Edizioni BD porta in Italia le storie che hanno ispirato la serie TV Stumptown: il primo arco narrativo è stato raccolto in un bellissimo volume brossurato, realizzato da Greg Rucka (testi) e Matthew Southworth (disegni), con i colori di Lee Loughridge e Rico Renzi
C’è poco da fare: Greg Rucka, su un certo tipo di storie, riesce a dare veramente il massimo.
Lo scrittore che ci ha regalato la versione moderna di Batwoman, oppure la splendida serie Gotham Central per la DC Comics (decisamente troppo sottovalutata), torna alle storie dal taglio hard boiled che tanto bene gli riescono, facendoci immergere nel confuso e sgangherato mondo di Dex Parios, la titolare della Stumptown Investigations.
Ad illustrarlo c’è Matthew Southworth, disegnatore che sicuramente non ruba l’occhio, ma che si dimostra davvero molto adatto a questo tipo di racconto, che non ha bisogno di particolari introduzioni, ma che si svela pian piano nel corso della narrazione. Lo stile di Rucka è talmente chiaro che preferisce catapultarci subito nel cuore della vicenda, senza inutili preamboli: inquadriamo subito il carattere della protagonista (che in alcuno tratti mi ha ricordato Jessica Jones della Marvel), un’investigatrice brillante dal passato (e dal presente) piuttosto difficile, anche per via della sua innata indole a cacciarsi nei guai peggiori. Ci troviamo di fronte a una donna risoluta, ma certamente non proprio fortunata: dopo aver perso una considerevole somma di denaro al casinò di Portland, si ritrova costretta ad accettare un caso di (probabile) rapimento per saldare il suo debito.
A “incaricarla” sarà proprio la proprietaria del casinò, che preoccupata dall’improvvisa sparizione di una delle sue nipoti, chiede a Dex di ritrovarla. Per la nostra protagonista questa richiesta sembra piuttosto facile, così come la soluzione del caso: si tratta di una fuga d’amore, rintracciare la ragazza sarà come bere un bicchiere d’acqua, con il bonus del debito cancellato e soldi cash per le spese quotidiane.
Tutto perfetto.
Almeno in apparenza, chiaro.
Perché durante le ricerche gli indizi non combaciano, su tutti la modalità di sparizione: la ragazza ha palesemente fatto la valigia in fretta e furia, ma ha lasciato l’auto. Una Mini, bella, sportiva, veloce. Perché?
Ma soprattutto per quale motivo degli uomini sono disposti a uccidere la nostra Dex pur di non farle trovare la ragazza?
Tante domande, poche risposte e una dose massiccia guai, anche piuttosto pericolosi.
Il ritmo di questa storia è tanto sostenuto quanto coinvolgente, una volta iniziata la lettura sarà davvero impossibile non portarla a termine il giorno stesso. Certamente non sorprende che sia diventata anche una serie TV, visto che inquadrature e dialoghi sembrano concepiti proprio per la serialità televisiva (in cui è stata azzeccatissima la scelta di Cobie Smulders nel ruolo della protagonista), che una volta tanto diventa una vera e propria evoluzione del fumetto.
Però nasce tutto da qui e noi sappiamo bene che le sensazioni nate da una tavola disegnata difficilmente sono replicabili altrove.
Rucka ha confezionato una trama solida, impeccabile. Southworth è il disegnatore giusto al posto giusto… ma un grande merito va dato anche a Lee Loughridge e Rico Renzi, ovvero coloro i quali questa storia l’hanno colorata insieme a Southwoth.
Generalmente quando si commenta un fumetto quasi mai si far riferimento ai coloristi, che invece hanno un ruolo davvero importante nella riuscita di un albo. Spesso si danno per scontati, ma il loro peso specifico il più delle volte è pari a quello del disegnatore e Stuptown non fa assolutamente eccezione. Loughridge e Renzi modificano i toni di pari passo con l’evolversi della vicenda, attraversando colori freddi fino ad arrivare a quelli più caldi, per poi ripiombare in ambienti decisamente oscuri. Nulla di speciale, sia chiaro, ma tutto è realizzato con grande precisione e questo favorisce ancor di più la lettura.
Due parole sull’edizione italiana vanno assolutamente spese: Edizioni BD riesce a produrre una confezione assolutamente perfetta e questo va detto senza troppi giri di parole. L’effetto che la copertina ha al tatto è davvero piacevole, così come la ricca sezione di extra presente nel volume. Al momento non sappiamo se l’editore ha intenzione di proporre in Italia tutta la serie (che negli States sta uscendo sotto il marchio Oni Press), ma personalmente ci spero molto. Mi piacerebbe leggere anche qualche inserto redazionale (magari un’editoriale o una postfazione), qualora la serie proseguisse. Incrocio le dita.
È stato bello conoscere Dex.
Inaspettato, ma bello. Anche perché ora ho anche la certezza che Ansel sta bene.
Chi è Ansel?
Il fratellino di Dex.
E che c’entra lui, vi starete chiedendo?
Nella vicenda nulla, nella vita di Dex tantissimo.
Scoprite il perché.
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