintronics e i dettagli dei suoi piani non ci sono ancora chiari.
Insomma, anche se il Fresh Start non ha sempre garantito un livello altissimo di phatos nelle storie di Iron Man, di carne al fuoco ne ha messa più che abbastanza per aspettarsi nel 2020 storie avvincenti, che strizzano l’occhio alla tradizione del Vendicatore Dorato; un’ultima menzione va sicuramente alle matite di Valerio Schiti: l’autore romano, col suo tratto iperdettagliato , appare perfettamente a suo agio nel definire il design avveniristico che la serie richiede, rappresentando armature e scenari sia reali che virtuali davvero spettacolari; i suoi personaggi e le loro interazioni, infine, portano una ventata di freschezza che, ad oggi, è decisamente la cosa migliore della serie.