Mufasa – Il Re Leone si presenta come una sorta di prequel-sequel, che ci mostra il futuro di Simba e il passato del suo amato padre, il modello di sovrano buono e forte per eccellenza. Una storia di legami e speranza, che attraversa le generazioni e ci porta in terre lontane.
Mufasa – Il Re Leone è la storia non solo di un grande sovrano, ma di un legame che va oltre il sangue e le difficoltà. È il racconto di un orfano che ha la fortuna di incontrare un fratello, a cui donerà affetto infinito e dal quale né riceverà altrettanto, sebbene le cose non saranno sempre facili tra loro. È una favola da raccontare ai vostri bambini, come fa Rafiki con la dolce Kiara, la cucciola di Simba. È il secondo atto di una saga famigliare in grado di raccontare cosa significa l’amore, ma anche l’odio.
Mufasa – Il Re Leone: il viaggio del cucciolo che divenne sovrano
Nel primo film abbiamo lasciato Simba e Nala che stavano presentando il loro primo cucciolo al mondo. Si tratta della dolce Kiara, che ora si appresta a diventare una sorella maggiore. Lei, però, non sa cosa sta per accadere, sa solo che la sua mamma e il suo papà la devono lasciare per un breve periodo. Le leonesse, infatti, partoriscono i loro piccoli in una valle poco lontano, e i loro compagni le raggiungono per vedere la nuova vita affacciarsi a questa dolce esistenza. Kiara viene affidata ai fidi compagni Timon e Pumba, pronti a farle compagnia in una notte temporalesca davvero spaventosa.
A loro si unisce il saggio Rafiki che inizia a raccontarle una storia, per farle capire che anche i Re possono aver paura: si tratta della vita di Mufasa, suo nonno. Tramite un lungo flashaback, intervallato da brevi ritorni alla realtà tempestosa della cucciola resa divertente dal duo di Hakuna Matata, veniamo a conoscenza del passato del padre di Simba, il leone che sembrava non aver mai avuto timore di nulla. Solo una volta lo abbiamo sentito pronunciare la parola “paura”, ed è stato quando pensava di aver perso suo figlio. Anche lui ha visto i suoi genitori rischiare la vita per salvarlo durante un alluvione che poi li ha separati.
Divenuto orfano, viene trovato da Taka, un altro cucciolo, che lo accoglie come suo fratello. Il padre di lui però, il re, non vuole saperne di accettarlo e lo farà solo quando salverà la vita alla sua consorte, ormai divenuta una madre per Mufasa. Ma la minaccia sventata una volta da quest’ultimo si ripresenterà e i due fratelli dovranno scappare per trovare un posto dove vivere e fare prosperare la stirpe reale.
Il sogno di Mufasa è cercare Milele, la terra oltre la luce della quale sua mamma gli ha parlato sin da cucciolo. Durante la strada, spesso in salita, incontreranno una leonessa e un uccellino che si uniranno a loro, ma un tradimento sembrerà mettere fine al desiderio del futuro re leone.
Taka e Mufasa – Storia di due fratelli che si sono scelti e amati dal primo istante (SPOILER)
Mufasa – Il Re Leone è la storia, prima di tutto, di un legame tra genitori e figli. E poi di quello tra due fratelli scelti dal destino: Mufasa e Taka. Quest’ultimo, in realtà lo conosciamo bene, ma non potremmo mai riconoscere in lui il cattivo che ci ha terrorizzati da piccoli e che abbiamo odiato da grandi: Scar.
Taka è timido, pauroso, scappa sempre davanti al pericolo, non sa come parlare alla leonessa che gli piace, non ha nulla del Re. Mufasa, invece, ha all’interno del suo nome il destino del sovrano, lui che non ha mai pensato al potere, ma solo a proteggere chi ama. Taka, dopo i suoi genitori perduti, è stato il primo affetto stabile della sua vita, ed è proprio lui a tradirlo. Perché?
Tutti i grandi cattivi hanno una storia. E, come dice saggiamente Rafiki, spesso da una ferita nasce l’odio. Per fare sì che questo non germogli, l’amore e la speranza devono essere più forti. Rafiki stesso sarebbe potuto diventare come Scar: è stato scacciato dai suoi simili perché diverso, ma i suoi sogni lo hanno tenuto in vita. Taka, invece, si è visto portare via tutto: sua madre sembrava preferire Mufasa, suo padre ne ha riconosciuto il valore, Siabi si è innamorata di lui.
E quest’ultima è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, soprattutto vedere Mufasa ricambiare i sentimenti di lei quando era già a conoscenza di ciò che provava. E Taka decide di voltare loro le spalle, ma non riesce a farlo fino in fondo. Il tempo del coraggio arriva anche per lui e la cicatrice ne diventa un simbolo e un monito, per lui e per suo fratello.
