Abbiamo visto il nuovo film in CGI ispirato al celebre franchise videoludico Capcom e distribuito direct-to-video. Cosa ne pensiamo? Mettevi comodi e godetevi la recensione di Resident Evil: L’Isola della Morte!
Non è certo un mistero l’affezione che il sottoscritto ha per la saga di Resident Evil, tanto da scriverne uno speciale tempo fa, un’ampia panoramica su quasi tutto il franchise, comprese le pellicole cinematografiche.
Da vero appassionato ho giocato tutti i videogames e visto tutti i discutibili film (il capostipite di Paul W.S. Anderson, che ha dato inizio alla saga al cinema, è figo però), compresi quelli in CGI.
Ebbene, proprio nel mese di agosto, quando tutti si godono le meritate vacanze, ecco che la saga targata Capcom si arricchisce di una nuova pellicola in computer grafica: Resident Evil: L’isola della morte (Resident Evil: Death Island). Distribuito direttamente in home video, il film è di fatto il quarto capitolo animato canonico, aggiungendosi a Degeneration, Damnation eVendetta.
Nella time line ufficiale si colloca tra il sesto (da cui riprende atmosfere e scene d’azione tamarre) e il settimo capitolo videoludico, ponendosi come seguito diretto di Vendetta, con cui presenta vari punti di connessione.
La trama vede lo storico Leon S. Kennedy sulle tracce di uno scienziato della Darpa rapito da una misteriosa organizzazione. Le sue indagini andranno ad incrociarsi con quelle di Claire Redfield (alle prese con un mostruoso pesce che sta uccidendo le balene nella baia), e con una misteriosa epidemia zombie fronteggiata da Chris Redfield e Jill Valentine, supportati da Rebecca Chambers, in un percorso che li porterà fino ad Alcatraz (L’isola della morte del titolo), che ospita la celeberrima prigione ormai in disuso in quel di San Francisco, diventata covo di mostruosità genetiche di ogni sorta.
La pellicola riunisce infatti tutti i protagonisti più importanti e amati finora apparsi nella saga videoludica (manca per ovvi motivi Ethan Winters, protagonista del settimo capitolo videludico), tanto da poter essere definito come l’Avengers di casa Capcom. Il che forse non è propriamente un bene, dato che la trama, a tal proposito, diventa solo un pretesto per mettere in scena tanto fan-service e diverse acrobazie stilose.
Vero che il soggetto non si discosta troppo da ciò a cui i videogiochi ci hanno abituato, con i nostri eroi anteposti alle solite armi biologiche e boss finale mutato, ma la struttura comincia a stancare, tanto che a volte sembra di assistere a mere sequenze cinematiche dove mancano le parti in cui collegare il joypad e farsi una partita.
La regia di Eiichirô Hasumi è certamente in linea con quella degli altri film animati, benché ancora più votata all’azione e ben supportata da una resa visiva valida quanto (se non di più) le precedenti produzioni audiovisive di Capcom, compresa la serie Netflix Infinite Darkness.
Dove pecca è proprio nella sceneggiatura e in uno sviluppo narrativo fin troppo frettoloso, contornato da un intreccio poco interessante che non aggiunge davvero nulla alla story line ufficiale. Se non fosse per la presenza ei nostri beniamini, Leon, Chris, Jill, Claire, Rebecca, sarebbe un film muscolare come un altro, in cui ci sono tanti tizi armati fino ai denti che uccidono mostri. In realtà, causa anche la presenza massiccia di tutti questi personaggi, nessuno di loro è caratterizzato adeguatamente. L’unico che ha un background appena accennato, ma che comunque contribuisce ad una maggiore caratterizzazione, è proprio Jill (che si presenta con le fattezze del remake del terzo gioco), ancora traumatizzata dal condizionamento mentale perpetrato dal malvagio Albert Wesker nel quinto capitolo videoludico, svelando chi sia la vera protagonista di questa pellicola. Detto ciò, potrebbe essere uno dei tanti film d’azione con The Rock e non percepiremmo la differenza.
