È uscita l’edizione cartacea del fumetto sci-fi L’Universo in cui abiti, opera di Giuseppe Batteria edita da Jundo, etichetta dedicata ai giovani talenti italiani. MegaNerd l’ha letto per voi!
La tecnologia fa sempre più parte del quotidiano. Smart TV, Smartphone, App, Letture digitali, Acquisti online, Social, ecc… spesso e volentieri viviamo la vita in maniera più virtuale che reale. Immaginate un mondo dove l’elettronica non esiste, ma la magia riempie la vita delle persone esattamente allo stesso modo del vostro cellulare e della tecnologia con cui avete a che fare tutti i giorni. È questo il mondo che ha pensato Giuseppe Diecidue (in arte Giuseppe Batteria) e che lo ha ispirato per la storia sci-fi L’Universo in cui abiti, il fumetto uscito recentemente in edizione cartacea sotto l’etichetta Jundo Original, ma che è già disponibile dal 2021 sulla piattaforma Jundo.
Per chi non sapesse che cos’è, Jundo è una piattaforma digitale tutta italiana che permette di leggere online opere prodotte da giovani autori ed autrici del fumetto, con la possibilità anche di acquistare online i volumi cartacei (come per il caso de L’Universo in cui abiti). Questa piattaforma ha esordito a dicembre 2020 ed è nata con un obbiettivo ben preciso: sfondare le barriere del mondo del fumetto, aiutando i giovani artisti emergenti a trovare il loro spazio nel vasto e difficile mercato del fumetto, pubblicandone le opere sulla propria piattaforma web e sulle relative app per iOS e Android. Noi abbiamo incontrato il team e fatto con loro una bella chiacchierata
Tornando al fumetto, L’Universo in cui abiti racconta di un mondo dove la magia è all’ordine del giorno. Tutti o quasi i personaggi sono dotati di poteri magici che utilizzano per fare le cose più disparate, come banalmente cucinare o tele-trasportarsi da un punto ad un altro. In questo contesto mistico si svolge la vicenda che vede protagonista Kappa, ragazzo dai capelli blu curioso e specializzato nella ricerca e nella collezione di cimeli o oggetti speciali appartenenti ad altri mondi o addirittura ad altre realtà. Durante un’ escursione presso gli Scavi del Re, zona molto battuta dai cercatori di tesori, Kappa trova un oggetto bizzarro e soprattutto mai visto: un cellulare smartphone. Che cos’è? Come si usa? Da quale pianeta viene? Tutte domande a cui cercherà di dare risposta e che lo metteranno però in serio pericolo. Quell’oggetto rettangolare e inanimato proveniente da un altro mondo è bramato anche da altre persone, in particolare dal sovrano del suo pianeta, che lo ritiene fondamentale per le sue ambizioni espansionistiche su altri mondi e (soprattutto) dall’Alto Consigliere del Re che mette alle calcagna di Kappa i suoi scagnozzi muta-forma capitanati dalla misteriosa Alfa, al fine di catturarlo e impossessarsi del telefono. Kappa dovrà quindi scegliere se continuare a scappare o collaborare con chi lo vuole morto.
Nel giro di un paio d’anni Jundo ha fatto strada e le proposte del suo catalogo sono spesso opere interessanti, sperimentali e che concedono ampia libertà di espressione agli artisti. L’universo in cui abiti ne è l’esempio lampante. Batteria costruisce una buona trama, originale e intricata facendo ruotare le vicende dei suoi personaggi intorno al paradosso della contesa di un oggetto tanto desiderato quanto sconosciuto per quel mondo come uno smartphone, che nel mondo reale, invece, è parte integrante della vita del 90% della popolazione mondiale. Senza inutili spiegoni e dando per scontate alcune cose, l’autore cerca di far immergere il lettore nella storia e nelle atmosfere fantascientifiche sin dalle prime pagine e il risultato è sicuramente positivo. Ma nonostante una trama solida, i personaggi risultano poco definiti e carismatici; Kappa è un personaggio come un altro e non dà quel qualcosa in più al fumetto che solitamente il protagonista deve dare per appassionare e fidelizzare il lettore. Il problema riguarda in ogni caso un po’ tutti i personaggi, poco caratterizzati e a malapena abbozzati, su tutti Alfa che dovrebbe avere un ruolo di primo piano ma di cui si sa ben poco alla fine del primo volume .
Per quanto riguarda lo stile di disegno, l’arte di Batteria in L’Universo in cui abiti è molto particolare, a tratti surreale. L’autore sembra quasi voler dare con il suo tratto un senso di fluidità della realtà e del mondo in cui si svolge il fumetto, operazione che però non sempre gli riesce. La rappresentazione fisionomica dei personaggi spesso è confusa; molti dei protagonisti risultano simili tra loro e non è semplice in alcuni contesti distinguerli l’uno dall’altro, complice sicuramente l’utilizzo di colori freddi all’interno delle tavole, tra cui il viola che viene utilizzato in maniera saggia se si tratta di far trasparire quel senso di freddezza e distacco che contraddistingue tutto il contesto in cui si muovono i protagonisti de L’Universo in cui abiti, ma che al contempo lo rende a tratti confusionario. Troppo viola su troppi personaggi con lo stesso taglio dei capelli, la stessa fisionomia, le stesse espressioni del viso.
Attenzione, non si tratta di una bocciatura. Stiamo sempre parlando di un fumetto sviluppato all’interno di un progetto dove l’autore è libero di esprimersi senza imposizioni e paletti di sorta e pertanto è apprezzabile l’identità che Batteria vuole dare alla sua opera, anche se potrebbe risultare poco mainstream, ma sicuramente stuzzicante.
Il primo volume di L’Universo in cui abiti si chiude con un classico ‘To be continued..’ e personalmente sono curioso di vedere come proseguirà la vicenda. Un plauso alle edizioni cartacee dei fumetti Jundo Original che si rivelano dei volumetti brossurati di buona fattura a un prezzo super-conveniente e promozionale (€ 9,99) per il mercato odierno del fumetto.
In definitiva L’Universo in cui abiti merita almeno una possibilità, prima di tutto per il semplice fatto che è giusto sostenere i giovani ed emergenti autori italiani e la loro arte…e poi perché comunque è un bel fumetto.