Abbiamo avuto l’opportunità di vedere in anteprima Povere Creature!, il nuovo film firmato Yorgos Lanthimos con Emma Stone, Mark Ruffalo, Willem DaFoe, Ramy Youssef e Margaret Qualley, che arriva il 25 gennaio 2024 in tutti i cinema. Nella nostra recensione vi spiegheremo perché dovreste correre al cinema a vederlo
Povere Creature! (titolo originale Poor Things!) è un adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo dello scrittore Alasdair Gray ed è diretto dal regista greco Yorgos Lanthimos.
Ambientata nella Londra vittoriana, la storia inizia con una giovane una donna (Emma Stone), che decide di farla finita buttandosi da un ponte. A trovarla sarà il Dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe), che compie un esperimento per riportarla in vita, dandole il nome di Bella Baxter e impiantandole il cervello del neonato che portava in grembo. La giovane donna comincia immediatamente a riscoprire le proprie funzioni vitali e, per monitorare i suoi progressi, Godwin chiede aiuto a un suo giovane studente, Max McCandles (interpretato da Ramy Youssef), il quale comincia a studiare giornalmente i suoi comportamenti. Ben presto, grazie ai suoi celeri sviluppi, la protagonista sviluppa una grande curiosità per il proprio corpo e ciò che la circonda, ed emerge la sua voglia di esplorare il mondo. La pellicola, divisa in capitoli, segue quindi il percorso di crescita, consapevolezza e scoperta di Bella alla ricerca della sua identità.
Poor Things! infatti si conferma innanzitutto come un racconto di formazione ed emancipazione femminile. È Il racconto di una donna che sfugge alle regole della società, esplorando il sesso senza tabù e ricercando la propria strada personale senza alcun limite. Non ha paura degli occhi delle persone per strada, di dire qualcosa di “socialmente inaccettabili” o di ballare freneticamente in mezzo a degli sconosciuti: è curiosa e priva di qualsiasi filtro.
Tra numerosi fish-eye, zoom fulminei sui volti dei personaggi e svariate sequenze in cui la camera li segue lungo i corridoi e all’interno delle stanze, Lanthimos punta una lente d’ingrandimento su questo processo di consapevolezza interiore di Bella e sull’esplorazione del mondo circostante, guidando gli spettatori in questa scoperta graduale insieme alla protagonista. La pellicola è anche caratterizzata da cambiamenti di colore: agli esordi della sua rinascita infatti, le vicende sono raccontate in bianco e nero, successivamente diventano a colori quando Bella parte per il suo viaggio esplorativo.
Non passa inosservata la caratterizzazione dei personaggi maschili: Bella è infatti circondata da uomini autoritari e manipolatori. Lo stesso Godwin, il dottore che l’ha portata in vita, prende decisioni al suo posto e vuole darla in sposa a Max per limitare il suo autoerotismo. O Duncan (Mark Ruffalo), l’avvocato con cui lei inizia un viaggio intorno al globo, è un personaggio meschino, ogni suo difetto e sfumatura caratteriale viene ridicolizzato fino all’eccesso, e cerca continuamente di rimproverarla, manipolarla e instillarle dubbi e sensi di colpa; e quando non ottiene successo, va su tutte le furie. O ancora, Alfie, suo ex marito, che tenta di controllare la sua vita sessuale. Ognuno di loro, seppur in modo diverso, cerca di avere il dominio sulla sua vita, sul suo corpo e sulla sua mente. Bella, mano a mano che prende consapevolezza, si oppone fermamente a queste dinamiche.
“Le erano successe tante cose straordinarie che Alice cominciava sul serio a credere che per lei non ci fossero cose impossibili.” questa citazione di Alice nel Paese delle Meraviglie potrebbe aiutare alla comprensione del personaggio di Bella Baxter, una donna in continua evoluzione e conoscenza. Proprio come Alice infatti, Bella, lungo il suo tortuoso cammino, scopre dinamiche sociali che le erano ignote, comprende il proprio valore ed incontra molti personaggi bizzarri e grotteschi, alcuni dei quali dovrà tenere a debita distanza.
Nonostante il film inizi in una Londra vittoriana, non è ben definito il periodo storico in cui le avventure di Bella prendono piede. Ed ecco anche il motivo per cui Povere Creature! è una storia che risulta estremamente contemporanea. Da Londra a Lisbona, al viaggio in nave fino ad Alessandria e poi a Parigi, gli ambienti in cui si sviluppano le vicende mescolano uno stile passato ad elementi moderni o addirittura futuristici, richiamando la malleabilità, l’oniricità e il surrealismo dei quadri di Salvador Dalì. Anche i costumi contribuiscono a suscitare la stessa impressione, con abiti distintamente ottocenteschi, contraddistinti da maniche a sbuffo predominanti, accostati a dettagli che evocano le attuali passerelle delle sfilate.
In conclusione, l’ultimo lavoro di Lanthimos è capace di portare sullo schermo una storia di crescita, consapevolezza ed emancipazione femminile confezionata in spazi evocativi e grotteschi in cui emergono anche le virtù e i vizi dell’animo umano. Nonostante si distacchi dal precedente titolo La Favorita (sempre con Emma Stone come protagonista), le due pellicole condividono la stessa volontà di rappresentare una donna nella sua scalata personale verso il successo e la sua rivalsa nei confronti della società.
Povere Creature!
Emma Stone: Bella Baxter
Mark Ruffalo: Duncan Wedderburn
Willem Dafoe: dott. Godwin Baxter
Ramy Youssef: Max McCandless
Jerrod Carmichael: Harry Astley
Christopher Abbott: Sir Aubrey de la Pole Blessington
Margaret Qualley: Felicity
Kathryn Hunter: Swiney
Domitilla D'Amico: Bella Baxter
Riccardo Rossi: Duncan Wedderburn
Mario Cordova: dott. Godwin Baxter
Raffaele Carpentieri: Harry Astley/b>