Obi-Wan Kenobi è arrivato al giro di boa ed è l’ora di tirare le somme sulla prima parte della miniserie con Ewan McGregor che sta uscendo su Disney+
È la serie TV di Star Wars che i fan hanno atteso in maniera spasmodica. È lo show che vede dopo 17 anni il ritorno in carne e ossa di Ewan McGregor nei panni del Maestro Jedi Obi-Wan Kenobi e di Hayden Christensen (sì, diciamolo subito) in quelli di Anakin Skywalker. È il tassello mancante tra l‘Episodio III: La vendetta dei Sith e l’Episodio IV: Una nuova speranza e che fornisce nuovi dettagli sul periodo di maggior prosperità dell’Impero. Tutto questo (e molto altro) è Obi-Wan Kenobi, la miniserie in sei parti disponibile dal 27 maggio sulla piattaforma Disney+. Attualmente sono usciti i primi 3 episodi o, per essere più corretti, le prime 3 parti; la parte 1 e 2 insieme venerdì 27 maggio, e la parte 3 mercoledì 1 giugno. Arrivati perciò a metà percorso cosa possiamo dire di Obi-Wan Kenobi?
Partiamo con il dire che i marchi Disney e Star Wars stanno investendo notevolmente negli show sul piccolo schermo dall’avvento di Disney+ sia a livello visivo ma soprattutto a livello di sceneggiatura. Lo dimostrano il successo di The Mandalorian e anche il buon riscontro di pubblico che ha avuto The Book of Boba Fett e c’è l’impressione che ci sia una programmazione a lungo termine con idee molto chiare sulla direzione intrapresa e consapevolezza di stare realizzando qualcosa di molto buono, un po’ come stanno facendo i Marvel Studios con i film e le serie TV Marvel.
Obi-Wan Kenobi si dimostra essere all’altezza, se non meglio (fino ad ora) degli show usciti per la piattaforma Disney. E i pericoli erano dietro l’angolo. Tornare su personaggi già esplorati in tutte le salse come Obi-Wan e Anakin/Darth Vader poteva risultare una zuppa riscaldata che non dava nulla alla storia se non l’ennesimo scontro tra il bene e il male senza arricchire di nuovi elementi la saga cinematografica ideata da George Lucas. Poi è vero che la presenza di queste due icone, soprattutto il Signore dei Sith, all’interno di un prodotto Star Wars attirano sicuramente pubblico e fama.
Ma Obi-Wan Kenobi fa comprendere quanto ancora c’era da raccontare sul Maestro Jedi e quanto c’era da dire sul difficile rapporto con il discepolo passato al lato oscuro.
La miniserie si svolge dieci anni dopo i fatti di Episodio III. L’impero è più forte che mai, l’Ordine Jedi è allo sbando e i pochi sopravvissuti sono cacciati dagli Inquisitori, l’unità di caccia Jedi dell’Impero. Su Tatooine una compagine guidata dal Grande Inquisitore, personaggio creato nella serie animata Star Wars Rebels e interpretato nella mini dall’attore Rupert Friend, è alla ricerca dei superstiti cultori della Forza. Ma tra i soldati del Grande Inquisitore c’è la violenta e impulsiva Terza Sorella / Reva Sevander, l’ottima Moses Ingram, che sta cercando in maniera ossessiva e frenetica un Jedi in particolare: Obi-Wan Kenobi. Il maestro, però, è scomparso dai radar da oltre 10 anni. Si fa chiamare Ben, lavora come operaio per qualche spicciolo, monitora la crescita del piccolo Luke Skywalker in attesa che sia pronto per l’addestramento Jedi, ma soprattutto appare rassegnato e ancora turbato da quanto accaduto tra lui e Anakin. La forza è ancora dentro di lui, ma appare stanco, insofferente e restio nell’utilizzo dei poteri, come nell’impiegare qualsiasi tipo di arma compresa la sua spada laser, seppellita nel deserto di Tatooine. Ma qualcuno è in arrivo dal pianeta Alderaan. Il sovrano Bail Organa, che inspiegabilmente (e questa è una delle poche note stonate al momento) sa come rintracciare e dove si nasconde Kenobi, mentre l’impero è circa 10 anni che cerca di stanarlo (ma vabbhé), chiede l’aiuto di Ben per riportare a casa la figlia adottiva rapita: la piccola Leia Organa, che ha il volto nella serie della bravissima baby attrice Vivien Lyra Blair, che per fattezze e temperamento ricorda la principessa Leia della compianta Carrie Fisher. Nonostante un primo momento di rifiuto il vecchio Obi-Wan accetta, e si imbarca nella missione di ricerca della principessa Organa che lo porterà al confronto con gli Inquisitori, l’Impero e ovviamente allo scontro con un giovane Darth Vader.
