La serie live action ispirata al fumetto di Brian K. Vaughan e Cliff Chiang è disponibile da qualche giorno su Prime Video. Queste sono le nostre impressioni.
Avevamo ancora bisogno di una serie TV di fantascienza incentrata sui viaggi nel tempo ? Avevamo ancora bisogno di una storia fantastica ambientata negli anni 80 e che coinvolge un gruppo di ragazzini? Se la serie in questione è la trasposizione live action di un fumetto fuori di testa e di grande successo come “Paper Girls“ allora probabilmente vale la pena afferrare il telecomando e immergerci nuovamente nei meravigliosi anni 80. Ma possiamo davvero definirli “meravigliosi” ?
La storia di Paper Girls nasce dalla mente di Brian K. Vaughan, un brillante autore di Cleveland particolarmente portato per le storie di genere fantascientifico\fantasy. L’opera a fumetti debutta nell’ottobre del 2015, grazie a Image Comics, un editore molto attento alle storie di fantascienza di qualità. Il compito di tratteggiare gli anni 80 con circa un anno di anticipo rispetto al successo roboante di “Stranger Things“ viene affidato alle matite di Cliff Chiang. Al tempo Vaughan si era già costruito un curriculum di tutto rispetto avendo già prodotto storie di successo come “Y – L’ultimo uomo sulla Terra“ , “Runaways“, “Ex Machina“ e “Saga“. Il successo arriva anche su Paper Girls sotto forma di due premi Eisner vinti nel 2016: uno per la migliore serie e uno a Chiang per le matite.
A distanza di circa sette anni non poteva mancare la trasposizione live action affidata ad una piattaforma di streaming che si è posta l’obbiettivo di replicare il successo di “The Boys“ e “Preacher“ di Garth Ennis e dell’animata “Invincible“ di Robert Kirkman e di rispondere in maniera convincente ai blockbuster di casa Netflix. Sarà riuscita nel suo intento ?
La serie è stata creata per il piccolo schermo da Christopher C. Rogers, showrunner del progetto, con la collaborazione di Stephany Folsom già sceneggiatrice di “Toy Story 4“, “Thor: Ragnarok” e della prossima “Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere” che vedremo a breve sempre su Prime Video. La regia è affidata addirittura a quattro giovani registe che si sono divise due episodi a testa: Mairzee Almas (Tenebre e ossa), Georgi Banks-Davies (I Hate Suzie), Destiny Ekaragha (The End of the F***ing World) e Karen Gaviola (Lucifer).
Il confronto con Stranger Things e Dark, due tra i grandi successi in streaming della grande N, è apparso da subito inevitabile. Qualcuno si è chiesto se Paper Girls potesse rappresentare la risposta di Prime Video all’opera dei fratelli Duffer. Quacun’altro non ha esitato a definire l’opera di Vaughan, in maniera semplicistica, uno “Stranger Things in gonnella” dal momento che le protagoniste della storia sono un gruppo di ragazzine. Mai definizione fu più sbagliata.
Partiamo dalla storia.
