Jury Duty: Il Giurato – Quando il (falso) documentario diventa reality

Candidata a ben 3 Emmy Awards, “Jury Duty” è una comedy statunitense che ripropone in una versione inedita il falso documentario, fondendolo con il reality, per seguire passo passo la giuria di un processo civile dello stato di Los Angeles. Peccato che sia tutto finto!

copertina recensione jury duty

Ronald Gladden è un ordinary man, un uomo comune, che nel 2021 compila un form su Craiglist per partecipare come giurato ad processo civile che avrà una particolarità: per la prima volta nella storia, la giuria scelta sarà seguita passo passo dalle telecamere per realizzarne, successivamente, un documentarioTutto chiaro?

Bene, sappiate, allora che sarà tutto una grande messinscena: Ronald ha risposto alla candidatura per partecipare sì come giurato ad un processo ma un processo falso, completamente inventato da Lee Eisenberg e Gene Stupnitsky, già sceneggiatori e produttori di The Office, per Amazon Freevee, servizio VOD disponibile negli Stati Uniti e in Germania.

Ecco a voi, quindi, la premessa di Jury Duty – Il Giurato, serie TV in 8 episodi arrivata in Italia su Prime Video. Jury Duty si presenta subito come un mockumentary, il falso documentario che ha raggiunto l’apice con altre comedy del calibro della stessa The Office, Parks and Recreation e Modern Family, che si mischia al reality show: la riuscita – o meno – del processo, fino alla pronuncia del verdetto, potrebbe portare nelle tasche di Ronald – oppure no – la bellezza di 100.000 dollari. Il tutto dipenderà da lui e, ovviamente, dal resto della giuria che, come collettivo, è la co-protagonista della serie TV.

Gli altri 11 membri della giuria, un sostituto ma anche il giudice, l’imputato e gli avvocati sono attori. Il più famoso tra loro, anche alle nostre latitudini, è sicuramente James Marsden (Ciclope nella saga cinematografica degli X-Men, Sonic, Westworld), vero e proprio mattatore della serie TV che sfrutta il suo status di star hollywodiana per mettere in difficoltà tutta la giuria e Ronald con i suoi comportamenti ed abitudini eccentrici. Addirittura, nel corso degli episodi, riceve il copione di un nuovo film e si prepara al provino per ottenere il ruolo di protagonista.

Ogni altro componente, ad insaputa del protagonista, sta recitando una parte in continua evoluzione. C’è il fidanzato che ha rinunciato alla vacanza con la dolce metà, l’insegnante con problemi matrimoniali, il fissato con la tecnologia, la vecchietta, la realista cinica, l’aspirante Presidente di giuria, il detective wannabe, la giovane arrapata senza vergogna. Un bel crogiolo di personalità che dovranno stare insieme per giorni, forse settimane (saranno 17 giornate di consultazioni ed arringhe, alla fine) per deliberare sulla colpevolezza o meno dell’imputato – trattandosi di un processo civile, la pena consisterà in un risarcimento in denaro: nessuno andrà in prigione.

Ricapitoliamo, quindi: Jury Duty è una serie TV comedy – nel senso più genuino, che cerca di far ridere lo spettatore – in cui il protagonista NON è un attore professionista ma un normalissimo cittadino che crede di svolgere il proprio dovere in un processo che sarà ripreso dalle telecamere per realizzarne, alla fine, un documentario.

Se fin qui è tutto assurdamente chiaro, possiamo procedere: al centro della narrazione di Jury Duty, dal punto di vista interno di Ronald e che noi stessi spettatori assumiamo, c’è il processo a seguito dell’accusa contro un impiegato, Trevor Morris, di una fabbrica di indumenti da parte della proprietaria, Jacqueline Hilgrove, per essersela fatta sotto – letteralmente – sul posto di lavoro, danneggiando centinaia di t-shirt. Compito della giuria, sarà stabilire la responsabilità o meno dell’accaduto allo stesso imputato grazie alle prove inconsistenti fornite dalla difesa: la testimonianza del suo peggior migliore amico e la ricostruzione della scena del crimine realizzata dalla nipotina al pc. Mentre l’accusa riesce a sferrare colpi decisi, ridicolizzando l’altra parte, ogni giurato comincia a farsi un’idea del processo, tra stravaganze, comportamenti non troppo consoni e battute razziste.

