Piccolo Grande Eroe Machine Boy – Robottini coraggiosi alla riscossa!

Piccolo Grande Eroe Machine Boy è la nuova grapich novel di saldaPress dedicata a un pubblico giovane… ma che piacerà anche agli adulti! Ecco la recensione di MegaNerd!

copertina recensione machine boy saldapress

Quando ho preso in mano Piccolo Grande Eroe Machine Boy, ho pensato subito che stavo iniziando a leggere un volume per ragazzi dalla trama leggera e dai personaggi semplici. La classica lettura da spiaggia, visto anche il periodo. E invece la nuova grapich novel realizzata da Tri Vuong e Irma Kniivila per Skybound e edita in Italia da Saldapress per la linea Yaù, è un volume che piacerà anche a un pubblico più maturo. La storia emoziona, fa ridere ma anche commuovere e affronta tematiche mature (la famiglia, il lutto, l’integrazione del diverso) attraverso gli occhi (meccanici) di Machine Boy, il robottino protagonista dell’opera, dal grande cuore e coraggio che vuole a tutti i costi diventare un eroe. E pensare che l’arrivo del piccolo automa sulla Terra nel primo capitolo del volume fa pensare a tutto tranne che a un eroe! Ma andiamo con ordine e vediamo di cosa tratta esattamente Piccolo Grande Eroe Machine Boy.

 

Machine Boy: il Terminator che vuole imparare ad essere umano

Potrebbe essere un paragone forte, ma il Machine Boy che arriva sulla Terra è veramente una macchina programmata per uccidere e distruggere come il T-1000 interpretato da Arnold Schwarzenegger nei film della saga creata da James Cameron. Ma sulla sua strada si frappone Goh, detto anche “Karate nonno”, vecchio insegnante di arti marziali, uscito di casa per acquistare dei pomodori per conto della moglie Mei (anch’essa insegnante di karate) che si ritrova all’improvviso a scontrarsi con questo essere venuto dallo spazio con intenzioni tutt’altro che pacifiche e che sta radendo al suolo la città. Ed è proprio durante la battaglia che Goh, subendo un violento attacco dall’avversario, riesce ad attivare il cuore meccanico del robot affermando prima di morire “come pensavo, sei solo un bambino“. Quasi come risvegliato da un sonno profondo il robot si rende conto di cosa ha fatto… e piange la morte del povero Goh.

Da lì in poi comincia la crescita e la scoperta dell’umanità del ‘bimbo robot’, che cerca di riparare ai danni commessi, in primis portando ciò che rimane dei pomodori acquistati da Goh alla moglie del maestro di karate, e che la stessa aveva richiesto al marito per i suoi famosi ‘spaghetti e polpette’ di cui Goh andava ghiotto. Nonostante un primo momento di rabbia e rancore verso colui che ha ucciso il marito, Mei comprende che il robottino non ha un animo cattivo e decide di adottarlo a tutti gli effetti dandogli anche un nome: Machine Boy.

Passa il tempo e la donna insegna la disciplina delle arti marziali a Machine Boy ma non solo. Il robot impara piano piano a capire cosa vuol dire essere umano, va a scuola, scopre la passione della musica in particolare per gli Orphan Universe, supereroi cantanti della Terra e cerca di farsi degli amici, come Bea ragazza adolescente schiva e solitaria che però farà presto squadra con Machine Boy. Ma la giovane teenager compagna di classe del robot nasconde un importante segreto… Inoltre l’arrivo di Machine Boy sul pianeta Terra non è passato inosservato e qualcuno vuole mettere le mani sul robot per i suoi malefici scopi. Infine, il piccolo robot entrerà in contatto con un detrito spaziale che lo costringerà a fare i conti con le sue origini e lo porterà all’inizio del percorso che lo renderà l’eroe che è destinato a diventare!

Insomma, viene messa molta carne al fuoco nel primo volume di Piccolo Grande Eroe Machine Boy in quella che è senza ombra di dubbio una ‘origin story’ di un eroe non troppo convenzionale dall’animo ingenuo, puro e dall’entusiasmo infinito anche nelle situazioni più drammatiche. Machine Boy vuole riparare a quanto fatto, imparare a essere umano e aiutare sempre il prossimo a qualunque costo… proprio come Nonna Mei gli ha insegnato!