Siamo nella nel 1988 a Stony Steam, un sobborgo di Cleveland. L’alba del 1 Novembre, la notte di Halloween da poche ore alle spalle, è il cosi detto “Hell Day” ossia il giorno della “fine del mondo come lo conosciamo“, Quattro ragazzine di differenti estrazioni sociali, etniche e religiose sono impegnate nella consegna porta a porta del giornale , un lavoro particolarmente diffuso negli Stati Uniti di un tempo e che veniva tipicamente affidato a dei ragazzini che in questo modo riuscivano a guadagnare qualche soldo coniugando lavoro e la scuola. Durante il turno dell’alba del 1 Novembre le quattro ragazze vengono aggredite da bulli in piena sbronza post-Halloween. Per fuggire da essi perdono uno dei walkie talkie che utilizzano per tenersi in contatto e sopratutto si imbattono in misteriosi individui che sembrano provenire da un tempo e uno spazio remoto. Durante la concitazione della fuga, involontariamente, si ritrovano catapultate 30 anni avanti nel futuro e nel bel mezzo di una guerra tra due fazioni che si contendono il dominio della linea temporale. Da una parte ci sono gli “adolescenti” , una fazione che ritiene lecito modificare l’ordine degli eventi al fine di garantire un futuro luminoso. Dall’altra abbiamo la fazione degli anziani appartenenti al “Vecchio Orologio“, che vedono ogni tentativo di alterare la linea temporale come un reato perseguibile con la pena capitale. Giunte nel 2019 Mac, Erin , KJ e Tiffany sono ricercate dagli agenti del “Vecchio Orologio” con l’accusa di aver violato le rigide disposizioni in materia di viaggi nel tempo e qui incontrano le versioni adulte di sé stesse. Un confronto che le costringerà a fare I conti con il proprio essere in virtù di quello che diventeranno da grandi.
Erin Tieng, interpretata da Riley Lai Nelet (già vista in “Altered Carbon“) è una bambina di origini asiatiche. Nuova residente di Stony Stream, è la novellina del gruppo delle paper girls. Vive con la sorella più piccola di nome Missy, della quale si prende molto cura, e con una madre molto apprensiva che non è riuscita ad integrare completamente la propria famiglia nella comunità di Cleveland a causa dei pregiudizi degli abitanti di Stony Stream. Nel 2019 , la Erin del futuro è una donna sulla costante soglia di una crisi di nervi, sola , con una casa , un lavoro, una piccola auto e una scatola di Xanax sul tavolino. A interpretarla in maniera impeccabile e con una buona dose di autoironia troviamo Ali Wong, un’attrice di stand up comedy molto celebre negli Stati Uniti.
Tiffany Quilkin, interpretata da Carmyn Jones, è la mente del gruppo. Bambina afroamericana caratterizzata dalla forte ambizione di voler frequentare il MIT e diventare una scienziata famosa. E’ dal suo intuito e capacità di analisi che dipendono le fievole speranze di riportare le quattro ragazze a casa nel loro tempo. Anche lei dovrà fare i conti con la versione di se stessa nel 2019, scoprendo dettagli inquietanti delle sue origini e il significato nascosto del senso della vita.
Karina “KJ” Brandman, interpretata da Fina Strazza , è una ragazza ebrea benestante e amante dell’hockey. A lei è riservata la scena più bella e poetica di questa prima stagione Paper Girls quando, nel 2019, prende coscienza della propria sessualità e dell’amore per il cinema durante la visione di “2001 Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick.
Ho tenuto volontariamente per ultima Mac Coyle, la bambina veterana del gruppo interpretata da Sofia Rosinsky. Mac è una ragazzina ribelle, intrattabile e con un passato difficile. Molto legata al fratello che ritroverà radicalmente cambiato nel futuro, Mac scoprirà un terribile destino con il quale dovrà costantemente confrontarsi e che la porterà a limare le sue spigolature caratteriali. Ritengo che tutte le ragazze che hanno interpretato le quattro paper girls siano molto centrate nel ruolo ma Sofia Rosinsky nel ruolo di Mac è semplicemente straordinaria. Mac è il personaggio meglio caratterizzato perché , a suo modo, è quella maggiormente ancorata con la realtà di quei cupi anni 80. Forgiata dalle difficoltà e da una vita complicata, il processo di crescita di Mac ha subito una brusca accelerata. Per lei approdare nel futuro non rappresenta una maledizione come per le altre ragazze ma un modo per fuggire dalla realtà.
