Abbiamo visto Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo, la serie TV targata Disney+ che riprende il personaggio creato da Rick Riordan. Ecco cosa ne pensiamo di questo adattamento seriale con un grande Walker Scobell
“Cantami, o Topo…
Del giovane Percy, che infinite visualizzazioni addusse alla piattaforma…”
Ok, magari non proprio infinite – licenza poetica a parte – ma di sicuro la prima stagione della Serie TV di PERCY JACKSON si è rivelata un bel successo per Disney+, a dimostrazione che l’eroe creato da Rick Riordan è ancora forte, amato dai lettori e dotato di un fascino da franchise in potenza.
Ci avevano già provato in passato, con due film sfortunati, e non certo per colpa degli attori o della storia, ma di come questi erano stati utilizzati.
E lo stesso Riordan non ha mai mancato di far sentire il suo disappunto, cercando, per anni, di realizzare una nuova versione filmica della saga, di portare i suoi personaggi su schermo in maniera degna, in un modo che potesse ottenere il suo sigillo di approvazione.
Le cose sono sicuramente cambiate quando Fox è stata acquisita da Disney, che si è ritrovata tra le mani i diritti di una un’epopea letteraria che aveva tutte le carte in regola per funzionare, ma si sa, a Hollywood conta solo un particolare Dio ed è facile dire “Serie TV di Percy Jackson“, però è abbastanza difficile poter quantificare la validità effettiva di un progetto di questo tipo, visti poi i precedenti.
Perché questo incipit?
Perché l’unico vero problema di questa prima Stagione è che Disney ci ha creduto, ma sino ad un certo punto. Sarà perché volevano mettere alla prova Percy, metaforicamente e narrativamente, ma è indubbio che, prima di allargare debitamente i cordoni della borsa e tirare fuori le dracme, abbiamo voluto delle “garanzie” dell’appeal di Percy sul pubblico.
D’altronde, lo ha detto lo stesso Riordan che la nuova trilogia di libri, iniziata con “Il Calice degli Dei“, è nata come “rinforzo” per convincere Disney a dare il via alla produzione, per convincere lo studio che sì, Percy ha ancora qualcosa da dire ed è qui per dimostrarlo, che quella generazione cresciuta leggendo le sue avventure avrebbe risposto alla chiamata.
“Il Calice” ha funzionato bene in libreria (a settembre arriverà il seguito, “Wrath of the Triple Goddess“), e altrettanto veniva da sperare che sarebbe stato per la serie.
Ma l’attuale “spending review” della Disney è ormai cosa nota, tra tagli e cancellazioni di prodotti dalla piattaforma per sfruttare sgravi fiscali, quindi, parlo per mio conto, mi ha stupito relativamente vedere che il budget impiegato per Percy sia stato abbastanza ragionato, portando i creativi, Riordan in primis, a cercare di essere fedeli ma rispettando quanto effettivamente e realisticamente concesso a disposizione.
E l’imprimatur dello scrittore si percepisce, costante, in ogni episodio, una supervisione attenta per far sì che la sua visione venisse rispettata, che la storia di Percy venisse aggiornata ma non tradita, per eccesso o per difetto, e sopratutto per consegnare ai fan un adattamento che potesse piacere, che potesse incuriosire i neofiti ma non lasciare troppo amaro in bocca a chi invece con questi libri ci ha segnato le tacche sullo stipite della porta.
Purtroppo però, come detto, si è dovuto sopratutto fare i conti con il budget, con quello che si aveva tra le mani, e questo inevitabilmente, come un effetto valanga, si è poi riflesso un poco su tutto.
Se si guarda al prodotto nel complesso, e non nel particolare, infatti, “Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo” è un ottimo adattamento, anzi i primi due episodi fanno così ben sperare da portare a pensare all’aggettivo “divino”, tanto sono ben curati.
Se invece ci si focalizza sulla singola puntata, dalla terza in poi sopratutto, man mano, i difetti si notano, come un ritmo spesso altalenante nella tenuta del racconto, concentrando spesso alcune cose in poco minutaggio, con puntate che avrebbero potuto essere più lunghe, articolate, rallentando eventualmente dove necessario. Ma appunto, il budget lo devi impiegare saggiamente, riuscendo a consegnare qualcosa di vincente, senza sprecarlo.