Come anticipato all’inizio, questa miniserie rappresenta un Episodio III ½ a tutti gli effetti. Il Kenobi di McGregor è probabilmente la versione migliore del personaggio. L’attore è molto bravo, e questo si sapeva, nel rappresentare il turbamento di un uomo che ha perso tutto, la paura di usare ancora la Forza, poteri e arti che hanno portato alla ‘presunta morte‘ di Anakin, la persona a lui più cara.
Ma un applauso va a tutto il cast a cominciare dalla Terza Sorella portata sullo schermo da Moses Ingram serva dell’Impero spietata e ambiziosa, molto interessante e caratterialmente ben sviluppata nel corso dei primi tre episodi. Spesso e volentieri ruba la scena al Grande Inquisitore, personaggio che appare un po’ appannato e poco sfruttato nonostante il ruolo ricoperto in Rebels.
È bello rivedere anche altri personaggi comparsi nei primi tre episodi come Jimmy Smits nei panni di Bail Organa e, ovviamente, Hayden Christensen per la prima volta nei panni di Darth Vader, se si escludono le scene finali dell’Episodio III. Nonostante i dubbi iniziali sulle spesso decantate ‘poche‘ doti attoriali, per quel poco che si vede Christensen se la cava molto più con l’armatura di Vader che senza. La sua è una versione del Signore dei Sith ancora acerba ma molto potente, grazie forse alla rabbia, al rancore e alla sete di vendetta che cova dentro di sé nei confronti del vecchio maestro e per la morte della moglie Padmé. Lo scontro inevitabile tra il signore dei Sith e Obi-Wan del terzo episodio, dimostra nettamente la superiorità attuale di Vader e come l’influenza del lato Oscuro e dell’Imperatore sia sempre più forte in lui.
Altra nota negativa: mentre in lingua originale Vader è doppiato ancora una volta dal mastodontico James Earl Jones, che ha prestato quasi sempre la voce al personaggio, in lingua italiana il padre di Luke Skywalker è doppiato da Luca Ward, attore e doppiatore dalle doti eccezionali, ma che a parere di chi scrive è poco calzante per il ruolo rispetto alla voce del suo storico predecessore Massimo Foschi.
Molto bella come viene raccontata la nascita del rapporto di amicizia tra la piccola Leia e il vecchio Obi-Wan. Io ero tra i tanti che alla visione de Una nuova speranza si erano chiesti ‘Come fa la principessa a conoscere Obi-Wan?’. La miniserie cerca di dare una risposta e di arricchire di dettagli il legame tra i due, che parte con molta diffidenza soprattutto da parte della piccola principessa, ma che si evolve in una forma di affetto tra padre e figlia o come dice Leia all’interno della serie, nonno e nipote. Quello che ha ricordato al sottoscritto è lo stesso rapporto che lega il vecchio Wolverine di Hugh Jackman e la X-23 di Dafne Keen nel film di James Mangold Logan: The Wolverine.
Manco a dirlo, scenografie e ambientazioni che trasudano di Star Wars, che fanno dire allo spettatore ‘Sto guardando Star Wars‘. Non riesco ancora a capacitarmi come tutto questo non sia presente invece negli Episodi VII,VIII e IX.
In definitiva questa prima parte di Obi-Wan Kenobi stra-convince e merita sicuramente 4 stellette perché rappresenta lo show per il piccolo schermo più Star Wars di tutti. Il lavoro a livello di trama è ottimo, il cast è molto valido e dimostra ancora una volta come sia possibile raccontare storie belle e originali su personaggi che hanno un bagaglio molto vasto e che sembra non abbiano più nulla da dire. Quindi ci aspettiamo molto, molto altro ancora dai prossimi tre episodi.
Obi-Wan Kenobi
Ewan McGregor: Obi-Wan Kenobi
Rupert Friend: Grande Inquisitore
Sung Kang: Quinto Fratello
Moses Ingram: Terza Sorella
Benny Safdie: Nari
Joel Edgerton: Owen Lars
Bonnie Piesse: Beru Lars
Simone Kessell: Breha Organa
Vivien Lyra Blair: Leia Organa
Flea: Vect Nokru
Jimmy Smits: Bail Organa
Kumail Nanjiani: Haja Estree
Rya Kihlstedt: Quarta Sorella
Hayden Christensen: Anakin Skywalker/Darth Vader
Grant Feely: Luke Skywalker
Indira Varma: Tala Durith