Kraven il Cacciatore è solo la copia di mille riassunti

Arriva nelle sale italiane Kraven Il Cacciatore, ultimo film (in ordine di tempo) del controverso Sony’s Spider-Man Universe. L’iconico villain dell’amichevole Uomo Ragno di quartiere debutta sul grande schermo con un’avventura in solitaria, che stravolge totalmente il personaggio e lo rende un mix tra Tarzan, Ethan Hunt di Mission: Impossible e il Punitore. Il risultato? Beh, non è proprio esaltante…

recensione kraven il cacciatore

Partiamo da un presupposto: non sono uno a cui piace stroncare un prodotto d’intrattenimento, sia esso un film, un fumetto o una serie TV. Preferisco parlare delle cose che mi hanno colpito in positivo, consigliare ai lettori qualcosa che possa fargli passare un paio d’ore appaganti. Ogni tanto, però, capita un qualcosa che ha davvero ben poco da salvare e a quel punto non posso tirarmi indietro…

Io davvero non capisco con quale criterio Sony abbia accettato le sceneggiature di Morbius, Madame Web e Kraven il Cacciatore. Lascio fuori la trilogia di Venom non perché qualitativamente sia all’altezza del suo corrispettivo a fumetti, ma perché quantomeno è stato un successo al box office. E di questi tempi, non è poco.

kraven sony spider-man universe

Il Sony’s Spider-Man Universe

Partiamo dall’inizio: come ben sapete, Sony Pictures ha nel suo porfolio i diritti di sfruttamento cinematografico di Spider-Man e di tutti suoi comprimari, grazie a un accordo stipulato con Marvel oltre 20 anni fa. Dopo la trilogia con protagonista Tobey Maguire e il dittico di Amazing con Andrew Garfield, la casa di produzione strinse un nuovo accordo con i Marvel Studios, che finalmente potevano tornare ad avere Spidey nel proprio universo. I diritti restano a Sony, ma il personaggio può essere sfruttato dalla Casa delle Idee.

Sony però ha un asso nella manica, che non vuole condividere con i Marvel Studios: i diritti dei comprimari di Spider-Man. Se un personaggio è nato nei fumetti di quest’ultimo, automaticamente può essere sfruttato per il grande schermo dalla compagnia che ha creato la PlayStation. Da qui l’idea: perché non creare un universo narrativo condiviso, sulla falsariga del Marvel Cinematic Universe… ma con i “cattivi” dell’Uomo Ragno? In fondo alcuni sono iconici, affascinanti… potrebbe essere la chiave per conquistare il pubblico di Spidey.

Oppure no.

In primis perché è complicato creare un universo di “nemici” senza un vero antagonista; in secondo luogo perché alla fine sono diventati tutti più o meno degli eroi, o quantomeno dei vigilanti. Inoltre, c’è da dire che Spider-Man è forse l’unico personaggio dei fumetti i cui nemici sono visceralmente collegati a lui: il simbionte di Venom sarà per sempre legato a Peter Parker, Madame Web ha una speciale connessione con lui e per Kraven l’Uomo Ragno è un’ossessione che lo ha condotto alla follia. Insomma, non si può prescindere dal nostro Arrampicamuri di quartiere.

Ma Sony non lo sa e ha progettato lo stesso una serie di film, uno più catastrofico dell’altro.

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La storia

Dimenticate il personaggio che J. M. DeMatteis ha reso iconico con il capolavoro “L’Ultima Caccia di Kraven”, questo è un Kraven totalmente diverso, che in comune con la sua controparte cartacea ha solo nome, cognome e soprannome. Ci troviamo dunque di fronte a un Cacciatore tutto nuovo, che scopriamo in questo film diretto da J.C. Chandor, il cui pregio è quello di saper costruire scene adrenaliniche e oggettivamente esaltanti che provano a salvare un film la cui sceneggiatura è fin troppo basica.

L’incipit della storia introduce Nikolaj Kravinoff (Russell Crowe), boss del crimine russo insensibile e violento, padre di Sergej (Aaron Taylor Johnson, nella sua versione adulta) e Dimitri (che verrà interpretato da Fred Hechinger nelle scene ambientate nel presente), due ragazzi come tanti, ma che lui vorrebbe far crescere come dei predatori alpha. Non si sa bene perché. Il suo obiettivo è renderli spietati, forti, dominatori sulla natura e sugli uomini. Nel giorno in cui muore sua moglie (apparentemente suicida), da lui disprezzata per la sua debolezza, Kravinoff decide di portare i suoi figli a una battuta di caccia fuori dal comune. Vuole mettere nel mirino Czar, un leone tanto grande quanto leggendario, che ha già ucciso decine di uomini.