E così è stato, non fraintendetemi: perché appunto, nel complesso, funziona, e lo fa davvero bene, e fa ben sperare non solo nel rinnovo, ma anche che i cordoni di quella borsa finalmente si allentino a dovere, forti di un plauso e dei freddi numeri, tanto cari all’altro semidio dell’Olimpo Seriale, l’Algoritmo.
Un algoritmo che avrebbe dovuto magari ragionare meglio sulla programmazione (cosa che dovrebbero fare un poco tutte le piattaforme): nel caso di Percy, quella settimanale è stata sfiancante. Forse, presentarla due episodi per volta, durante le Feste, avrebbe funzionato meglio, riducendo il periodo della proposta e alimentando meglio la fiamma olimpica, durante la maratona telefilmica.
Non tergiversiamo su questi dettagli, però, e concentriamoci appunto su ciò che funziona, in primis il cast: i tre giovani protagonisti sono stati una bella scelta, tutti pronti a crescere in questi ruoli, a formare i loro caratteri al pari dei personaggi, comunicando allo spettatore di trovarsi veramente di fronte a dei giovani adolescenti, immersi in faccende spesso più grandi di loro.
Walker Scobell è sempre più una giovane promessa mantenuta, capace di bucare lo schermo quanto basta per interpretare un Eroe di questo iconico calibro, e Leah Sava Jeffries e Aryan Simhadri sono stati entrambi delle belle scoperte, e mi auguro possano irrobustire i loro muscoli attoriali sempre più, con un’amicizia che diventi forte quanto quella dei loro personaggi.
Del resto, al loro fianco (e qui sta uno dei punti in cui davvero si è saputo ragionare sul budget, investendo bene sui volti) ci sono degli interpreti di tutto rispetto, che possono insegnare loro molto, come carisma e tenuta del palcoscenico: da Megan Mullally a Lin Manuel Miranda, da Toby Stephens a Timothy Omundson, da Jay Duplass al compianto Lance Reddick, a cui, giustamente, va la dedica nel finale, impreziosito da una delle sue ultime, sempre ottime, performance.
Gli attori chiamati ad interpretare le varie figure mitologiche brillano per carisma, permettendo all’attenzione dello spettatore di rimanere piacevolmente desta, anche quando sembra che la storia possa inciampare, incartandosi un poco in alcune situazioni, magari anche per colpa di una CGI non proprio.. beh, divina.
Sicuramente, meglio di certe altre produzioni di genere della concorrenza, ma comunque leggermente sottotono per quelli che son stati sinora gli standard di Disney+, e anche qui torniamo ai mezzi a disposizione, sfruttando il fatto che la storia, comunque sia, si svolgeva perlopiù in scenari e location reali” e non necessariamente sempre e solo fondali in computer grafica.
Così, pure la scrittura ha dovuto ragionare di pari passo, cercando di coinvolgere chi di questa storia nulla sapeva, senza perdere in logica e narrazione, ma al tempo stesso, giocando con intelligenza anche sulla consapevolezza che invece molti avevano già queste informazioni pregresse, sapevano cosa e come si sarebbero potenzialmente risolte certe situazioni, e cercando in questa complicità sia un modo per nascondere alcuni difetti sotto al tappeto, ma anche di fornire una differente prospettiva a momenti iconici.
Penso ad esempio a Medusa, e al modo in cui, in quella che sarebbe una serie per ragazzi, si sia saputo, con particolare lirica ed efficacia, includere concetti più drammatici, senza mai scadere in qualcosa di grafico o volgare, ma mettendo in bocca al personaggio dialoghi di una certa – e personalmente, apprezzata – maturità.
Così, “Il Ladro di Fulmini” mette su una base solida abbastanza per riuscire a costruire intorno a Percy un proprio personale tempio nel panorama seriale, e adattare così tutti i volumi della saga.
Questa prima stagione è un prodotto onesto, che poteva essere molto più eclatante, certo, ma che comunque può diventarlo in futuro e in potenza.
E che, lo sappiamo in cuor nostro, poteva anche essere molto, ma molto peggio, e in quel caso la cancellazione sarebbe stato non solo auspicabile, ma forse desiderata.
Sarebbe stato un peccato, e Riordan per primo, penso, non se lo sarebbe perdonato, non di sprecare una seconda occasione a cui ha personalmente e attivamente partecipato.
