È arrivata su Netflix la serie TV in 8 episodi “Scott Pilgrim Takes Off”, nuovo adattamento per il colosso dello streaming della serie a fumetti Scott Pilgrim. Dopo il film del 2010, la nuova versione animata si concede qualche licenza senza rinunciare ad una freschezza narrativa che sembra appartenere naturalmente ai personaggi di Bryan Lee O’Malley
Immaginate di incontrare la ragazza dei vostri sogni. Letteralmente: la ragazza che vi appare, quasi misticamente e molto spesso in sogno, una persona mai vista prima né tantomeno conosciuta vi si palesa davanti agli occhi (in una festa dove vi siete imbucati). Cercate di rompere il ghiaccio chiedendole se è in fila per fare pipì o se ha visto Sonic the Hedgehog.
È magia… oppure un grosso piano malefico che non riuscite a scorgere.
Questo è, tutto sommato e al netto di una forte carica umoristica da teen-comedy, l’incipit di Scott Pilgrim, serie a fumetti canadese pubblicata in sei volumi in bianco e nero tra il 2004 e il 2010. L’opera è di Bryan Lee O’Malley, che per l’anime ha ricoperto il ruolo di produttore esecutivo, sceneggiatore e showrunner. In Italia è stata pubblicata da Rizzoli Lizard nel 2010 mentre una più recente edizione a colori risale al 2017.
E piuttosto fedelmente è anche l’inizio dell’omonimo film “Scott Pilgrim vs. The World“, ad opera di Edgar Wright con Micheal Cera nei panni del protagonista. La pellicola è divenuta, soprattutto nel corso degli anni successivi e nonostante l’ottimo riscontro iniziale della critica, una delle più amate della cultura pop dell’ultimo decennio.
Ora, non c’è due senza tre e così comincia anche Scott Pilgrim Takes Off, la serie animata approdata su Netflix in 8 episodi che, dell’opera di O’Malley, rappresenta il nuovo adattamento. E un adattamento nuovo che ripropone il cast del film in sala di doppiaggio. Ecco quindi Michael Cera (Scott Pilgrim), Mary Elizabeth Winstead (Ramona Flowers), Satya Bhabha (Matthew Patel), Kieran Culkin (Wallace Wells), Chris Evans (Lucas Lee), Anna Kendrick (Stacey Pilgrim), Brie Larson (Envy Adams), Alison Pill (Kim Pine), Aubrey Plaza (Julie Powers), Brandon Routh (Todd Ingram), Jason Schwartzman (Gideon Graves), Johnny Simmons (giovane Neil), Mark Webber (Stephen Stills), Mae Whitman (Roxie) ed Ellen Wong (Knives Chau). La regia è stata affidata a Abel Gongora.
Chi vi scrive è un grande fan del film e l’annuncio di questa nuova opera per il piccolo schermo non poteva non catturarne l’attenzione accompagnata dal naturale ed inevitabile quesito che, in circostanze come questa, diventa quasi esistenziale: ne sentivamo il bisogno? Come rendere qualcosa di già trasposto e trasdotto per un medium diverso, con il film di Wright che riesce perfettamente nell’intento, nuovamente accattivante?
Domande, a priori, legittime che – ci scommetto – saranno sorte nella mente di ognuno di voi fan “di-vecchia-data”. Ma altrettanto certamente – ci scommetto anche qui – ogni dubbio sarà stato spazzato via dopo la visione.
Proviamo ad andare con ordine: primo punto a favore, l’animazione. Nella production room, O’Malley, Wright e i capoccia Netflix si saranno chiesti proprio come noi come fare per rendere il nuovo adattamento accattivante. «Facciamolo animato», avrà risposto qualcuno. Bene, idea perfetta: affidata l’animazione allo studio Science SARU, Scott Pilgrim Takes Off porta su schermo il character design del fumetto originale (che in generale nei live action, per quanto fedele, non potrà mai essere perfettamente identico) e, in un certo senso, ne recupera così anche la cifre stilistica più autentica: combattimenti senza esclusione di colpi, onomatopee in sovraimpressione, espressioni portate all’estremo.
Passiamo, quindi, al linguaggio di questo adattamento nuovo: l’animazione giapponese, in termini di realizzazione ed ispirazione, di Takes Off permette a Netflix di rivolgersi ad un pubblico molto più ampio. Dal film di Wright sono ormai passati 13 anni e, tra l’avvento dello streaming e la fruizione di contenuti sempre maggiore e veloce, la piattaforma della N rossa aggancia almeno due nuove generazioni di spettatori. Il “cartone animato” ha sempre il suo fascino sui bambini e, grazie alla riproposizione del design originale dei personaggi, dalle linee morbide e i volti accoglienti, con tutta probabilità anche i più piccoli avranno preso visione di Takes Off (in Italia, un po’ banalmente, La Serie) o, quantomeno, avranno possibilità di farlo.