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Nikolaj vuole dare una dimostrazione di forza ai suoi figli, ma il primogenito – Sergej – viene azzannato dalla belva e ferito gravemente. In suo aiuto arriva Calypso (nella sua versione adulta interpretata da Ariana DeBose), una giovane ragazza del luogo che grazie a una pozione che potremmo definire “magica”, riesce a salvare la vita del protagonista, donandogli anche poteri sovrumani, connessi direttamente con il regno animale. Inutile dire che da quel giorno Sergej non sarà mai più lo stesso…

Il suo sangue si è mescolato a quello del leone leggendario, che insieme alla pozione ora scorre nelle sue vene. Per tre minuti il ragazzo resta clinicamente morto, ma quando riapre gli occhi capisce che qualcosa dentro di sé è cambiato irrimediabilmente. Una volta tornato a casa si ribella in modo vistoso al padre-padrone e scappa per sempre, cercando nella natura una nuova ragion d’essere. Ma per lui non è abbastanza: vuole diventare l’opposto di suo padre, vuole estirpare gli uomini come lui dalla faccia della Terra. Inizia così una battaglia senza fine contro il crimine in ogni sua forma, che Sergej/Kraven contrasterà con ogni mezzo e in qualunque modo…

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Kravel il Cacciatore è solo la copia di mille riassunti

Tra tutti i nemici di Spider-Man, forse Kraven era l’unico che si poteva sviluppare lontano dall’ombra del Ragno. Si poteva costruire una storia solida, che in modo coerente e organico ci potesse far conoscere un personaggio in via di definizione, che nel suo cuore è combattutto tra il bene e il male, tra la caccia e l’ossessione. Si poteva fare in tanti modi e forse qualcuno sarebbe stato anche apprezzabile… ma è stato scelto di rappresentarlo nel modo più banale possibile. A me dispiace dirlo, ma guardando questo film si ha la sensazione di averlo già visto: perché è la copia di mille riassunti, è un compito svogliato e privo di estro che è stato consegnato a un professore distratto.

È, soprattutto, l’ennesima occasione persa. Il casting era azzeccato, Aaron Taylor Johnson un protagonista perfetto… ma, come spesso accade con i film del Sony Spider-Man Universe, manca tutto il resto. L’impalcatura che dovrebbe sostenere storia e personaggi è troppo fragile, si ha la sensazione che tutto accada per il semplice fatto che debba accadere. Non c’è analisi dei personaggi, non si approfondisce nulla, ma si va avanti a testa bassa. Come un rinoceronte.

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Non basta dire le parolacce e prensentare delle scene (assolutamente ben coreografate) ricche di sangue per essere considerato un film “adulto”. Serve una visione, una storia che appassioni e soprattutto serve l’anima, il cuore. Qui non c’è. Questo Kraven è un mix di personaggi: spesso ricorda Tarzan con le movenze di Ethan Hunt di Mission: Impossibile e la missione di The Punisher.

Quello che accade è tutto prevedibile, anche il finale, in cui c’è una sorta di plot twist che vorrebbe tenere incollati gli spettatori allo schermo, ma che in realtà stanno già controllando le notifiche sul telefono.
Il film è appena uscito, ma la sensazione è di averlo già visto mille altre volte, magari con meno incertezze sulla trama. Altra cosa imperdonabile è avere un cast di questo livello e farlo lavorare con il freno a mano tirato: tutti sono lì per fare il minimo indispensabile e questo si percepisce in modo davvero chiaro. Forse solo Aaron Taylor Johnson ci crede in questa cosa, ma la situazione non lo aiuta e naufraga anche lui con tutta la nave.

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Russell Crowe ci mostra un boss del crimine totalmente stereotipato, con l’ossessione per la caccia e la forza. Ariana DeBose – attrice che ha vinto un premio Oscar – intrappolata in un personaggio senza senso, che appare raramente e non si pone domande neanche se trascinata in un altro continente da un perfetto sconosciuto. Nei fumetti Calypso ha una relazione con Kraven, qui non viene neanche accennata… semplicemente perché il personaggio è ridotto ai minimi termini. Calypso può fare tante cose, ma non sappiamo perché. Viene trovata dal Cacciatore non si sa come, lei semplicemente si fida e lo segue in capo al mondo.

Non ho volutamente citato i “cattivi” del film o – per meglio dire – gli antagonisti di Kraven. Sono talmente caricaturali e scritti male che onestamente non so cosa dire. Mettiamola così: Kraven dovrà affrontare un paio di tizi. Faranno a botte, uno si atteggerà con una recitazione sopra le righe (come fosse una sorta di scienziato pazzo) e l’altro un killer senza scrupoli. Davvero, non serve dire altro.

Per carità, il film ha i suoi momenti e le scene d’azione sono assolutamente godibili, così come la fotografia e gli stunt. Non ci troviamo di fronte a Madame Web (forse il momento più basso), ma stiamo dalle parti del primo Venom.

Che peccato, ragazzi. Kraven, un personaggio enorme, un potenziale così grande, trattato così.
Come se fosse un agnello sacrificale, più che un cacciatore.
Come se fosse solo la copia di mille riassunti.

Kraven Il Cacciatore

Kraven Il Cacciatore

Paese: USA
Anno: 2024
Durata: 127 minuti
Regia: J. C. Chandor
Sceneggiatura: Matt Holloway, Art Marcum, Richard Wenk
Casa di produzione: Arad Productions, Matt Tolmach Productions, Sony Pictures Entertainment
Distributore italiano: Eagle Pictures
Interpreti e personaggi:
Aaron Taylor-Johnson: Sergei Kravinoff / Kraven il cacciatore
Ariana DeBose: Calypso
Fred Hechinger: Dmitri Smerdyakov
Alessandro Nivola: Aleksei Sytsevich / Rhino
Christopher Abbott: Straniero
Russell Crowe: Nikolai Kravinoff
Uscita nelle sale: 11 dicembre 2024
Voto:

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Mr. Kent

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Appassionato di fumetti, curioso per natura, attratto irrimediabilmente da cose che il resto del mondo considera inutili o senza senso. Sono il direttore di MegaNerd e me ne vanto.

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