Perché Percy Jackson è un personaggio che ha saputo guadagnarsi il suo posto sugli scaffali, ha saputo guadagnarsi il cuore e l’affetto di una generazione di lettori e lettrici che, con passione, ne hanno seguito le gesta, ritrovando in quelle vicende un po’ di loro, guardando agli antichi Miti con occhio fresco e moderno, attuale e fantastico.
Son queste le caratteristiche che rendono Percy l’Eroe che è, e che la serie televisiva ha saputo preservare, dando loro nuova vitalità ed espressione.
Si tratta solo di crederci, il che detto di un’opera che parla di divinità suona davvero come un facile gioco di parole, ma tant’è, è proprio la convinzione in quello che si fa e che si ha davanti a trasmettere la forza di qualcosa, di qualsiasi cosa.
Anche per questo, non riesco a dare meno di quattro stelle, nella valutazione che trovate sempre in fondo al pezzo.
Potevano essere cinque, ma confido sia un voto che potrò attribuire quando ci troveremo a navigare nel “Mare dei Mostri“.
Ecco, a ben pensarci, un altro lato indubbiamente positivo di questa serie: avermi messo addosso la voglia di rileggere quei libri, tra un impegno e l’altro, ritornare su quelle pagine, immaginando magari Walker Scobell al posto di Logan Lerman mentre le sfoglio.
Tornare alla fonte, in attesa dei nuovi episodi.
E quando un adattamento ti sa trasmettere questa sensazione – e relativo consiglio per chi ancora non conoscesse gli scritti di Riordan – allora è qui che ha davvero vinto la sua Fatica più grande!
Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo
Titolo originale: Percy Jackson and the Olympians
Paese: USA
Anno: 2023
Stagioni: 1
Episodi: 8
Durata: 32-43 min (episodio)
Ideatore: Rick Riordan, Jonathan E. Steinberg
Interpreti e personaggi:
Walker Scobell: Percy Jackson
Leah Sava Jeffries: Annabeth Chase
Aryan Simhadri: Grover Underwood
Charlie Bushnell: Luke Castellan
Virginia Kull: Sally Jackson
Glynn Turman: Chirone/Mr. Brunner
Timm Sharp: Gabe Ugliano
Dior Goodjohn: Clarisse La Rue
Toby Stephens: Poseidone
Lance Reddick: Zeus
Lin-Manuel Miranda: Ermes
Jay Duplass: Ade
Timothy Omundson: Efesto
Adam Joseph Copeland: Ares
Jason Mantzoukas: Dioniso/Mr. D
Jessica Parker Kennedy: Medusa
Walker Scobell: Percy Jackson
Leah Sava Jeffries: Annabeth Chase
Aryan Simhadri: Grover Underwood
Charlie Bushnell: Luke Castellan
Virginia Kull: Sally Jackson
Glynn Turman: Chirone/Mr. Brunner
Timm Sharp: Gabe Ugliano
Dior Goodjohn: Clarisse La Rue
Toby Stephens: Poseidone
Lance Reddick: Zeus
Lin-Manuel Miranda: Ermes
Jay Duplass: Ade
Timothy Omundson: Efesto
Adam Joseph Copeland: Ares
Jason Mantzoukas: Dioniso/Mr. D
Jessica Parker Kennedy: Medusa
Doppiatori italiani:
Adriano Venditti: Percy Jackson
Anita Ferraro: Annabeth Chase
Tito Marteddu: Grover Underwood
Alessandro Pace: Luke Castellan
Angela Brusa: Sally Jackson
Stefano De Sando: Chirone/Mr. Brunner
Andrea Lavagnino: Gabe Ugliano
Silvia Alfonzetti: Clarisse La Rue
Simone D'Andrea: Dioniso/Mr. D
Adriano Venditti: Percy Jackson
Anita Ferraro: Annabeth Chase
Tito Marteddu: Grover Underwood
Alessandro Pace: Luke Castellan
Angela Brusa: Sally Jackson
Stefano De Sando: Chirone/Mr. Brunner
Andrea Lavagnino: Gabe Ugliano
Silvia Alfonzetti: Clarisse La Rue
Simone D'Andrea: Dioniso/Mr. D
Dove vederla: Disney+
Voto: