La processione funebre di K – Il capolavoro underground di Maki Kusumoto

La processione funebre di K, opera che ha dominato la scena underground del fumetto giapponese, ci riporta ai poli eterni che dominano il mondo: eros e thanatos

recensione la processione funebre di k

La processione funebre di K è un prezioso volume unico proposto da Edizioni Star Comics all’interno della collana Wasabi. Prezioso perché ad esserlo prima di tutto è la sua Autrice, Maki Kusumoto, nome che si è imposto con poche ma eccellenti opere nella scena underground del fumetto giapponese, ripresa da osannate da autrici come Ai Yazawa, Kaoru Mori, Asumiko Nakamura. La bellissima opera che impreziosisce questa collana strepitosa portata avanti da Star Comics, esordì nel 1994 in casa Shueisha.  Per noi, questo rappresenta il tanto desiderato debutto italiano di un’Autrice eccezionale.

La processione funebre di K

La Maestra Kusumoto ci conduce all’interno di una calma apparente, inquietante, racchiusa tra le mura di un condominio che si appresta a celebrare le esequie di K. Se i muri potessero parlare, ne avrebbero di cose da dire. Ed è proprio questo che cercherà di scoprire il nuovo inquilino, Mikaya, appena trasferitosi nell’appartamento lasciato vuoto da K, che se ne è andato lasciando un vuoto immenso nel cuore dei suoi vicini.

Stesso vuoto che ritroviamo nella sua bara, visto che il corpo di K non è stato ritrovato. Eppure, tutti hanno la certezza che K non è semplicemente scomparso, non è fuggito lontano senza neanche lasciare un biglietto. K è certamente morto.

La processione funebre di K

L’ascensore è guasto, una spirale fatta di scale. I morcufara devono essere ritirati dagli appartamenti. In un racconto sospeso che ha i tratti dell’incubo conosceremo gli abitanti dello stabile al civico 67. Cupi, ossessionati, silenziosi. Bellissimi. Ogni comparsa custodisce la sua verità invitandoci a indagare sulla morte di un uomo la cui anima diventa tangibile nei loro racconti.

La processione funebre di K rimanda a spirali oniriche, possesso autodistruttivo ed erotismo, tanto da ricordarmi la creatura meravigliosa e disturbante di Guido Crepax, Valentina. Il racconto  della Maestra Kusumoto è intangibile perché appartiene al sogno. Una quotidianità sopraffatta dagli abbagli onirici, dove tutto è consentito e nulla è impossibile o censurabile. Valentina potrebbe tranquillamente abitare al civico 67.

La processione funebre di K

Un volume che ci racconta le fascinazioni di un decennio che hanno caratterizzato la cultura giovanile tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 in Giappone. Il disegno che tende al gotico, l’attenzione maniacale ai dettagli dell’abbigliamento e, soprattutto, la voce sommessa di tragedie legate a fattori che hanno caratterizzato quegli anni come non mai. Le comparse della storia è come se attendessero di entrare in scena, sospese nei rispettivi appartamenti; si avverte continuamente il timore che le stesse possano sparire nel nulla. Maki Kusumoto delinea un racconto a spirale con un finale eccezionale e inaspettato, curando allo sfinimento ogni componente utile alla narrazione.

L’ultima tavola de La processione funebre di K è meravigliosa e fende la pelle tesa che ha cercato di prepararsi sin dalla prima pagina all’epilogo senza riuscirci.

La processione funebre di K ci racconta che l’amore non può vivere se non facendo i conti con quel maledetto di Tànato, figlio della Notte e dell’Inganno, e viceversa. Un consiglio sui morcufara: evitate che si accumulino.

 

Abbiamo parlato di:

La processione funebre di K

La processione funebre di K

Titolo originale: K no Souretsu
Autrice: Maki Kusumoto
Edizione: Edizioni Star Comics
Volumi: Volume unico
Formato: 15x21, col - b/n, cover con alette, 256 pp
Collana: Wasabi
Prezzo: 17,90
Voto:

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Sig.ra Moroboshi

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Contro il logorio della vita moderna, si difende leggendo una quantità esagerata di fumetti. Non adora altro Dio all'infuori di Tezuka. Cerca disperatamente da anni di rianimare il suo tamagotchi senza successo. Crede ancora che prima o poi, leggerà la fine di Berserk.

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