Le canzoni e il cast
Difficile battere il primo film su questo campo, eppure posso dirvi che sono davvero belle. Ho apprezzato molto quella cantata da Taka e Mufasa quando si scelgono come fratelli, interpretata squisitamente da Edoardo Veroni e Adriano Trio. Molto coinvolgente ed emozionante anche quella di Mufasa e Siabi, rispettivamente interpretati da Luca Marinelli ed Elodie, che comunica con semplicità il sentimento che sta nascendo tra i due.
Ottima l’interpretazione anche nei dialoghi di Mufasa ormai adulto e quella di Zazu, reso magnificamente da Riccardo Suarez. Nessuno avrebbe potuto dare voce a un personaggio sopra le righe come lui, che riesce a dare il massimo anche nella parte cantata. Molti di voi avranno avuto modo di ascoltare le sue doti canore in Hazbin Hotel dove ha letteralmente portato in vita Angel Dust.
Impossibile non citare Marco Mengoni nel ruolo di Simba ed Elisa Toffoli in quello di Nala, che hanno fatto un lavoro meraviglioso. Il loro è un graditissimo ritorno, che li aveva visti protagonisti del primo film del 2019.
L’amore può essere una maledizione?
L’amore è il sentimento forse più alto, ma a volte può diventare una maledizione, può far crescere delle catene che intrappolano anche il cuore più puro. È quello che succede a Taka, che sente di amare senza essere mai ricambiato come vorrebbe. Ma qualcosa di simile accade anche ai genitori verso i propri figli, che mettono sempre prima la vita dei propri cuccioli, dimenticandosi completamente di sé. Si tratta di catene diverse, piene di sentimenti positivi, che però portano con sé del dolore.
C’è una storia che sembra ripetersi: Mufasa viene salvato durante la piena dai suoi e lui, diventato padre a sua volta, salva il suo Simba dalla mandria impazzita. Nel secondo caso, però, c’è lo zampino di Scar, che continua a vivere soggiogato dall’odio. E allora come rispondere a qualcosa di così terribile? Con altro amore, ma non quello che incatena, quello che rende liberi. Perché tutti siamo parte di un disegno più grande, del cerchio della vita in cui anche la formica ha un ruolo. E solo non calpestandoci a vicenda potrà esserci un futuro fatto di pace e armonia.
Viene da chiedersi se Scar potesse essere salvato, se l’esilio sia stata la decisione migliore. Ma come biasimare Mufasa per averlo allontanato? A volte il perdono ha delle strane forme e farlo vivere nelle sue terre è stato l’unico atto d’amore di cui è stato capace, conscio di dover proteggere la propria gente e la nuova famiglia che stava per formarsi.
Mufasa – Il Re Leone si conferma all’altezza delle aspettative e, mio pare, le supera anche. Sfido chiunque a non emozionarsi guardando questo film, a non arrabbiarsi, agitarsi sulla poltroncina del cinema, sorridere, piangere, riflettere. Non ci sarà un singolo istante in cui penserete al tempo che scorre, perché sarete così immersi nella storia da sentirvi parte di essa. Impossibile uscire dalla sala senza avere domande da porsi, risposte e consapevolezze nuove, considerazioni sulla vita che stiamo sperimentando e su ciò che ci aspetta.
Il messaggio per tutti noi è, in ogni caso, di guardare avanti e avere speranza, tendendo la mano a chi sbaglia. Ci vuole coraggio, ma se anche i Re possono avere paura, perché noi non dovremmo averla?
Mufasa - Il Re Leone
Luca Marinelli è Mufasa
Alberto Boubakar Malanchino è Taka
Elodie è Sarabi
Edoardo Stoppacciaro è il giovane Rafiki
Riccardo Suarez Puertas è Zazu
Dario Oppido è Kiros
Toni Garrani è Rafiki in versione adulta
Stefano Fresi è Pumbaa
Edoardo Leo è Timon
Marco Mengoni è Simba
Elisa Toffoli è Nala
Emma Cecile Rigonat è Kiara
Mattia Moresco (dialoghi) e Adriano Trio (canzoni), interpretano Mufasa cucciolo
Valeriano Corini (dialoghi) e Edoardo Veroni (canzoni), interpretano Taka cucciolo
Daniela Calò è Eshe, la madre di Taka
Pasquale Anselmo è Obasi, il padre di Taka
Domitilla D’Amico (dialoghi) e Karima (canzoni) interpretano Afia, la madre di Mufasa
Eugenio Marinelli è Masego, il padre di Mufasa