Inoltre, il mezzo grafico ha permesso di variegare la sceneggiatura che implementa, senza paura di essere tacciata di incoerenza, forti elementi fantascientifici dal peso specifico determinante: canali sub-spaziali, portali spazio-temporali, viaggi nel tempo e multiverso (anche metanarrativo), nonché easter egg appartenenti alla cultura pop contemporanea – dagli X-Men a Neon Genesis Evangelion. Tutto perfettamente inserito e coerente nella trama.
Eccoci dunque al nocciolo della questione, il contenuto.
Al centro della vicenda c’è Scott Pilgrim, un ragazzo di 23 anni che vive – a scrocco – nella casa di Wallace, coinquilino dichiaratamente gay. Suona il basso nei Sex Bob-omb con Stephen e Kim, sostenuti dal Giovane Neil e sogna spesso una ragazza che non ha mai visto prima finché, appunto, non la incontra ad una festa. Ramona Flowers consegna DVD e Blu-Ray a domicilio per – indovinate un po’ – Netflix (qui opportunamente modificato rispetto all’originale Amazon) su dei pattini a rotelle che sembrano lasciare una scia lucente dietro di lei. Scott tenta di forzare un po’ il destino, riesce ad uscire con Ramona e, addirittura, a far scoccare la scintilla ma… per poter uscire ufficialmente con lei dovrà affrontare la Lega dei 7 Malvagi Ex di Ramona. Scott sarà costretto a combattere, senza esclusione di colpi, i partner del passato della misteriosa ragazza, uno dopo l’altro.
Fin qui, come detto in apertura, si ritrovano fumetto, film e serie TV. Ed è ciò che vi basta sapere per proseguire la visione, non trovate?
Perché, anche se sembra già tutto scritto, è proprio questo nuovo adattamento Netflix che spariglia le carte in tavola, con un semplice escamotage narrativo (che giustifica, sul lungo, anche il cambiamento di titolo) perfettamente funzionale a rinnovare la mitologia di questi personaggi, riproponendoli in una storia nuova e senza farli risultare ripetitivi, fino a riscriverne le reciproche dinamiche.
Gli otto episodi, dunque, sono un susseguirsi di azione, di scontri alla Street Fighter e Dragon Ball Z con grafiche videoludiche ad aprirli e una piccola ma significativa catarsi per i lottatori a chiuderli. Ogni personaggio apparentemente secondario, dagli amici di Scott, agli stessi “villain”, a quelli che rimangono sullo sfondo, hanno modo di prendersi la scena e risultare – come mai fatto prima – estremamente tridimensionali.
Lo scontro fisico, sempre ricco di virtuosismi grafici e carichi di umorismo, è più che mai metafora di confronto interiore: con il passato, con le scelte fatte, con le persone incontrate e lasciate andare. È l’atto vigoroso e dirompente tramite il quale entrambi i contendenti prendono consapevolezza di (una parte di) ciò che sono (diventati).
In particolare, Ramona non ha più una semplice e favolistica funzione di oggetto del desiderio ma si trasforma – ancora meglio che nel film – in vera eroina che riesce ad autodeterminarsi fino ad abbracciarsi completamente e consapevolmente.
Scott Pilgrim Takes Off è una serie TV gattopardiana: cambia tutto per non cambiare niente. Ma senza una visione cinica e rassegnata, anzi. La serie Netflix ha una messa in scena rinnovata ma che preserva lo spirito autentico della creazione di O’Malley – un racconto d crescita e formazione tardo-adolescenziale.
Non c’è più solo Scott contro il mondo (scelta saggia e giustificata cambiarne il titolo), ma ogni personaggio ha il proprio mondo da affrontare: di paure, di cambiamenti, di un passato ingombrante, di un futuro sperabilmente luminoso.
Scott è un eroe atipico eppure così tradizionale: l’outsider che ci riesce, il nerd che spacca i culi ma anche il ragazzo che, ben presto, dovrà accorgersi che la vita – e in questo caso l’amore – non sono come le missioni di un videogame. Non basta raggiungere l’ultimo livello e sconfiggere il boss finale per avere il lieto fine. È probabilmente solo quando si arriverà ad ottenere quel “premio” tanto agognato che si dovrà continuare a lottare, abbandonando però ogni velleità di scontro fisico e, piuttosto, aprendosi, ascoltando, cercando di comprendere l’altro.
Magari, poi, anche senza lieto fine, quella scalata diventerà una bella storia da raccontare in una pièce teatrale, in un film per il cinema o, chissà, in qualche altro mondo, in un fumetto.
Con i riuscitissimi cambiamenti, sull’onda lunga del successo del fumetto – prima – e del film – poi -, è probabile che Scott Pilgrim Takes Off, grazie alla potenza di Netflix, possa diventare cult in un tempo più breve rispetto a quello necessitato dal precedente adattamento; rinnova la lore dei suoi protagonisti senza snaturarla, anzi, offrendo una nuova opera ed un nuovo punto di vista che ne espandono la mitologia ma conservano il messaggio di fondo – forse rendendolo ancora più esplicito: prima di inseguire qualcun altro, che vi chiamate Scott o Lucas o Gordon o Roxie siate, innanzitutto e soprattutto, la Ramona Flowers di voi stessi.