Con Roaming le cugine Tamaki tornano a deliziarci con il racconto di tre ragazze in vacanza a New York. Questa è la nostra recensione
New York è un posto incredibile. Ci puoi trascorrere cinque giorni ma comunque vivere le esperienze che in ogni altra parte del mondo riusciresti a fare in un anno. È la città del where dreams are made of, il luogo perfetto per sentirsi liberi. Qui Zoe, Dani e Fiona, le protagoniste di Roaming, decidono di trascorrere i giorni dello Spring Break. Sono al primo anno di college e visitare la città che non dorme mai è soprattutto il sogno di Dani. Lei e Zoe sono migliori amiche, divise dalla scelta del percorso di studi e qui finalmente riunite. Fiona studia con Dani e secondo lei è pazzesca, la terza compagna perfetta per dei giorni che si preannunciano indimenticabili.
Roaming – La nostra recensione
Roaming si presenta così, come un assalto vorace della città che vuoi vedere da sempre, che riconosci perché è la scenografia viva dei film che ami di più, delle tue serie TV preferite e che riesce continuamente a soddisfarti con quello che vuoi, anche di più. La pizza è gigante, il caffè incredibilmente bollente, i musei proprio fuori le uscite delle metro pronti ad ospitarti se piove a dirotto.
In Roaming c’è New York e poi?
Poi ci sono le ragazze. Belle, uniche e libere, anche di costruire gabbie dorate dove nascondersi quando serve. Dopotutto quelli bravi dicono che a volte la libertà non è altro che una qualità dell’immaginazione.
Roaming è l’ultimo lavoro pubblicato da Bao Publishing delle cugine Tamaki, coppia il cui curriculum artistico fa davvero impallidire. Jillian è l’autrice dei graphic novel vincitori del premio Eisner, SuperMutant Magic Academy e Senza limiti. Mariko ha vinto il premio Eisner come “miglior scrittrice” per Laura Dean continua a lasciarmi, co-creato con Rosemary Valero-O’Connell. Insieme, le cugine Tamaki hanno realizzato i graphic novel SKIM ed E la chiamano estate.
Viste le premesse, da Roaming ci si aspetta davvero tanto, come dal viaggio che sogni di fare da tempo. Sarà proprio così, un viaggio indimenticabile anche se incredibilmente diverso da come lo avevi immaginato. Come mai?
Ebbene, perché Roaming è la prima volta che lo leggi, ti aspetti una storia inedita e invece è impossibile non ritrovarcisi dentro.
A volte perdersi tra le vie di una città che non conosci è un po’ come abbandonarsi a quei pensieri che solitamente provi a nascondere sotto il mucchio della routine che in un posto nuovo sei costretto a interrompere. E se ci prendi gusto, riesci a mostrarti per quello che sei.
Ecco, con Roaming si avverte la strana sensazione di esserci passati per quell’abbandono, che le pagine provengano dai ricordi di quelle vacanze dove programmi tutta la teoria e poi ti ritrovi a viverle e ovviamente cambia tutto, come il tempo; come l’umore degli esseri umani.
Zoe, Dani e Fiona sono umorali e sono così vere mentre hanno il timore di attivare il traffico dati dei telefoni, quando il loro sguardo si concentra sulla fermata della metro per non sbagliare strada o passano ore in quel negozio che nella piccola città di periferia non esiste.
E lo sono altrettanto quando abbandonano la rigidità per mostrarsi insicure sul percorso di studi che hanno scelto, preoccupate per la solidità dei loro rapporti o, come per Fiona, quando le corazze che indossano si sgretolano di colpo.
C’è un trasporto emotivo travolgente quando si legge Roaming, pieno di empatia e sincero affetto per le protagoniste, tutte e tre indistintamente, come una comprensione totale per la loro genuina inquietudine che arriva a farci desiderare che non si facciano male quando decidono di esporsi.
Molto dell’inevitabile trasporto è dovuto al disegno di Jillian Tamaki, quasi musicale. Le linee sono armoniche e non incontrano spigoli come a voler mettere a fuoco un flusso continuo del pensiero delle ragazze; i loro volti assorbono gli umori della città assecondandoli. I colori “pastellati” delle tavole mettono in risalto la luce su tutto. Sicuramente ogni lettore troverà quella tavola che lo catturerà più di altre creandosi in Roaming una personale pausa dal “vagare” verso la fine del viaggio (io sono pazza per il Flatiron Building che sconfina come una pianta di fagioli magici e per Fiona che pone in cima a una collina di sacchi della spazzatura il bicchiere del caffè).
Un racconto che riesce ad essere di tutti ha fatto centro. Con la sua apparente semplicità Roaming crea un legame forte mentre ci fa intromettere nella vita di altri così simile alla nostra. Roaming lascia addosso una sensazione intensa di vissuto sincero, come lo zaino alla fine di un viaggio. E proprio lì, quando tutto si è appena concluso, lo guardi e non vedi l’ora di ripartire.
Se volete un piccolo assaggio di Roaming, il sito di Bao Publishing offre una corposa preview.