The Crow – La nuova versione del Corvo ha molte incertezze, ma non è da buttare via

Arriva nei cinema il tanto discusso remake di The Crow – Il Corvo, che questa volta vede l’attore Bill Skarsgård nel ruolo del protagonista. No, il film non è così tremendo come dicono, ma ovviamente non è neanche un capolavoro. Forse, se si fosse chiamato in un altro modo, sarebbe stato accolto in modo diverso. Ne parliamo nella nostra recensione, ovviamente senza spoiler

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Non è facile, ve lo dico subito. Anche perché, dal 1994 in poi, se scrivi Il Corvo automaticamente fai divampare nella memoria collettiva il ricordo di Brandon Lee, con tutto quel che ne consegue.
Impossibile scindere il film, il personaggio, l’attore e la tragedia che purtroppo l’ha coinvolto (consegnandolo, di fatto, all’eternità).

Non è facile, dicevo. Perché sin dal primo annuncio questo film è stato letteralmente massacrato dalle critiche: troppo diverso dalla versione originale (non il fumetto di James O’Barr da cui è tratto, ma la pellicola diretta da Alex Proyas negli anni 90), troppo distante da quelle atmosfere dark anni 80, troppo diversa la colonna sonora. Tutto davvero troppo diverso… giustamente, aggiungo io.

Perché fare una copia carbone del cult a cui tutti sono affezionati non avrebbe avuto alcun senso. Forse fare una roba del genere sarebbe stato ancor più offensivo nei confronti del regista, di O’Barr e ovviamente di Brandon Lee. L’unica strada possibile era quella di provare a crearne una nuova, un sentiero non ancora battuto, discostarsi totalmente da quel film, incastonato nell’immaginario collettivo e tentare – con ogni mezzo possibile – di fare un’altra cosa.

Che non vuol dire necessariamente migliore o peggiore, ma diversa. E francamente io apprezzo di più chi cerca di imporre un proprio pensiero, in luogo a chi decide di rifare un qualcosa di già fatto, senza aggiungere nulla.

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Questo nuovo The Crow – Il Corvo, diretto da Rupert Sanders ci prova. Ce la mette tutta, ve lo garantisco.
Tenta disperatamente di affrancarsi da un cult la cui luce finora ha bruciato tutti quelli che hanno tentato di approcciarsi; ma contestualmente cerca anche di allontanarsi dal fumetto, senza tradirlo, però. Lo spirito delle tavole create e immaginate da James O’Barr è presente in questa pellicola e non è un qualcosa che si può sottovalutare.

Il progetto era chiaro: prendere un’icona degli anni 90, smontarla e rimontarla in una versione più contemporanea, adatta a parlare alle nuove generazioni, più che ai vecchi fan.
E forse è stata proprio questa la scintilla che ha fatto divampare la shitstorm che tutt’oggi sta subendo.

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In questa nuova versione il protagonista è sempre lui, Eric Draven (interpretato in modo impeccabile da un bravissimo Bill Skarsgård), un ragazzo disagiato, introverso. Un tossico. Decisamente un’altra persona rispetto allo stesso personaggio interpretato da Brandon Lee. In questo caso ci troviamo di fronte a un ragazzo passivo, dal passato tormentato, rinchiuso in un istituto correttivo. Ed è lì che conosce la sua Shelly (che ha il volto della talentuosa FKA Twigs): una ragazza che scappa da ombre lontante, che è stata costretta a fare cose che non avrebbe mai voluto fare.

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Un’altra che – come lui – la vita l’ha subita. Ecco, qui scatta una differenza enorme con il film degli anni 90: mentre lì trovavamo subito Eric e Shelly senza vita, qui passiamo del tempo con loro. Sanders ce li fa conoscere meglio, ci porta nel loro mondo, fatto di sesso, droga ed eccessi continui. La Shelly di Proyas era un ideale, più che una fidanzata. L’amore impossibile, l’amore strappato. Qui, perlomeno, abbiamo un minimo di background, che fa apparrire il personaggio più umano, con luci e inevitabili ombre.

Abbiamo davanti un ragazzo e una ragazza senza speranze per il futuro, in fuga dalla legge e dal villain della pellicola, che per tutta una serie di ragioni, vorrebbe vedere la ragazza morta.