Sebbene sono evidenti elementi che richiamano fortemente il blockbuster dei fratelli Duffer come il periodo storico, l’ambientazione, le biciclette e i walkie talkie, Paper Girls non è Stranger Things. Lo show di Netflix punta tutte le sue carte sul fattore nostalgia. In Paper Girls non vedrete sale giochi piene di ragazzini felici che bruciano monetine nei cabinati dei videogames. Non vedrete tirate sessioni all’ultimo lancio di dado di Dungeon & Dragons e non sentirete Kate Bush che vi urla nelle orecchie di correre su per la collina. Paper Girls ci mostra un lato oscuro degli anni 80 che non suscita affatto nostalgia. Ci mostra un periodo storico in cui il mondo convive con lo spettro della guerra fredda tra Stati Uniti e Russia, in cui la discriminazione razziale e l’omofobia scorre forte nelle vene della società e dove l’immagine più rassicurante che potrebbe manifestarsi se stai tirando le cuoia è quella del presidente Ronald Reagan che, come una cassandra, ti sussurra frasi premonitrici di quello che sta per accadere.
“Il futuro non appartiene ai deboli di cuori, appartiene ai coraggiosi”.
L’approccio a una versione cupa degli anni 80 è stato confermato esplicitamente dallo stesso Vaughan. Durante il San Diego Comicon 2022, nel panel dedicato allo show ha dichiarato:
«Io e Cliff Chiang abbiamo vissuto gli anni ‘80 e non sono stati sempre così fantastici. Quindi volevamo fare qualcosa che fosse anti-nostalgico, riconoscere cioè che abbiamo fatto progressi e che vale la pena andare avanti, non soffermarsi costantemente sul passato. Sebbene gli anni ’80 fossero l’epoca dei dischi di Prince e dei vestiti dai colori sgargianti, erano anche il tempo di Ronald Reagan e dell’epidemia di AIDS. Questa giustapposizione si realizza in Paper Girls»
Paper Girls rifugge la componente horror che ha caratterizzato Stranger Things (sopratutto nella quarta stagione) e ci propone una storia fantascienza piuttosto convenzionale incentrata sui viaggi nel tempo dove vengono affrontate tematiche classiche legate a questo sotto-genere sci-fi quali il libero arbitrio e l’ineluttabilità del tempo. Allo stesso tempo, non si preoccupa di giustificare ogni paradosso che potrebbe comportare un’incursione nel futuro. Per intenderci, Paper Girls non è Dark, serie tedesca capolavoro la cui complicatissima trama funziona come un orologio svizzero. Se siete amanti del fumetto di Vaughan e Chiang e vi aspettate una trasposizione fedele di questa opera, con una serie live action piena di azione e combattimenti con mostri fuori di testa provenienti da angoli remoti del tempo, allora rimarrete delusi.
Paper Girls punta tutto nel costruire una storia di formazione incentrata sui personaggi. L’approfondimento delle quattro protagoniste, ognuna alle prese con l’accettazione di se e ognuna ingranaggio indispensabile nel motore di tutta la storia, è sorretto da una scrittura molto solida e da un casting perfettamente riuscito. Paper Girls tratta senza troppe scorciatoie tematiche non banali quali il razzismo, l’identità sessuale, l’intolleranza e le differenze sociali. Il risultato finale è una storia apparentemente “teen” ma molto matura che funziona anche in assenza di una spiccata componente action.
Se dobbiamo trovare un aspetto che ci ha convinto poco è la qualità del trucco e degli effetti speciali che non sembrano adeguati all’ambizione della serie. Per una serie che promette spettacolarità questo potrebbe essere un problema, ma anche questo aspetto viene in qualche modo sopperito dalla qualità della scrittura e della recitazione delle protagoniste.
La prima stagione di Paper Girls ci ha dunque convinto perché dispone in maniera magistrale le pedine sulla scacchiera, dimostra un livello di maturità non comune per show di questo tipo e apre trame che promettono quel livello di adrenalinità che un pochino è venuto a mancare in questo debutto.
Ovviamente siamo molto attenti nell’ascoltare la vostra opinione in merito. Fatecela sapere nei commenti!
Paper Girls - Stagione 1
Riley Lai Nelet
Sofia Rosinsky
Fina Strazza
Adina Porter