Togen Anki – Sangue Maledetto è una delle ultime proposte battle shonen di Planet Manga. Queste sono le nostre impressioni
Premessa: Conclusa la folle corsa per accaparrarsi il primo volume di Togen Anki nascosto in un blind pack, parliamo di ciò che veramente conta, il manga. L’idea di Planet Manga per lanciare un nuovo titolo ha sicuramente funzionato. Il blind pack con all’interno il primo volume che avremmo potuto trovare con cover regular, limited o ultra limited è andato a ruba. Questa è sicuramente una cosa buona per lanciare una novità.
Meno, la spiacevole consuetudine ormai consolidata di veder sparire in un batter d’occhio le edizioni limitate grazie a pochi profittatori che comprano moltissimi volumi per rivenderli immediatamente dopo a prezzi spropositati. Seriamente, non alimentate queste farse e spendete i vostri soldi in un altro modo. Lasciate perdere il circo da finti collezionisti e godetevi la lettura di un buon fumetto indipendentemente dalla sua copertina.
Togen Anki (Tougen Anki) scritto e disegnato da Yura Urushibara è uno degli ultimi successi approdati su Weekly Shonen Champion, rivista del gruppo Akita Shonen. In Giappone sta riscuotendo un ottimo consenso e Planet Manga ha deciso di non farselo sfuggire. Iniziato nel 2020 e in corso di pubblicazione, oggi Togen Anki ha all’attivo ben 12 volumi.
Shiki Ichinose è uno scapestrato di primo pelo. Quando facciamo la sua conoscenza è stato appena espulso da scuola. Vive da solo con il padre adottivo, Tsuyoshi Ichinose, che gestisce un negozio di liquori. All’improvviso Shiki si trova inspiegabilmente sotto attacco, il padre interviene per salvarlo rivelandogli che ha il sangue di un Oni nelle vene, mentre l’essere che lo ha attaccato quello di Momotaro.
Cosa sta accadendo di punto in bianco nella vita di quel teppista da quattro soldi di Shiki?
Dovremmo prima di tutto avere chiaro chi sono gli Oni e chi Momotaro. La tradizione folcloristica giapponese è colma di riferimenti agli Oni, creature mitologiche simili ai demoni che nel tempo hanno assunto connotati sempre più negativi. Spiriti o creature demoniache da tenere alla larga. Momotaro è invece il celebre protagonista di una bellissima fiaba giapponese, nato da una gigante pesca. Diventato grande, Taro lascia la famiglia per andare a combattere proprio contro gli Oni.
Tsuyoshi Ichinose, prima di morire, spiega a Shiki che il clan di Momotaro e gli Oni sono in guerra da migliaia di anni ed entrambi cercano di espandere sempre più la propria stirpe. Quando i membri del clan hanno creato il Momotaro Kikan, gli Oni hanno iniziato a mischiarsi tra gli esseri umani. Tsuyoshi, ex appartenente al clan Momotaro, dà la vita per salvare Shiki, un Oni.
Durante il combattimento, il sangue di Shiki ribolle sino a risvegliarne l’essenza demoniaca. Shiki sprigiona dal suo corpo una violenta esplosione di sangue. Ritroviamo Shiki in compagnia di Naito Mudano, un Oni che ne recluta altri in fase di risveglio per alimentare l’Onikan, clan che li assolda per combattere contro gli sterminatori di demoni. In questa folle accademia, la Rasetsu Academy, Shiki si ritrova con altri ragazze e ragazzi nella sua stessa condizione a dover affrontare sfide estreme.
Reclama vendetta per il padre e sarà questa la spinta decisiva che lo convincerà a mettersi in gioco, a capire e domare il suo sangue maledetto. Siamo su un’isola soprannominata Onigashima. Secondo la fiaba Momotaro, è in quest’isola che Taro si reca per sconfiggere gli Oni.
Queste sono le premesse di Togen Anki, una lettura che non riesce a conquistare come deve il lettore abituato ormai a incastrare quasi meccanicamente nella mente i cliché contemporanei del mood battle shonen in voga negli ultimi anni. Viene presentato un protagonista indisponente da addestrare, attacchi fuori dalle righe, ottimi spunti per i prossimi cosplay, combattimenti e power-up. Sia chiaro, non c’è nulla di sbagliato in questo, ma se manca l’elemento novità o il copione non inverte almeno gli atti, perché dovremmo dar fiducia a Togen Anki?
Yura Urushibara preferisce puntare sul cavallo sicuro senza assumersi alcun rischio. L’incipit che ci conduce nel vivo della trama è rapido e a tratti confusionario. Non ci stupiamo di nulla. Quando vengono chiamati a raccolta i comprimari di Shiki, arrivano anche i primi sbadigli. Troppi stereotipi e dialoghi che non decollano ed è un vero peccato, perché alcuni spunti sono interessanti; Shiki lo è con quel suo ghigno arrogante e i due corni irrequieti sulla testa, ma almeno per ora non sembra sufficiente.
Il punto di forza di Togen Anki è il disegno.
Yura Urushibara, alla sua prima serializzazione, consegna tavole caratterizzate da un ottimo dinamismo e che rimandano al blow up. Bello lo scomponimento corporeo quando il sangue di Oni prende il sopravvento e assistiamo alle mutazioni violente in modalità frenesia. Davvero godibili le sequenze allucinate e disorientanti che sfociano in aggressive reazioni del protagonista.
Togen Anki funziona poco, ma forse deve solo ingranare. Shiki vuole vendicare la morte del padre e per farlo dovrà imparare a domare il suo sangue maledetto.
Speriamo che Urushibara inizi ad assumersi qualche rischio come il suo protagonista.