Abbiamo visto in anteprima Saw X, decimo capitolo del noto franchise horror, si colloca tra il primo, Saw – L’enigmista e il secondo, Saw II – La soluzione dell’enigma, riportando in scena John Kramer/Jigsaw, interpretato dall’iconico Tobin Bell. Questa è la nostra recensione senza spoiler
Questo nuovo, decimo capitolo del noto franchise horror, si colloca tra il primo, Saw – L’enigmista e il secondo, Saw II – La soluzione dell’enigma, riportando in scena John Kramer/Jigsaw, interpretato dall’iconico Tobin Bell (morto alla fine di Saw III – L’enigma senza fine).
Kramer, affetto da un cancro in stadio avanzato, per lenire le sofferenze (assurdo a dirsi per uno che con la sofferenza ci va a braccetto) mentali più che fisiche, della malattia, si trova a frequentare un gruppo di supporto per malati di cancro. Rassegnato al triste destino che lo attende da lì a pochi mesi, un giorno si imbatte in uno dei membri del gruppo, trovandolo in gran forma. Scopre quindi l’esistenza di un trattamento salvavita – non approvato negli Stati Uniti – a cura di un medico norvegese. Spinto da un barlume di speranza, John decide di contattare la figlia del medico in questione, Cecilia, dottoressa a sua volta (Synnøve Macody Lund), che lo invita a raggiungerla in Messico, dove, con l’ausilio della sua equipe, lo sottoporrà a un delicato intervento per rimuovere il tumore con successiva assunzione del miracoloso farmaco. Tutto questo nel più assoluto riserbo, naturalmente.
Ma che succede nel momento in cui tutto si rivela una colossale truffa orchestrata nei minimi dettagli? Se l’uomo truffato è John Kramer, le conseguenze sono facilmente immaginabili e, nessuno, ma proprio nessuno, vorrebbe trovarsi nei panni dei furbastri che hanno provato a fregarlo. Lista tra l’altro considerevole, viste le persone implicate.
La prima parte della storia scorre liscia, senza dettagli cruenti (o quasi), incentrata sulla rassegnazione di un uomo verso l’inevitabile morte che lo attende. Appare quasi uno di quei film drammatici impegnati, volti a smuovere la sensibilità dello spettatore.
Quasi.
Nella seconda parte – che ahimè, non gode di alcun effetto sorpresa – la situazione si ribalta e Saw torna a essere ciò che è: una sadica corsa contro il tempo a suon di torture inimmaginabili, orchestrate con una crudeltà sconvolgente, per riuscire ad avere salva la vita. Magari con una gamba in meno, un occhio aspirato via, la pelle ridotta a un ammasso di pustole purulente, ma comunque, l’importante è superare le prove!
Il film vira nettamente, sottoponendo lo spettatore – e i personaggi – a una serie di atrocità per stomaci forti, a getto continuo, senza soste né rallentamenti di sorta.
Tuttavia, nonostante la crudeltà, Jigsaw riesce ad apparire un personaggio “giusto” e in qualche modo, buono. Insomma, si finisce per tifare per lui, perché la vera crudeltà è ingannare la povera gente malata. E su questo, non vi è alcun dubbio.
L’aspetto umano e fragile di questo oscuro personaggio – malato non solo nel corpo – emerge senza argini, regalandoci un aspetto inedito di questo amabile villain. È doveroso ricordare che nel terzo e sesto capitolo, il tentativo di umanizzare Kramer era già stato fatto, stavolta però l’operazione è perfettamente riuscita. Tobin Bell – magnifico – cattura l’attenzione dello spettatore, mostrando la vulnerabilità di quest’uomo, la sua tristezza, la sua paura di morire. E nella sua distorta e severa visione, gli enigmi e le trappole non rappresentano una punizione, ma una sorta di riabilitazione, un vero e proprio processo rieducativo. A tal proposito, Kevin Greutert (regista anche del sesto capitolo), su soggetto e sceneggiatura di Josh Stolberg, Peter Goldfinger, sottolinea l’aspetto umano e fragile di Jigsaw/Kramer, rappresentandolo non propriamente come un mostro, ma come uno che ha dei sentimenti, una propria morale e che si preoccupa per il prossimo, persino.
Un uomo che non ci sta a morire e che ancor meno ci sta a perdonare coloro che lo hanno ingannato, che gli hanno fornito false speranze di lunga vita. Che poi, seriamente, chi di noi inghiottirebbe di buon grado un boccone tanto amaro? A questo punto chi è il vero mostro? Non sono più crudeli gli impostori che si approfittano della sofferenza e della disperazione altrui?
E quindi, Jigsaw, un poco ti si comprende anche, vecchio mio.
Una parola per Tobin Bell, attore purtroppo sottovalutato. Nessuno, e dico nessuno, può sostituirsi a lui nel ruolo dell’enigmista. Qualsiasi sostituzione futura sarà ritenuta inaccettabile.
Quando il volto è quello giusto, non si può cambiare (come Freddy Krueger ci insegna) quindi, che in futuro sia scomodato solo per dei flashback o roba simile, vogliamo comunque lui.
Il nostro crudele, amabile e – ora lo sappiamo – umano, Jigsaw.
Saw X
Tobin Bell: John Kramer / Jigsaw
Synnøve Macody Lund: Dott. Cecilia Pederson
Shawnee Smith: Amanda Young
Steven Brand: Parker Sears
Michael Beach: Henry Kessler
Costas Mandylor: Mark Hoffman
Renata Vaca: Gabriela
Paulette Hernandez: Valentina
Octavio Hinojosa: Mateo
Joshua Okamoto: Diego / Dr. Cortez
Jorge Briseño: Carlos
Donagh Gordon: Finn Pederson