Abbiamo visto in anteprima “The Animal Kingdom“, pellicola diretta dal regista francese Thomas Cailley che in patria si è aggiudicata cinque premi César. Queste sono le nostre impressioni rigorosamente no spoiler
Finalmente arriva in Italia “The Animal Kingdom“, pellicola diretta dal francese Thomas Cailley, alla sua seconda opera da regista. Il film è stato presentato in anteprima mondiale il 17 maggio 2023 al 76° Edizione del Festival di Cannes, proiettato come film d’apertura della sezione “Un Certain Regard“.
The Animal Kingdom – Un successo in terra francese
In terra francese la pellicola ha ottenuto un grande successo, riuscendo a collezionare ben 12 nomination alla 49° edizione dei Premi César. Alla conta dei premi, la pellicola di Thomas Cailley è arrivata dietro a “Anatomia di una Caduta” di Justine Triet (pellicola che ha trionfato anche nella notte degli Oscar nella categoria “Miglior Film Straniero”).
“The Animal Kingdom” si è infatti aggiudicato ben 5 premi: “Miglior Colonna Sonora a Andrea Lazlo De Simone, “Miglior Sonoro” a Fabrice Osinski, Raphaël Sohier, Matthieu Fichet e Niels Barletta, “Migliore Fotografia a David Cailley, “Migliori Costumi” a Ariane Daurat e “Migliori Effetti Speciali” a Cyrille Bonjean, Bruno Sommier e Jean-Louis Autret.
Ad un anno esatto dal suo debutto a Cannes,con un tempismo del tutto italiano, “The Animal Kingdom” arriva anche da noi grazie alla distribuzione di “I Wonder Pictures” e rappresenta uno dei film più attesi in questo ricco mese di giugno al cinema,
Mutazioni corporee ed esistenziali
Il film è ambientato in un futuro ipotetico dove, a causa di una strana epidemia, le persone cominciano a subire strane mutazioni che le portano a trasformarsi in animali. Su questa cornice poco auspicabile si svolge la storia di François Marindaze (interpretato dall’attore francese Romain Duris) e di suo figlio Émile Marindaze (interpretato da Paul Kircher, vero e proprio enfant prodige del cinema francese).
Il ragazzo sedicenne vive le problematiche tipiche che arrivano con l’adolescenza, un periodo cruciale in cui i ragazzi devono imparare a gestire nuove pulsioni e sensazioni. L’ingresso nell’età adulta, l’incomunicabilità con il padre e la tendenza all’isolamento vengono aggravate dalla condizione di Lana, la madre del ragazzo, rimasta vittima di questo strano virus che l’ha trasformata in una leonessa.
Per rimanere accanto alla consorte François decide di trasferirsi con suo figlio Émile nel sud-ovest della Francia, in prossimità di un centro di contenimento delle vittime mutate dal virus e che presto ospiterà anche Lana. Il trasferimento già di per se traumatico e la fase di adattamento in una nuova scuola non saranno gli unici cambiamenti che Émile dovrà affrontare. Anche il suo corpo comincerà a manifestare i primi segni di una mutazione che nulla a che fare con l’adolescenza.
La storia diventa avvincente nel momento in cui Lana, oramai irrimediabilmente vittima della mutazione., sfugge al centro di contenimento per rifugiarsi nella foresta. Per padre e figlio inizia la lunga ricerca della madre…ma il ritorno in un ambiente che la teme rappresenta per la donna il naturale corso degli eventi?
Al di la della componente fantascientifica, ci troviamo di fronte a un teen movie, un “coming to age” che esplora in profondità le dinamiche di relazione padre-figlio, della distanza che si genera tra due generazioni. Da una parte c’è un padre che rincorre il figlio per proteggerlo da chi vuole fargli del male, dall’altra c’è un figlio che cerca di fuggire per trovare la sua vera natura.
La Fantascienza come lente di ingrandimento
Thomas Cailley, regista e sceneggiatore di 44 anni, è al suo secondo lungometraggio dopo l’esordio avvenuto 10 anni fa con “The Fighters – Addestramento di vita“, pellicola acclamatissima a Cannes. Cailley ha dichiarato apertamente che, con “The Animal Kingdom”, vuole raccontare una storia che indaga le differenze tra le persone e il funzionamento della società e della famiglia.
