La Soglia è un graphic novel italiano realizzato da Albhey Longo e Claudio Cicciarelli, pubblicato da Bao Publishing. Anche in questo caso l’editore dei libri di Zerocalcare non ha sbagliato mira. Colpita e affondata, ecco a voi la recensione di un fumetto fuori dalle righe
“Un labirinto da cui è impossibile uscire, se non impariamo a vedere con gli occhi degli altri”. Questa è una delle prime frasi de La Soglia, che mi ha suscitato interesse, e man mano che procedevo nella lettura trovavo altre frasi epiche, da immortalare, da scrivere sui vari social o su un quadernino per tenerne nota.
La Soglia è anche questo, una dispensa di frasi con un certo spessore. Citazioni o parole originali che fanno pensare, che innescano la voglia di capire cosa c’è dietro.
Di cosa parla La Soglia?
È estate, i protagonisti di questa storia sono degli adolescenti, ognuno con i suoi problemi, nessuno in grado di godersi la stagione senza preoccupazioni varie.
Xerox deve forzatamente guadagnare crediti scolastici per estinguere un debito dopo aver condotto una bravata con la sua amica per la pelle Scodix.
Entrambi per fare ciò devono lavorare d’estate, ma in due luoghi diversi. Al ragazzo è toccata una tipografia, alla ragazza un negozio di arredamento. Xerox incontrerà Konica a lavoro, mentre Scodix introdurrà in questa storia sua cugina Polar (che invece per quest’estate ha deciso di lavorare in un negozio di abbigliamento).
Insomma, dimenticate l’estate rappresentata come oasi felice senza pensieri, i nostri protagonisti i pensieri li hanno eccome. Xerox, Scodex e Polar per evadere da quelle tristi giornate decidono di partecipare ad un gioco in un luogo abbandonato: è lì che incontrano un altro partecipante, il giovane Accapì e la piccola grande Heidi.
Heidi è una bambina che architetta dei giochi in luoghi abbandonati in modo egregio ed insolito per la sua età.
La leader del gruppo è una bambina con delle difficoltà. Per gran parte della storia di lei si capisce solo questo. Nella mente del lettore la domanda appare chiara: “Quali sono queste difficoltà?”.
I giochi di Heidi sono dei rompicapi che i ragazzi devono risolvere notte dopo notte, in luoghi solitari, abbandonati o semplicemente non abitati nelle ore notturne.
I suoi indovinelli, le sue escape room, hanno come manuale d’istruzioni il diario del fondatore della città, Hemmelmair.
Heidi cerca di ricreare le farneticazioni di quel “vecchio pazzo” che riteneva esistesse una realtà parallela alla nostra, e che sua moglie (scomparsa), fosse “caduta” lì dentro.
Questa è La Soglia, che dà il titolo all’opera, una dimensione incompleta costituita dagli spazi vuoti che compongono il nostro mondo.
Ed Heidi è alla ricerca di qualcosa che ha perduto, proprio come il vecchio Hemmelmair, servendosi dell’aiuto degli intronauti, gli esploratori degli spazi vuoti e abbandonati, ovvero nient’altro che i nostri protagonisti.
Le tematiche profonde affrontate dalla graphic novel
Questo fumetto ci parla di tante cose, ci descrive tante emozioni che vivono in noi, ed è impossibile non riconoscersi in quei vestiti emotivi che gli autori tessono così bene.
Partiamo dall’approccio al mondo del lavoro per Xerox.
È incredibile come questo fumetto renda a perfezione il disagio che può provare un lavoratore alle prime armi in un settore che ama ma al contempo nuovo. Xerox si ritrova abbandonato in un mestiere che non ha mai svolto, senza una guida reale, diretta e precisa. Senza qualcuno che voglia davvero dargli una mano, ma anzi, con una collega che “lo odia senza un motivo”. La ragazzina spocchiosa, con qualche anno in più e approfittatrice del suo ruolo superiore è Konica.
In cosa consiste il potere di Konica? Lavora lì già da un po’, e dunque si sente in dovere di far sentire il ragazzo appena arrivato, che non sa ancora (giustamente) dove mettere mano, un incapace.
Quanti Konica ci sono a lavoro?
Quante persone che potrebbero semplicemente dare le direttive giuste alla new entry ed aiutarla nel suo percorso, decidono invece di spingere lo Xerox di turno nella fossa dei leoni, esattamente come fece Scar con Mufasa?
“Fa schifo che la gente non ci spieghi mai cosa dobbiamo fare, fa schifissimo essere criticati perché non lo sappiamo fare”. Così dice Xerox, ed io sono d’accordo con lui.
Forse questa parte del fumetto descrive a pieno il modus operandi di troppe aziende qui in Italia, di troppi manager o capi distratti che lasciano il nuovo arrivato in balia delle onde, tra le mani di un superiore arrogante che non vede l’ora di rigettare le proprie frustrazioni addosso al suo sottoposto.
Non sarebbe forse il caso di cambiare qualcosa? Qui sento scattare una piccola critica sociale, che appoggio. E se non voleva essere questo lo scopo, parto da qui per muoverla io stessa.
Il tema del lavoro però non è che un piccolo coriandolo in un mosaico. Ogni pagina, ogni frase (quasi), tratta un tema importante, invita a riflettere.
Ecco, quello che non puoi fare leggendo La Soglia è cullarti nella superficialità.
Dal mondo del lavoro infatti, si passa alla psicologia, che non dà risposte ma solo avvertimenti.
Poi ancora all’ansia sociale, la voglia di evadere, scappare, andare via dalle persone, perché quando ci si percepisce come diversi si ha paura di essere giudicati dagli altri, e tutto questo all’interno di esseri sensibili, crea ansia, una pressione schiacciante e invalidante, molto meglio restare soli a quel punto. Questo è il pensiero intrusivo di chi soffre di ansia sociale.
La Soglia, però, risponde ai demoni interiori dei protagonisti così come a quelli dei lettori, che in una sorta di catarsi estetica si mescolano a loro, e spinge a guardare oltre, oltre la soglia, oltre i propri limiti. Forse non ci sono solo Konica nel mondo, forse dietro una bambina con problemi come Heidi c’è una storia triste che deve essere ascoltata, forse una semplice bravata di due teppistelli può nuocere gravemente ai sentimenti di qualcun altro, forse dietro uno Xerox che cita frasi d’autore a memoria c’è della passione che dev’essere coltivata, e forse vale la pena trovare le persone giuste con cui condividere delle avventure, perché insieme si è più forti, insieme si può ampliare il proprio raggio visivo, cercare di unire i propri punti di vista per trovare la via d’uscita ad un problema che, affrontato da solo, sembra essere insormontabile.