Le telecamere seguono non solo il processo in aula, ma anche la giuria durante le pause, nell’albergo dove sono messi in isolamento a causa di Marsden e nei sopralluoghi che il giudice ordina per visualizzare il “luogo del delitto” o nelle serate di svago come quella al Margaritaville. Gli attori sanno perfettamente cosa fare, come autoregolarsi sulla scena in base alla risposta di Ronald e lo spettatore, ignaro di qualsiasi mossa in divenire, assiste agli eventi proprio come Ronald. 

C’è sicuramente un risvolto che supera un primo e più immediato livello di puro intrattenimento: Jury Duty può essere classificato come una sorta di esperimento antropologico e sociologico. Già dal principio, Ronald risponde alla convocazione per dovere civico e, durante le scremature, mentre altri – da copione – tentano o decidono di non rispondere, egli non tentenna, è deciso ad adempiere al proprio dovere (il Jury Duty, appunto). Il “casting” di Ronald, quindi, si rivela una scelta perfetta: gli autori sono riusciti a trovare una persona di buon cuore, dal forte senso di responsabilità che ha assecondato qualsiasi stranezza per portare a termine, nella maniera più giusta possibile, il compito di giurato. Come a voler mandare il messaggio, agli spettatori, che c’è ancora senso di giustizia nell’essere umano.

Jury Duty risulta, nel complesso, una spassosissima comedy, ricca di gag e situazioni assurde create ad hoc, girata con la tecnica del falso documentario, che si fonde al reality show (considerando il premio in denaro messo in palio). La riuscita di questo show va divisa tra gli attori e gli autori: le due componenti, avanti e dietro le telecamere, sono costantemente impegnati a recitare o (ri)scrivere delle parti in relazione al coinvolgimento, alle risposte, alle reazioni di Roland. L’ordinary man ha il gran merito e senso di responsabilità di calarsi perfettamente nel ruolo di giurato: si appassiona al caso, prende appunti, registra un videodiario mentre è in isolamento in albergo e tenta di stringere amicizia con gli altri membri della giuria. Ronald si dimostra essere un cittadino dal forte senso civico ma anche una persona sensibile e di buon cuore, disposto ad assecondare qualche strana richiesta dei colleghi affinché ognuno di essi affronti l’isolamento nel miglior modo possibile. Un ordinary man che diventa un ordinary hero.

 

Jury Duty - Il Giurato

Jury Duty - Il Giurato

Paese: USA
Anno: 2023
Stagione: 1
Episodi: 8
Durata: 26 - 29 minuti
Creatori: Lee Eisenberg, Gene Stupnitsky
Interpreti e personaggi:
Ronald Gladden - se stesso
James Marsden - se stesso
Mekki Leeper - Noah Price
Edy Modica - Jeannie Abruzzo
Ishmel Sahid - Lonnie Coleman
David Brown - Todd Gregory
Cassandra Blair - Vanessa Jenkins
Maria Russell - Inez De Leon
Kirk Fox - Pat McCurdy
Susan Berger - Barbara Goldstein
Ross Kimball - Ross Kubiak
Pramode Kumar - Ravi Chattapodhyay
Ron Song - Ken Hyun
Brandon Loeser - Tim Smith
Alan Barinholtz - Giudice Alan Rosen
Rashida Olayiwola - Ufficiale Nikki Wilder
Whitney Rice - Jacquiline Hilgrove
Ben Seaward - Trevor Morris
Dove vederla: Prime Video
Voto:

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Pier

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Appassionato di scienza e supereroi, divoratore di comics, serie TV e pizza. Ex power ranger wannabe, matematico nella vita, Batman nello spirito. Mentre cerco qualche significato nascosto nelle mie letture, sono già proiettato verso la prossima recensione... Ed oltre!

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