Per far ciò ha utilizzato la lente di ingrandimento della fantascienza, un genere da sempre troppo bistrattato ma che riesce perfettamente a rendere efficaci messaggi universali. Dentro “The Animal Kingdom” potete vederci la metafora della natura che si ribella all’uomo, della società come habitat, della malattia mentale, dell’intolleranza degli uomini e accettazione del diverso, dell’abbandono dell’innocenza e il raggiungimento dell’età adulta.
Tanto per essere chiari, non ci troverete gli X-Men, sebbene il contesto e alcune tematiche affrontate rendono inevitabile a noi incalliti nerd il collegamento.
“The Animal Kingdom” è un prodotto molto distante dai blockbuster hollywoodiani e, per questo, fortemente coraggioso. Il film è stato girato durante il Covid quasi interamente in Francia, un paese che non ha una grande tradizione nell’ambito dei film di fantascienza.
La quasi totale assenza della CGI e del green screen non compromette la qualità degli effetti visivi. Una scelta voluta per rendere più realistiche le mutazioni corporee. L’idea alla base è di non rendere la trasformazione immediata come avviene in “Un Lupo Mannaro Americano a Londra” – pellicola del 1981 di Jonh Landis che sul tema delle mutazioni corporee ha settato uno standard – ma di svilupparla lungo un tempo medio-lungo.
Questo comporta una meticolosa attenzione alla pelle e il corpo dei protagonisti. Per citare lo stesso Cailley interpellato sull’argomento: «Siamo incollati al corpo degli attori e li vediamo cambiare». Un ruolo decisivo lo hanno svolto gli interpreti, i quali hanno “giocato” in maniera impeccabile sull’utilizzo del corpo e della voce, lavorando in prima persona per rendere la propria mutazione più realistica possibile.
Tra questi spicca la prova attoriale di Paul Kircher. Figlio d’arte (la madre è l’attrice Irène Jacob), a soli 24 il ragazzo di Parigi si è già distinto come interprete al fianco di Juliette Binoche in “Winter Boy – Le Lycéen” (2022) di Christophe Honoré. Kircher incarna perfettamente il ruolo dell’adolescente dallo sguardo fragile. Il ragazzo che dovrà affrontare il suo viaggio dell’eroe per ricongiungersi con la propria famiglia e raggiungere l’età adulta.
C’è un po di Italia in “The Animal Kingdom”
Anche l’uso del sonoro è fondamentale per ottenere un maggiore coinvolgimento da parte del pubblico, farli sentire il più possibile vicini ai personaggi. Menzione speciale dobbiamo riservarla alla colonna sonora di Andrea Laslo De Simone, cantautore, polistrumentista e produttore discografico italiano.
C’è quindi un po di Italia in “The Animal Kingdom” e se consideriamo che De Simone per questo lavoro ha ottenuto il riconoscimento nella categoria “Migliore Colonna Sonora” al 49° edizione dei Premi César, allora c’è da essere orgogliosi. Per riassumere, se serve un motivo per andare a vedere al cinema “The Animal Kingdom“, questo può essere sicuramente le suggestive sonorità che accompagnano un film ricco di ritmo ma anche di introspezione dei personaggi.
‘The Animal Kingdom’ è una produzione di alta qualità, con una trama coinvolgente, una regia solida e una colonna sonora evocativa. Sebbene alcune scelte narrative, compreso l’epilogo, possano apparire un po’ retoriche, non mancherà di emozionarvi.
“The Animal Kingdom” è al cinema a a partire dal 13 giugno, distribuito da I Wonder Pictures.
The Animal Kingdom
Romain Duris: François Marindaze
Paul Kircher: Émile Marindaze
Adèle Exarchopoulos: Julia Izquierdo
Tom Mercier: Fix
Billie Blain: Nina Moktari
Xavier Aubert: Jacques
Saadia Bentaïeb: Naïma
Gabriel Caballero: Victor
Iliana Khelifa: Maëlle
Nathalie Richard: Valérie Beaudoin