Letture seriali: Piccolo grande eroe Machine Boy

Un’opera che trae ispirazione dai grandi autori manga ma non solo…

Chi conosce le grandi opere manga, non potrà non ritrovare in Piccolo Grande Eroe Machine Boy alcuni elementi dei grandi classici della letteratura a fumetti nipponica e dei suoi massimi esponenti. In particolare il piccolo Machine Boy ricorda almeno per le fattezze e caratteristiche l’Astro Boy di Osamu Tezuka che rimane però, una sola fonte di ispirazione per i due autori Irma Kniivila e Tri Vuong. La spensieratezza e la determinazione dell’eroe del fumetto ricalcano diversi protagonisti dei più classici battle shonen (Goku, Naruto, Rufy e molti altri) e il mondo dove vengono narrate le avventure di Machine Boy, vede umani e creature antropomorfe coesistere, come visto in alcune opere manga.

Ma come detto il fumetto orientale made in Japan non è l’unica fonte di ispirazione per Irma Kniivila e Tri Vuong. L’arrivo sul pianeta Terra ricorda quello dell’infante Kal -El (il futuro Superman) a bordo di una navicella, il rapporto tra Machine Boy e la Mei richiama quello tra il Peter Parker e la Zia May di Spider-Man, così come la morte di Goh è un evento fondamentale per la maturazione di Machine Boy, quanto quella dello Zio Ben lo è per la crescita emotiva e personale di Peter Parker/Spider-Man.

Dal punto di vista artistico, diverse scene d’azione racchiudono molta dinamicità e fluidità che mi hanno ricordato a tratti le tavole di un altro grande fumettista che abbiamo conosciuto principalmente grazie a Saldapress: quel Daniel Warren Johnson autore di Murder Falcon e Do a Powerbomb (qui la recensione del volume).

L’opera comunque, indipendentemente da quali siano le sue fonti di ispirazione è molto ben congeniata. La trama di Vuong non è per nulla banale, è ben costruita e ha la capacità di riuscire a strappare un sorriso più di una volta ma anche qualche lacrimuccia in diverse occasioni. Il protagonista indiscusso è proprio Machine Boy, un personaggio che sarà capace di farvi innamorare di lui per la sua personalità, sincerità e positività in tutto quello che fa comportandosi come un vero bambino alla scoperta del mondo che lo circonda. Perché non va dimenticato che lui è, sì, un robot, ma un robot bambino.

Coadiuvato anche dai bei disegni della Kniivila, Piccolo Grande Eroe Machine Boy è divertente, spettacolare e ricco di azione che scorre dalla prima all’ultima pagina che è un piacere.

Machine Boy: il piccolo grande eroe di Tri Vuong e Irma Kniivila - Crazy Comics And Games

Conclusioni

Piccolo Grande Eroe Machine Boy è il classico fumetto ‘per tutte le taglie’ che cerca di accontentare un pubblico molto vasto. Sarà apprezzato dai papà e dalle mamme così come dai figli e dalle figlie. Piacerà agli amanti dei manga ma anche a quelli dei comics. È sicuramente un fumetto che non annoia e che gli autori hanno realizzato con intelligenza, passione e amore. Ovviamente la storia non si chiude con questo volume che all’ultima pagina dell’ultimo capitolo ci lascia con il più classico dei “To be continued“. Diversi sono i punti lasciati in sospeso (soprattutto riguardo il passato e la provenienza del protagonista) e che speriamo vengano chiariti nei prossimi volumi di Machine Boy.

Insomma, se non si fosse capito Piccolo Grande Eroe Machine Boy è senza ombra di dubbio un convincente ‘pollice in su’!

Piccolo Grande Eroe Machine Boy

Piccolo Grande Eroe Machine Boy

Autori: Irma Kniivila, Tri Vuong
Formato: 14x21; B. con sovracoperta; 192 pagine a colori
Editore: saldaPress
Dove trovarlo: Fumetteria, libreria, store online
Prezzo: € 18,00
Voto:

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Doc. G

Il mio nome e' Doc. G , torinese di 36 anni lettore compulsivo di fumetti di quasi ogni genere (manga, italiano, comics) ma che ha una passione irrefrenabile per Spider-Man! Chi è il miglior Spider-Man per me? Chiunque ne indossi il costume.

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