L’antagonista di turno, Dylan Blake, purtroppo è solo l’ennesima proposizione carta carbone dei tanti cattivi che lo hanno preceduto, la cui presenza non aggiunge nulla alla lore generale. Il personaggio è lontano anni luce anche solo dal fascino di Glenn Arias (che ugualmente non spiccava per originalità), villain del precedente Vendetta. Le motivazioni di Blake (che preferiamo non spoilerare) sono abbastanza risibili, tanto da risultare patetiche all’interno della narrazione, neppure una gran minaccia per gli eroi in scena. Questo non vuol dire che non abbia dei risvolti interessanti, basti pensare che i fantasmi del suo passato lo portano a giocare con la sua stessa vita, ma il tutto è troppo raffazzonato e sbrigativo per poter apparire realmente intrigante.
Per quanto riguarda audio e doppiaggio, risulta molto buona l’edizione inglese dove è stato riunito tutto il cast dei doppiatori originali proveniente dal videogioco, compreso lo storico Metthew Mercer su leon, il quale sostituisce Nick Apostolides (diventato il nuovo doppiatore dell’integerrimo agente da Resident Evil 2 remake). Tornano poi Kevin Dorman su Chris Redfield (da The Umbrella Chronicles), Nicole Tompkins dal remake di Resident Evil 3 su Jill, Stephanie Pasaniello (dal remake del 2) su Claire. Chi è abituato alle voci inglesi e conosce a menadito tutti i doppiatori statunitensi, non resterà sicuramente deluso.
Appaiono invece curiose alcune scelte dell’edizione italiana, dove solo Leon e Hunnigan vantano le stesse voci dei videogames, ovvero Alessandro Rigotti e Cinzia Massironi (che ormai doppiano dal lontano 2012, benché quest’ultima sia stata sostituita da Francesca Tretto nel remake del quarto capitolo videoludico). Una selezione altrettanto curiosa è Stefano Crescentini (voce italiana di Robert Pattinson) su Chris, che va a sostituire Maurizio Merluzzo da Vendetta (e Claudio Moneta nei videogiochi), la cui vocalità leggera stona un po’ sul granitico militare. Eva Padoan è Jill (Debora Magnaghi nei videogiochi), mentre torna Rossella Acerbo su Claire dal film Degeneration (sostituendo Emanuela Pacotto dalla saga videoludica).
Giunti alla fine e traendo le dovute conclusioni, questo Resident Evil: L’isola della morte, sembra fare le veci di un film da sabato pomeriggio da vedere in compagnia, dove un mucchio di eroi le danno di santa ragione a dei mostroni giganteschi, senza offrire niente che vada oltre lo spettacolo visivo e il puro fan-service. Troppo poco, però, per farne una pellicola degna di nota. Il tutto sembra realmente solo un’operazione commerciale acchiappa fan che non regge il confronto neppure con il meno riuscito dei capitoli videoludici (o live action). Speriamo altresì che Capcom, al prossimo film animato, decida di virare maggiormente verso l’horror ispirandosi ai primi mitici titoli (almeno al settimo) e di riuscire a dare al pubblico una pellicola adeguata al leggendario nome che porta.
Per chi fosse interessato, si può acquistare Resident Evil. L’isola della morte in DVD e Bluray su ogni store, compreso Amazon, oppure noleggiarlo su Prime e YouTube.
Voi lo avete già visto? Cosa ne pensate? Fatecelo sapere in un commento così da poterne parlare insieme.
Resident Evil: L'isola della morte
Nicole Tompkins: Jill Valentine
Kevin Dorman: Chris Redfield
Matthew Mercer: Leon S. Kennedy
Stephanie Panisello: Claire Redfield
Erin Cahill: Rebecca Chambers
Salli Saffioti: Ingrid Hunnigan
Cristina Vee: Maria Gòmez
Daman Mills: Dylan Blake
Frank Todaro: Antonio Taylor
Lucien Dodge: JJ
Personaggi e doppiatori italiani
Eva Padoan: Jill Valentine
Stefano Crescentini: Chris Redfield
Rossella Acerbo: Claire Redfield
Alessandro Rigotti: Leon S. Kennedy
Cinzia Massironi: Ingrid Hunnigan
Myriam Catania: Maria Gòmez
Gabriele Sabatini: Dylan Blake
Oreste Baldini: JJ