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Eric e Shelly riescono a scappare (fin troppo facilmente…) dall’istituto in cui erano rinchiusi. Ricominciano una nuova vita… ma ripartendo da quella precedente. Non fanno nulla per nascondersi davvero, ma riprendono semplicemente a vivere le prorprie vite, soltanto che stavolta non sono più soli. Questa cosa non ha molto senso in realtà, ma effettivamente non parliamo di persone lucide, anzi…

Eric e Shelly sono innamorati. Sono l’uno parte dell’altra e viceversa. Il loro legame si rafforza ogni minuto di più e sappiamo bene che nulla potrà mai spezzarlo… nemmeno la morte.
La coppia viene brutalmente assassinata da un gruppo di criminali, ma a quanto pare non sarà certo questo a mettere la parola fine alla loro storia.

Scopriamo che c’è un luogo tra la vita e la morte. Una terra di nessuno, in cui non tutti riescono ad andare.
Ci riesce Eric, però. Il protagonista della storia si risveglia in un posto che è tutto e niente, vita e morte.
Accetta ii suo destino, è pronto per tornare a portare vendetta… e magari, provare a salvare l’anima di Shelly, dilaniata dall’inferno.

The Crow – Il Corvo ci mette un po’ a carburare, forse troppo. Il regista si prende tutta la prima parte per farci affezionare – in qualche modo – ai personaggi, cosicché sarà ancora più dura assistere all’inevitabile tragedia. L’idea sulla carta è buona, ma purtroppo ci si perde davvero troppo sulla via del racconto. Momenti in cui si corre troppo, altri in cui ci si affida un po’ troppo alla sospensione dell’incredulità dello spettatore (vedi l’assurda fuga dall’istituto di correzione: i due semplicemente scavalcano e se ne tornano a casa loro…).

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Insomma, ci sono molti momenti piuttosto incerti nel film. Non parliamo di un capolavoro, questo credo sia evidente a tutti e penso che nessuno – regista e autori compresi – affermerà mai una cosa del genere.
Però non è neanche il disastro che in molti stanno dipingendo. Stiamo guardando un film con forti venature horror, che non disdegna lo splatter, che ha tantissimi buchi, ma anche un’idea ben precisa di cosa vuole raccontare e soprattutto come vuole farlo. In compenso, l’ultimo atto è costruito davvero bene (almeno secondo me, chiaro).

Il nuovo Corvo cerca una sua strada, una sua via. La cerca nel sangue, nell’amore, nella vendetta, in una scrittura che ricorda più la struttura di un film di supereroi che un horror, ma poco importa. Infondo, per molti Eric Draven è un eroe.

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Sicuramente lo è per la sua Shelly.
Sicuramente non lo sarà per la generazione cresciuta con il mito di Brandon Lee.

La sfida è conquistare chi quel film l’ha solo sentito nominare. Ma forse anche chi ha voglia di passare un paio d’ore senza troppi pregiudizi.
È un film sull’amore, sulla vendetta, sulla disperazione. Sulle seconde occasioni (che non sempre capitano).

È un film che ha tanti difetti, ma che non è da buttare via.
Dategli un’occasione.

The Crow - Il Corvo

The Crow - Il Corvo

Anno: 2024
Paese: Regno Unito, Stati Uniti d'America, Francia
Durata: 111 minuti
Regia: Rupert Sanders
Sceneggiatura: Zach Baylin, William Josef Schneider
Casa di produzione: Hassell Free Productions, Davis-Films, The Electric Shadow Company, Edward R. Pressman Film, Pressman Film, Sony Pictures Entertainment
Distribuzione italiana: Eagle Pictures
Interpreti e personaggi:
Bill Skarsgård: Eric / Corvo
FKA twigs: Shelly
Danny Huston: Vincent Roeg
Josette Simon: Sophia
Laura Birn: Marian
Sami Bouajila: Kronos
Isabella Wei: Zadie
Jordan Bolger: Chance
Voto:

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Mr. Kent

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Appassionato di fumetti, curioso per natura, attratto irrimediabilmente da cose che il resto del mondo considera inutili o senza senso. Sono il direttore di MegaNerd e me ne vanto.

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